Autore Topic: Poesia al femminile nella storia  (Letto 3373 volte)

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Offline India

Poesia al femminile nella storia
« il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 08:48:43 »
Finalità di questo topic è creare uno spazio che diffonda e  ricordi le grandi poetesse della storia, troppo spesso considerate di secondo piano rispetto ai loro colleghi maschi.
Mi piacerebbe cominciare da Marina Ivanovna Cvetaeva ( 1892/1941)


Ai miei versi scritti così presto,
che nemmeno sapevo di essere poeta,
scaturiti come zampilli di fontana,
come scintille di razzi.

Irrompenti come piccoli demoni
nel sacrario dove stanno sogno e incenso,
ai miei versi di giovinezza e di morte,
versi che nessuno ha mai letto!

Sparsi fra la polvere dei magazzini,
dove nessuno mai li prese né li prenderà,
per  i miei versi, come per i pregiati vini,
verrà pure il loro turno.


Nata a Mosca, il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano anche per via di opere scritte negli anni venti che osannavano la lotta anticomunista dell’armata bianca, in cui il marito militava come ufficiale.; quest'ultimo insieme al figlio fu arrestato e sparìrono. . La poetessa rimasta sola, smarrita, una domenica d'estate del 1941 s'impicca nella camera che ha affittato nella casetta di due pensionati. La riabilitazione della sua opera letteraria avvenne solo a partire dagli anni sessanta , vent'anni dopo la sua morte.
Tra i suoi temi rientrano l'emotività e la sessualità femminili, malviste dalla rigorosa censura staliniana.

Offline India

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #1 il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 08:57:52 »
Un'altra poesia di questa poetessa russa


Ci sono al mondo, i superflui, gli aggiunti
non registrati nell'ambito della visuale.
(Che non figurano nei vostri manuali,
per cui una fossa da scarico è la casa).

Ci sono al mondo i vuoti, i presi a spintoni,
quelli che restano muti: letame,
chiodo per il vostro orlo di seta!
Ne ha ribrezzo il fango sotto le ruote!

Ci sono al mondo gli apparenti - invisibili,
(il segno: màcula da lebbrosario)!
ci sono al mondo i Giobbe, che Giobbe
invidierebbe se non fosse che:

noi siamo i poeti - e rimiamo con i paria,
ma, straripando dalle rive,
noi contestiamo Dio alle Dee
e la vergine agli Dei!

Offline India

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #2 il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 12:05:47 »
Ho raccolto un altro stralcio della biografia di Marina Cvetaeva

Dalla vita travagliata, muore suicida dopo aver scritto versi bellissimi. La sua storia è una delle più tristi fra tutte le storie delle grandi poetesse  Figlia di un pope, filologo e critico d’arte e di una madre pianista presto deceduta, fu segnata da questo avvenimento e niente la distrasse da questa perdita, né viaggi, né amici, né lo studio pazzo e disordinato. Fu sempre angosciata dal senso della morte, dall’ansia del poeta nel folle tentativo di captare l’assoluto, di ricercare l’interlocutore ideale, che lei trovò in Rilke e Pasternak.

Ma i suoi contemporanei non la lessero e non la capirono, gli editori la rifiutarono, il potere politico la stritolò. La sua seconda bambina morì di denutrizione a quattro anni, mentre infuriava la guerra civile. Dopo questa tragedia anche il marito si ammalò di tubercolosi. Da allora cominciarono anni di peregrinazioni e fughe. Il marito, che aveva parteggiato per i "bianchi", fu coinvolto in un clamoroso caso politico-spionistico e fu fucilato, la figlia maggiore arrestata. Il figlio maschio morì in guerra nel ’41 e "la vita diventò quel luogo dove non si può vivere". Le forze se ne andavano, per la fame perdeva i capelli, si sfigurava, finchè vide una trave nel soffitto che fu il suo punto di arrivo a 49 anni. Fu sepolta in una fossa comune.

