Autore Topic: Charles Baudlaire "La Carogna"  (Letto 919 volte)

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Belong

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Charles Baudlaire "La Carogna"
« il: Sabato 26 Gennaio 2013, 19:07:18 »
Una carogna

da I fiori del male (Les fleurs du Mal), 1857-1861

Ricordate, anima mia, la cosa che vedemmo
quel così dolce mattino d'estate;
alla svolta d'un sentiero un'infame carogna
su un giaciglio cosparso di sassi,

le gambe all'aria, come una donna impudica,
ardente e trasudante veleni,
spalancava in modo cinico e disinvolto
il ventre pieno d'esalazioni.

Il sole irradiava questo putridume,
come volesse cuocerlo a puntino,
e rendere centuplicato alla grande Natura
tutto ciò che essa aveva congiunto;

e il cielo osservava la superba carcassa
schiudersi come un fiore.
Talmente forte era il fetore, che sull'erba
vi sentiste svenire.

Le mosche ronzavano sopra quel ventre putrido,
da cui uscivano neri battaglioni
di larve, che colavano come un liquido denso
lungo quei brandelli di vita.

Il tutto scendeva e risaliva come un'onda
o si slanciava gorgogliando;
si sarebbe detto che il corpo, gonfiato da un vago soffio,
vivesse moltiplicandosi.

E questo mondo produceva una strana musica,
come l'acqua corrente e il vento,
o come il grano che il vagliatore con movimento ritmico
gira e agita nel vaglio.

Le forme svanivano e non erano più che un sogno,
un abbozzo lento a venire
sulla tela dimenticata che l'artista completa
solamente con la memoria.

Dietro le rocce una cagna inquieta
ci guardava con occhio crucciato,
aspettando il momento per riprendere allo scheletro
il boccone che aveva lasciato.

− Eppure voi sarete simile a questa sozzura,
a quest'orribile infezione,
stella dei miei occhi, sole della mia natura,
voi, mio angelo e mia passione!

Sì! tale sarete, o regina delle grazie,
dopo gli ultimi sacramenti,
quando andrete sotto l'erba e i rigogliosi fiori,
a marcire tra le ossa.

Allora, o mia bellezza! dite ai vermi
che vi mangeranno di baci,
che ho conservato la forma e l'essenza divina
dei miei amori disfatti!

 Traduzione dal francese di Giovanni Soriano

 

Una unica personale riflessione: quanto quella carogna sia in effetti parte di un ciclo naturale che noi stessi temiamo, ma che fa parte della natura. la paura del memento mori deve essere riscattato ed esorcizzato dagli amori, da quanto riusciamo ad amare affetti o passioni che siano.

poi sicuramente avrò detto una solita delle mie cretinate, correggetemi se sbaglio. grazie.

gabri

Offline poeta per te zaza

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Re: Charles Baudlaire "La Carogna"
« Risposta #1 il: Domenica 27 Gennaio 2013, 22:02:59 »
No Gabri, non hai detto una cretinata.

E, come diceva Jim Morrison (credo):

"Non vivere con la paura di morire,
ma muori con la gioia di aver vissuto"

Zaza
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Anonimo Segreto

Re:Charles Baudlaire "La Carogna"
« Risposta #2 il: Martedì 12 Febbraio 2013, 04:50:21 »
Sembra una puntata di "medici in prima linea", ne sconsiglio la lettura prima dei pasti e del sonno, tanto vale parlare direttamente di escrementi. :o

Max Ray

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Re:Charles Baudlaire "La Carogna" -
« Risposta #3 il: Martedì 12 Febbraio 2013, 13:18:36 »
Non è una delle poesie che preferisco, fra quelle di Baudelaire, ma la sua traduzione rispetta le rime tanto care al poeta francese. Una mera traduzione letterale, a mio modesto avviso, svilisce l'opera.


QUANDO PASSA


Quando passa con vesti ondose e iridescenti,
a una grazia di danza informa ogni movenza,
quasi, in cima a un bastone, quei sinuosi serpenti
che i giocolieri sacri agitano in cadenza.

Come la sabbia e il cielo dei deserti roventi,
sordi entrambi a ogni voce d'umana sofferenza,
come il gioco dell'onda nel viluppo dei venti,
ella si stende e snoda con piena indifferenza.

I suoi limpidi occhi sono pietre stupende,
e nella sua natura allegorica e strana,
dove l'antica sfinge un cherubo asseconda,

fra l'acciaio e i diamanti, l'oro e la luce, splende
d'un eterno splendore, come una stella vana,
la fredda maestà della donna infeconda.