Propongo a chi passa di qui di fermarsi un attimo ed ascoltare questa bella poesia (forse, secondo me, un piccolo capolavoro) di Benito Ciarlo letta dall’autore stesso.
Ciccate sul link:
http://www.youtube.com/watch?v=3CsSVbtjs54E fu poesia – di Benito Ciarlo -
Quando le stelle ancor erano esangui
e stentava la luce a farsi strada
nell'universo denso, già mormorava
un alito, un insetto ronzante pertinace
si dibatteva intrepido tra il piccolo
e l'enorme. Quando la nebbia
avvolse le coscienze e della chioma
della dea maligna restò solo una ciocca
nella mano di pietra che s'ostinava
a carezzarle il crine, si distinsero
armoniche più acute. Toni diversi
striduli e rombanti, tuoni in embrione
e lampi finalmente. La luce liberata
invase il campo. E l'acqua scaturì
dalla sorgente. Il ronzio si placò
per lasciar spazio al ciclico fragore
della novella furia. Sorse il vento.
E l'insetto cocciuto migrò altrove,
il suo frinire eterno si confuse
col canto delle stelle più lontane.
Quando le stelle ancor erano esangui
si dibatteva un cuore tra i titani
e scivolando assunse le sembianze
d'una inconsueta sintesi, più nuova,
che univa luce, vento, tuoni e fuoco:
Verbo, Parole, Verso. E fu poesia!