Autore Topic: Come Internet ci riporta (letterariamente) al Medioevo  (Letto 12577 volte)

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Offline Antonio Terracciano

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Come Internet ci riporta (letterariamente) al Medioevo
« il: Venerdì 19 Maggio 2017, 20:35:13 »
Alla voce "Lettura" dell' "Enciclopedia Einaudi" , redatta negli anni Settanta, il grande semiologo francese Roland Barthes (quasi un omologo, anche se non scrisse mai romanzi, del nostro Umberto Eco) , dopo avere notato che nel Medioevo erano pochissimi coloro che sapevano leggere (e quasi tutti ecclesiastici) , ma che quei pochissimi sentivano spesso il bisogno anche di scrivere (magari semplicemente note a margine dei manoscritti importanti che leggevano) , perché lettura e scrittura andavano di pari passo, aggiungeva poi che "oggi la massa dei 'leggenti'supera di molto la massa degli 'scriventi' (...) , e questa sproporzione può essere sentita come malessere: molti lettori non possono, nella nostra società, accedere alla scrittura (nel senso creativo del termine) , per ragioni principalmente economiche (editoriali) ; restano lettori, consumatori, condannati a una sola prestazione (leggere) , a un solo modo d'approccio, mentre (...) è proprio la lettura che richiama naturalmente a scrivere: lettura e scrittura non dipendono più dalla stessa competenza, non hanno più gli stessi 'sbocchi' " .
Erano anni in cui non si immaginava ancora l'avvento di Internet, ma ecco che ora (a cominciare da siti come "Scrivere. info" ) questo mezzo moderno, accanto a tanti svantaggi, soprattutto nelle vere relazioni sociali, che ha comportato e sta comportando, ha finalmente permesso la realizzazione di quel sogno che Barthes, solo qualche anno prima, riteneva praticamente irrealizzabile, ci ha riportato, letterariamente parlando, al Medioevo, ma su scala alquanto più larga!