Mi associo alle positive impressioni di Rasimaco e di E . Poldan. E' una breve poesia che ci immerge con vigore nel desolato clima della depressione, del "male oscuro" al quale Giuseppe Berto dedicò l'intero, omonimo romanzo. Ma da dove proviene la forza di questa poesia? Secondo me dall'originale tecnica usata; oserei dire che è una poesia "simmetrica" , perché composta di dieci versi, due quinari (posti al secondo e al penultimo verso) e otto endecasillabi, con questo piuttosto inconsueto schema di rime: ABCBDDBCBA . Ecco perché ho parlato di simmetria (si potrebbe anche dire "rime invertite" ) . Sono del parere che dietro una grande poesia ci sia sempre una tecnica ben curata, anche se poco appariscente (e il Rossi è maestro in questo) : il lettore comune gode istintivamente dell'opera, senza farsi troppe domande, ne gode forse ancor più di un altro poeta, come me fatalmente portato a "smontare il giocattolo" ...