Propongo nelle sperimentali (mi sembra il posto giusto) una mia poesia con "incipit".
Nei primi versi, riprendo parole di altri, in questo caso di un indovinello trovato in
un'opera di saggistica, che parla di Dio.
La risposta è Niente perché Niente è più grande di Dio, il povero niente ha, il ricco
non ha il nulla, avendo tutto, e se nulla mangi, muori.
La risposta è NIENTE
Ho letto un vecchio saggio che diceva:
“Cosa c’è
di più grande di Dio,
che il povero ce l’ha,
il ricco non ce l’ha
e se ne mangi muori?”
La risposta è NIENTE,
e mi ha fatto pensare,
nel presente,
come tutti cerchiamo di riempire
la nostra vita di cose, di emozioni
terrene e confortanti,
a nostro dire,
che non ci appagano,
mentre il TUTTO sfugge,
senza l’AMORE e senza quella LUCE
che se quello doniamo lei si accende
e illumina e dà senso a questa vita
quant’altro mai,
e nell’eterno
sa proiettarci
vivi.
poeta per te zaza