Autrice del giorno: Rosy Marchettini
Che dire di Rosy? E’ stata tra le prime persone che mi hanno letta e commentata, che mi ha incoraggiata a non abbattermi di fronte alle difficoltà, spiegandomi che l’importante era comunicare emozioni e che la forma sarebbe migliorata con il tempo. Grazie a lei mi sono sentita subito accolta in una comunità che mi intimoriva e nella quale mi sentivo inadeguata.
Fatta questa doverosa premessa di affetto personale che mi lega a Rosy Marchettini, passo alle sue poesie che, da giugno 2008, sono arrivate al considerevole numero di 460. Sei volte autore del giorno e tre volte autore della settimana, la sua produzione poetica si rivolge principalmente alle tematiche riguardanti l’amore, l’introspezione e la riflessione, anche se la sua impetuosa fantasia e la versatilità con cui si esprime, le hanno permesso di addentrarsi anche nei meandri della poesia erotica. “Sono una gitana, una selvaggia”. Così si autodefinisce nella sua biografia, quando racconta di avere come patria il mondo intero, essendo realmente vissuta in tutti i cinque continenti.
Nelle sue liriche c’è, dunque, la sua vita, con le ribellioni, i momenti di spiritualità, il rapporto con uomini e donne, in assoluta libertà di espressione, che, nei momenti di maggiore autonomia le ha fatto “partorire” anche alcuni pregevoli versi in vernacolo romanesco (e qui devo ammettere di essere un po’ partigiana nei confronti di chi si sa esprimere in dialetto).
Nonostante il suo carattere vulcanico, estroverso ed impulsivo, ha avuto il coraggio di affrontare, più spesso di quanto non si faccia abitualmente, anche la tematica relativa alla morte, argomento assai delicato e talmente intimo che a volte, leggendo poesie su questo genere, ci si sente un po’ a disagio, come se il lettore fosse un “guardone” che spia nel dolore di un’altra persona.
Il suo stile, sempre coerente sia con l’intera sua produzione, che nei commenti molto personali e precisi alle poesie degli altri autori, è schietto e diretto, rivolgendosi direttamente all’interlocutore, ma con una naturale capacità di rendere scorrevole il verso, che risulta musicale e fluido anche nell’uso delle metafore.
In quest’ultimo periodo ha diradato la sua presenza, perciò speriamo che, vedendosi oggi in prima pagina, non le venga un po’ di nostalgia e non decida di regalarci ancora qualche sua preziosa gemma poetica.