Autore Topic: Tre spunti di-versi - 128a Edizione  (Letto 3237 volte)

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Offline Rita Stanzione

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Re:Tre spunti di-versi - 128a Edizione
« Risposta #60 il: Domenica 23 Luglio 2017, 23:51:21 »
Sembravano tre parole difficili da coniugare, legare in un pensiero poetico. Ma sappiamo che mai è così, si trova sempre dagli spunti il modo di restituirli in poesia. Anche questa volta ho letto emozioni, riflessioni ed evocazioni che meritano molto.

Non mi soffermo sui singoli testi (li ho letti tutti solo adesso) data l'ora, ma dico Grazie agli autori perché la poesia è dono.
E naturalmente ringrazio poeta per te zaza, moderatore, e quanti hanno apprezzato il mio contributo.
In bocca al lupo a radicedi64, prossima banditrice.

Buona scrittura a tutti
Rita
Rita Stanzione

Offline Azar Rudif

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Re:Tre spunti di-versi - 128a Edizione
« Risposta #61 il: Domenica 23 Luglio 2017, 23:56:21 »
Il dubitare rende l’oggetto del dubbio qualcosa di diverso da quello che era, in pratica lo ridimensiona riconducendolo alla sua dimensione, forse reale, forse vera, forse giusta. Ed il forse è d’obbligo perché l’instaurarsi del dubbio è come un’epidemia che si diffonde a reazione su ogni cosa che ci circonda.
E questo è il lato positivo del dubitare che crea il “nuovo”, è evoluzione, è un altro gradino verso la conoscenza.
Il lato negativo del dubbio è l’indecisione, l’insicurezza che porta alla stasi o al panico.
Queste sono le sensazioni che vivono in queste poesie.
Perché dubitiamo e perché nasce in noi qualcosa che ci fa credere errate le certezze anche secolari è un qualcosa che non saprei spiegare. Spesso non sono dubbi ragionati, ma istintivi o intuitivi e questo perché siamo come infinitesimi di un Infinito col quale intravediamo, come fossero lampi, quei legami che ci fanno avvicinare alla Verità e che fanno rimettere tutto in discussione. La nostra ragione è spesso diretta da pregiudizi e illusioni o, peggio, da compromessi e accomodamenti di ciò che non ci piace o che per mentalità, morale o religione pensiamo che debba essere secondo il nostro modo di vedere.
Tutto ciò crolla per effetto stesso della ragione che automaticamente distrugge ciò che crea senza un valido fondamento o, ritornando al concetto di prima, che si regge su formulazioni di credenze irrazionali.
 
Qualcuno dubita del poter essere un poeta (Sini), ma coglie in pieno il senso del ricordo e della memoria che alimenta la poesia.
Si può dubitare anche di persone care, ma si riconosce in loro il libero arbitrio della decisione (Peruzzi).
Fois dubita, ma non tradirà mai la fiducia di qualcuno.
Esprime in pieno, quanto ho cercato di dire, la poesia di Terracciano (Dubito –ergo sum?) ove si dubita dei propri convincimenti e di quelli degli altri. Ciò genera la speranza che ci siano ancora luci (di verità) accese.
Personalmente, dubito che gli uomini abbiano la capacità di fare qualche passo indietro per riavvicinarsi alla Verità. Al momento la loro strada diverge di molto.
Molto interessante la poesia “In Sintesi” di D’Auria ove si parla di un’eternità oscura manifestata da una lieve percezione di un brivido di una breve pausa (la pausa che ci fa rallentare nell’inesistente realtà perché percepiamo, per un attimo, un’altra realtà), dell’esistenza di una realtà biduale (destra e sinistra) dove la realtà oscura diventa, per me, quel Dio che lo si descrive con frasi in forma di negazione (cito la mia “Dubito Ergo Sum” perché il primo verso della seconda strofa è l’acrostico di Dio e di Dio si può solo dubitare e tutte le descrizioni umane sono errate).
Per motivi di tempo non riesco a citare le altre poesie, non solo belle, ma anche molto dense di significati e riflessioni.

La Legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali per la Legge e non cercate la Legge Umana. Essa è statica ed imperfetta, cercate ciò che evolve e mai è uguale a sè stesso e ribolle del Bene e del Male