Questo, a mio modesto parere, è il classico esempio di quanto ho espresso in un post precedente. Non basta conoscere perfettamente le regole della poesia, per scrivere una composizione che sia almeno decente. Senza voler in alcun modo urtare la suscettibilità dell'autore, devo dire che a me sembra una lista rimata, e niente più. Da piccola, (quindi non molto tempo fa
), mi hanno insegnato una filastrocca giocosa:
Lo zio Pippo aveva un gallo
bianco, rosso, verde e giallo
ed aveva una gallina
bianca, rossa, verde, gialla e turchina.
Al di là della metrica, le emozioni che mi suscita la poesia di Cassese non sono differenti da quelle provocate dalla suddetta filastrocca.
Anch'io mi sono cimentata nella poesia in rima, ma poi, rileggendo i versi, mi sembravano un cumulo di banalità, ed ho cancellato tutte le pubblicazioni dal sito, selza colpo ferire
A me piacciono le poesie in rima, ma in una quartina di settenari, seppur alternate, le rime risultano tediose, al di là della banalità delle stesse. Preferirei leggerle in quartine di endecasillabi, come fanno abilmente alcuni autori che seguo, come il mio amico Massimiliano Ruggiu (che però, purtroppo, non pubblica più da molto tempo), Perlanera (anche lei assente da parecchio tempo), Lo Strimpellatore, Alessio Rossi e Allanon, per fare alcuni nomi.
E' solo l'opinione di una lettrice, niente di più