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #3 il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 13:08:28 »
Una bella proposta. A dire in vero in questo caso, la sofferenza viene dal particolare luogo e periodo storico in cui si è venuta a trovare Marina Ivanovna Cvetaeva, un regime aggressivo e assolutista, l'ombra oscura che gli storici hanno definito sicuramente "peggiore" del nazismo. Quindi è ovvio che la sua arte risenta di questa ferita profonda. Poi la perdita del marito e del figlio, sono insanabili abissi, che per un animo sensibili di un poeta, madre, moglie, è sicuramente stato un colpo fatale.
La sua poesia non è mai banale, ma non è neppure quel dolce miasma pestilenziale, di tanti poeti, che hanno vissuto celebrità ben superiore alla sua. E' una graffiante metafora, nascosta tra i versi, che sempre risente di una lotta senza quartiere, combattura però con l'invisibile arte di chi, non poteva scrivere, se non in esilio, esplicitamente il suo pensiero.Questa è sicuramente una poesia d'amore, ma non dell'amore che vive in una animo libero dalle catene dell'oppressione.

Ci sono nomi, come fiori grevi,
E sguardi — che come fiamme danzano...
Ci sono oscure pieghe della bocca
Con angoli umidi e profondi.
Ci sono donne — chiome come elmetti,
Il cui ventaglio odora di sottile
Rovina. Hanno trentanni. — Perché a te, perché
L’anima mia di giovane spartano?




Offline India

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #4 il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 13:39:39 »
Gianpiero, sapevo che saresti intervenuto tu a ravvivare e ad apportare del costruttivo in questo topic e ti aspettavo.  Scusate la mia nota polemica, ma pare che i topic più interessanti e seguiti siano quelli di pettegolezzi o quelli dove si parla  di eccessi di commenti. Viceversa quando si parla di poesia che non sia la nostra,  i topic non suscitano alcun interesse.
Detto questo sì, lo so Giampiero, la sofferenza della poetessa  non viene dalla sua condizione femminile, ma da un regime totalitario che sopprime tutte le voci che non parlino di propaganda. Per quanto questo mestiere sembri inutile, in realtà è temuto più di chi è terrorista.
I versi che sottoponi alla nostra attenzione, sono una struggente poesia d'amore, che vive incatenata, una poesia che non trova neanche la forza di cercare riscatto.
« Ultima modifica: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 13:41:43 da India »

Offline poeta per te zaza

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Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #5 il: Mercoledì 10 Ottobre 2012, 14:04:30 »
Su questa grande autrice avevo aperto un forum a marzo nel Gruppo di lettura.
Lo posto anche qui, per tenere tutto insieme.


L'amore secondo Marina Cvetaeva

________________________________________
L'amore
è lama? È fuoco?
Più quietamente - perché tanta enfasi?
È dolore che è conosciuto come
gli occhi conoscono il palmo della mano,
come le labbra sanno
del proprio figlio il nome.


Marina Cvetaeva
       

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Offline poeta per te zaza

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Re: Poesia al femminile e all'italiana nella storia
« Risposta #6 il: Giovedì 11 Ottobre 2012, 21:12:35 »
Ho corretto il titolo perché giustamente, nel forum "di cosa vogliamo parlare?" aperto
e condotto principalmente da India, come questo, si parla della difficoltà, nelle traduzioni
di poesie da altre lingue, di rendere la vera "anima" della poesia.

Pertanto, volendo continuare questo topic, posto due poesie di un'italiana.

SIBILLA  ALERAMO, Nome d’arte di 
Rina FACCIO

Rina Faccio, vero nome della scrittrice Sibilla Aleramo, nasce ad Alessandria il 14 agosto 1876.
Prigioniera in una convivenza squallida con un marito non stimato e di una vita condotta in una cittadina della quale percepiva il gretto provincialismo, credette di trovare nella cura del suo primo figlio Walter, nato nel 1895, una fuga dall'oppressione della propria esistenza: la caduta di questa illusione la portò a un tentativo di suicidio, dal quale volle sollevarsi attraverso un personale impegno a realizzare aspirazioni umanitarie attraverso le letture e gli scritti di articoli che le furono pubblicati, a partire dal 1897, nella «Gazzetta letteraria», ne «L'Indipendente», nella rivista femminista «Vita moderna», e nel periodico, di ispirazionesocialista, «Vita internazionale».


E’ stata la più importante scrittrice italiana a impegnarsi nel movimento di liberazione delle donne, sia con l'esempio della propria vita, sia attraverso scritti giornalisti, racconti e romanzi, tra cui il famoso Una donna. Ebbe una tempestosa relazione con Dino Campana.


