La seconda poesia tra quelle segnalate a tema, che propongo in questo spazio è “Separazione” di Paolo Corinto Tiberio, che riporto integralmente di seguito, con il relativo link ed il mio commento.
Separazione – Paolo Corinto Tiberio
della spoliazione
dell’onda rapace
rimangono resti
crudele e ancora
la signora Coltello
aggiunta reclama
di sale e infezioni
alla ferita interdetta
due cicatrici porto
ma l’invisibile nel cuore
ha l’ultima parola
al sole d’oro del giardino
luci sfolgorava
l'angioletto dai riccioli d’oro,
o paradiso perduto!
altro non ricordo che poco
ma per sempre la perla
si conserva più bella
http://www.scrivere.info/openThis.php?poesia=447142IL MIO COMMENTO
C’è una durezza spietata nei versi iniziali, ma necessaria perché il lettore possa avvicinarsi allo stato d’animo dell’autore conseguente ad un accadimento e tradurre in immagini, certamente personali, l’intensità espressiva delle parole.
Forse la separazione è preludio all’aprirsi di immagini racchiuse in un mucchio di foto ingiallite. Ma per l’autore il giallo riconduce ad un bel ricordo : il sole d’oro del giardino, l’angioletto dai riccioli d’oro. E’ un ricordo breve, parziale, tronco. Si ha l’impressione che ci sia altro da ricordare… “ma altro non ricordo che poco” , afferma il poeta. La memoria è selettiva e a volte ciò è un bene.
E il ricordo conduce a ciò che è custodito segretamente nel cuore, invisibile, un cuore capace di amare anche le sue cicatrici.