Disegnare segreti spazi significa dare forma a quella parte di realtà che conosciamo solo noi. È uno spazio senza forma, solo concettuale, ma nel quale possiamo creare un nuovo mondo.
I piccoli (Poeta per te Zaza) lo disegnano per svelarcelo, ma non sempre sappiamo farne tesoro.
In Matita (Chiti) è la coscienza che disegna il “vero significato della vita” da nascondere a tutti, ma da comprendere trovandone i motivi (Traccio un Segno) se motivi ve ne sono.
Nelle due poesie di Terracciano ritroviamo il macro spazio (o macrocosmo) ed il microspazio della psiche. Due mondi, due spazi di misure diverse, ma egualmente incommensurabili. Messi così a confronto lasciano pensare che, forse, stiamo parlando dello stesso mondo se solo consideriamo l’universo come una parte della nostra anima e come lo spazio ove la nostra anima potrebbe espandersi.
Nella poesia “Nei segreti del vento” di Diego Bello, lo spazio è il “male di vivere”, è il dolore di vivere che può essere spazzato via solo dal vento. La soluzione è sempre quella di radere al suolo ciò che non ci permette di vivere come vorremmo.
Un altro vento, ma irriverente (Con punte al carbonio di Rita Stanzione) sparpaglia i segreti come stracci e perciò viene punto con i graffi di una punta al carbonio. Elemento noto per la sua durezza e purezza (vedi i diamanti), ma anche per essere alla base della vita più complessa.
Uno spazio segreto dove custodire i propri disegni (Ela Gentile), ma segreto fino a quando non si decide di farci entrare anche gli altri. Ed anche ora rimane sempre uno spazio geometrico e definito perché i disegni sono in qualche posto, ma è anche uno spazio immaginario i cui confini dipendono solo dalla nostra volontà di custodire i segreti.
Forse ci sono segreti che possono far male (C.G. Jung di Adriana Sini) e potrebbero essere domati fissandoli su un foglio disegnandoli o scrivendoli. In tal caso suggerisco, non di nasconderli, ma di seppellirli e con una bella lapide sopra con la sola scritta “RIP”.
Gli “Spazi interni”, mia, sono quegli spazi che viviamo quando comprendiamo che ciò che ci è esterno, oltre il nostro confine materiale, è falso e comprendiamo che gli spazi esterni sono solo una convenzione umana.
Convenzione da accettare o meno e da modificare o ignorare. Meglio ignorare e ragionare con quella parte di noi che comprende una verità fatta di tratti e di spazi di infinito e di nulla.
Spazi filosofici in “Filosofando” di Giuseppe La Marca dove la storia del pensiero umano sembra mossa dalla volontà di colmare quei vuoti “di ignoranza” generando teorie e filosofemi di sempre maggiore complessità. Per fortuna, ad un certo punto, tutti i castelli di carte crollano scoprendo che la verità è molto più semplice delle astruse argomentazioni umane. D’altronde, il Demiurgo ha plasmato ciò che già esisteva partendo da semplici atomi composti di cariche positive e negative.
Spazi segreti e dell'anima anche in "La vita è un gioco" di Pinotota, ma con la consapevolezza che la vita non conosce mai una fine.