NOME NON HA


Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com’altri ai miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha.

**********


La piccina ch'io ero mi guarda.

Te sola, fra tante ch'io son stata,
sola te non ricordo quale m'appari
in questa di me remota immagine.
Così ero? Ancora in specchi non ti miravi,
sapere non potevo se m'assomigliavi.
E or s'incontrano i nostri sguardi.
Come seria sei, piccina, e assorta,
parrebbe quasi veramente tu vedessi
quella che oggi io sono,
e in balenante prescienza vivessi
interi i settant’anni che ti attendevano,
lunghi anni e folti e gravi,
c'e nell'ovale dolce del tuo viso
come lieve, oh, lieve, alito di sgomento,
tu creaturina sana, amata, armoniosa,
così composta nella posa,
manine annodate in grembo,
piccina brava ch'io son stata
nell’età remota che non ricordo.,
ma or dimmi, per quanto mai tempo
ancora occorrerà aver coraggio, dimmi,
tu che fissamente con la luce dei penosi occhi
mi guardi mi guardi mi guardi?
 
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Offline Antonio Terracciano

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Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #7 il: Venerdì 12 Ottobre 2012, 00:20:00 »
Ringrazio "Zaza" per avermi dato la possibilità di leggere (per la prima volta) due poesie della Aleramo, pregne di sensibilità (forse un po' morbosa? ) e nelle quali si può gustare il poetico fluire della nostra bella lingua italiana. Del resto, se la poetessa si era innamorata di uno dei miei poeti preferiti, lo "strano" Dino Campana, doveva per forza avere una marcia in più (una marcia diversa? )

Offline India

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #8 il: Sabato 13 Ottobre 2012, 12:18:29 »
posso dire che Sibilla Aleramo mi piace molto di più come narratrice che come poeta?

Offline India

Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #9 il: Sabato 13 Ottobre 2012, 12:38:27 »
Mi ero promessa di non postare più poesie di poeti stranieri, ma questa volta non ne ho potuto fare a meno. Questa poesia di Sylvia Plath merita veramente. E se la traduzione può non averle reso giustizia fino in fondo, il significato dei soi versi sono estremamente interessanti. Il suo voler essere orizzontale, pittosto che verticale ( perchè il suo  essere verticale appare inutile, al contrario degli alberi, forse anche imbarazzante, con metafore efficacissime) ci mostra la sua dimensione, ( da orizzontale qualcuno l'avrebbe protetta, accarrezzata, si sarebbe accorta di lei) il suo urlo, il suo disperato bisogno di una scelta che poi avrebbe portato a compimento.

Sylvia Plath 1932 - 1963

Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
cosi' da poter brillare di foglie a ogni marzo,
ne' sono la belta' di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovro' perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero e' immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma piu' clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata e' per me piu' naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e saro' utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.


Forse perchè io sono altrettanto pessimista, forse perchè anche io non ho trovato una giusta dimensione, una collocazione in questa vita, che questa poesia mi appartiene completamente e mi rappresenta.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Poesia al femminile
« Risposta #10 il: Lunedì 15 Ottobre 2012, 13:44:03 »
La donzelletta vien dalla campagna
colla sua fascia d'erba e reca
in mana una mazzolina di fiora e di viola
onda siccoma suola ornara ella s'appresta
dimana al dì di festa la petta e la crina,
sieda con la vicina sulla scala a filar
la vecchierella...


e finisco con la vecchierella...   :D

penso che la poesia non debba essere considerata né maschile né femminile, forse androgino!...  :D
« Ultima modifica: Lunedì 15 Ottobre 2012, 13:48:18 da paolo corinto tiberio »
salvatico è quel che si salva

Offline poeta per te zaza

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Re: Poesia al femminile nella storia
« Risposta #11 il: Lunedì 15 Ottobre 2012, 13:46:14 »
Cara India e resto del mondo,

io avvicinerei Silvia Plath e IO SONO VERTICALE  a Mary Oliver con i suoi FIORI BIANCHI, che trovate
nel Gruppo di lettura

http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=4044.0

cosa ne pensate?


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