Buongiorno a tutti. Pur considerandomi pigro nella lettura, mi è capitato più di una volta di trovare fra i poeti, alcuni pensieri personali nelle biografie o in altro, di come dev'essere la poesia, forse la " vera " poesia. Certo è, che considero la libertà d'espressione, sacra ed imprescindibile in questo contesto. Voglio solo di seguito porgere, queste mie righe spontanee (quasi poesia) sull'argomento, specificando di non aver capito se in questo spazio, la cosa è giusta. Credo sia almeno raggiungibile da chi vuole leggere.
GLI UMANI CREANO DIFFERENZE
Perché gli umani, devono sostenere il loro pensiero, creando differenze
gettandolo a volte, come il solo vero?
Perché si devono preoccupare, di quanto è diverso il proprio modo di pensare
se è meglio peggio o se a tutti i costi è da elevare?
Perché diventa ossessione, cancella ogni altra presenza, nella propria egoistica appartenenza?
Perché preoccupa, chi si sente poeta il pensiero scritto, se di fantasioso operaio o di forzuto atleta?
Non esistono misure, schemi, il giusto, il bello, il menestrello
lo sconosciuto o quanto imparato.
Chi scrive ha un senso innato, che sale in ogni momento, sia nell’aria che nel vento
che germoglia senza stagione, sia ora, sia fuori, anche senza ragione
Niente è lecito o sbagliato, differente o premiato, chi lascia le sue righe su carta bianca
è umano libero
senza classifica, senza bisogno di riconoscimento
libera è la sua mano giovane o stanca
libera in ogni momento.
Ringrazio per tutto.
Un saluto
VALERIO