Poi basta,lo giuro
R
A Cesare, a Dio
a quanto male, quanto bene di riflesso
a quanta è la proporzione
a quanto subdolo il valore,
a quanto scivoli, olio della mia ruggine
incarnato,
Potere
Bianca verità
a che vessilli ti rivolgi
sublimandoti da niente
verso un niente che striscia
la capacità
un talento da eletti
varcando i silenti, le feste, i silenzi
rivivano, dopo, molto dopo
decisamente dopo
Disprezzo e poi
finisse in un foglio marchiato
dalla cera rossa
più personale, più incandescente
possa il dito potersi ustionare
l'indice mente, ingobbito:
Confesso,
a voi e non a nostro Signore
che ormai tutto sa
o finge di sapere, per poter mantenere
una parvenza di infallibilità.
Ebbene mi capisca
perché capire è il suo mestiere
l'aria umida che porge il fiato
a tutte le vostre, le mie preghiere.
Parlando di preghiere, soccorsi o invocazioni
io seppur in arretrato di lustri e millenni
ne ho ricevute, e su quante
che il conto si perda, e pure si disperda
dietro la larghezza
del quadrilatero delle mie spalle
incurvate da un secolo quasi oramai,
il calore, io occluso all'aggiunta,
alle invenzioni di altri, nuovi termini
lo definisco così,calore
che ci si prova addosso
nell'essere al di sopra,
anche soprattutto e solo, dell'essere
quell'umano
l'albero sovrannaturale imperante
su un prato d'erba rinsecchita
di anche solo un istante d'ombra, invocante.
Credete dopo, una volta sfiorata con le dita
ne abbia a sazietà
e che nel ruolo momentaneo che è
e che rimanga pure a Dio
credete che io...