La pizza
C'è nell'aria squisito profumo,
odore pieno di farina assaporo
bianca e leggera in alone annuso,
compatta e modellata per buon ristoro.
Sbattuta di qua, girata di là
da callose mani avvolta e percossa,
in gruppo accapigliati, non stanno alla mossa:
ognuno ci vuol mettere la sua impronta.
Guarnita da mozzarella e pomarola,
di aromi una bella spolveratina,
un giro d'olio frantoiano
ed è pronta per l'inchino.
Il forno temperato a puntino,
senza indugio la pala gli fa far un saltino
e via in bocca al mostro mangia-fuoco
e i reumatismi gli toglie a poco, a poco.
Giunta nel grande inferno smilza e molla
nell'attimo gli si irrobustiscono le ossa,
in regale aspetto e lussuriosa
perfetta di cottura e un profumino...
Lesta la pala nel solito invito
esce dalla bocca, come un campo fiorito,
fragrante e un profumo sbalorditivo.
Leccornia invitante per ogni appetito:
l'occhio osserva incuriosito,
lo stomaco reclama attimi di gloria.
e termina qui la stupenda storia.
Giancarlo Fiaschi