Autore Topic: Quando la parola diventa turpiloquio  (Letto 1510 volte)

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aureliastroz

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Quando la parola diventa turpiloquio
« il: Giovedì 11 Febbraio 2010, 13:11:18 »
C’è un momento, nella vita di ognuno di noi, in cui è necessario sottoporsi ad un processo di autocritica; spogliarsi di tutti gli orpelli che impediscono una visione oggettiva dei fatti e verificare quanto dei nostri comportamenti sia improntato ad una effettiva ricerca di miglioramento di se stessi e quanto invece dettato da fattori esterni o da devianze quali l’orgoglio, l’intolleranza, la rabbia, l’odio, l’insofferenza, la disperazione.
Il momento dell’autocritica rappresenta in ogni essere pensante e dotato di ragione, un elevazione al di sopra dell’irragionevolezza; si abbandonano i pregiudizi e si fa spazio all’obbiettività (se mai può esserci obbiettività nel genere umano) o almeno si cerca di essere obbiettivi quanto più possibile. 
Nella mia pur lunga vita ho cercato di trovare sempre il tempo per provare ad analizzare gli accadimenti in maniera che non fossero contaminati dalle mie limitazioni mentali, ma forse la fretta, la superficialità, l’incoerenza ( di cui a volte mi vanto), unite alla volontà di non creare troppi  contatti umani ed alla “vis polemica”, mi hanno quasi sempre portato ad autoassolvermi da ogni peccato e ad imputare ad altri le mie manchevolezze. Intendiamoci, ho anche incontrato persone che dell’autocritica ignorano perfino il significato, ma questo è un problema che riguarda solo la loro coscienza ed immagino che quando avranno la mia età probabilmente arriveranno alle mie stesse conclusioni (almeno lo spero per loro).

Vi starete chiedendo da dove, questa specie di “nobile decaduto” stia tirando fuori queste affermazioni e quale sia il trucco.

Nessun trucco, l’unica realtà è che ci si sveglia un giorno e ci si accorge di aver fatto il proprio tempo che le persone amano pensarla a modo loro e che non è né corretto, né utile, né più  interessante cercare di convincerle che esiste un’altra realtà e che un altro mondo è possibile.
Al mattino ci si sveglia e si ricontano i conoscenti, si verifica quanti siano sopravvissuti alla notte, ed all’appello ne manca sempre uno, fino a quando qualcun altro conterà ed all’appello mancherai proprio tu.



(continua)

aureliastroz

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #1 il: Giovedì 11 Febbraio 2010, 13:12:18 »
Ma non divaghiamo, questo non c’entra nulla, i fatti nella realtà sono questi: ieri sera nella chat di scrivere mi sono lasciato trascinare (anzi sarebbe meglio dire “ho trascinato”) in una discussione accesa nella quale ho utilizzato toni che non mi sono mai appartenuti nella conversazione corrente. Certo, talvolta ho fatto ricorso a locuzioni “colorite”, ma, per il semplice fatto che non fossero profferite come offesa ad alcuno, non rispondevano ai canoni di “parolacce” come le intendo io. Ieri sera ho sottratto a queste locuzioni il loro carattere discorsivo e “goliardico” per trasportarle in un contesto scurrile, volgare, senza alcuna giustificazione apparente.
Certo il momento era particolare: uno scontro verbale  tra me e due altri utenti della chat, ma avrei potuto affrontare la diatriba come ho sempre fatto in passato, facendo ricorso all’ironia ed al sarcasmo, invece mi sono trovato impelagato in uno squallido gergo da osteria dove le parole cercavano di essere una via di intimidazione anziché di confronto (ancorché “dialettico” ) con i due interlocutori.
E più il tempo passava, più scoprivo di avere dentro una rabbia che cercava sfogo attraverso quel tipo di espressione.
Ho sempre affermato quanto sia normale il fatto che le emozioni seppur violente vengano a galla, ma in genere è compito della ragione frenare certe pulsioni e far sì che ad emergere siano modi e comportamenti più consoni ad un vivere civile.

Dunque faccio un  “mea culpa” di quanto accaduto.
Ovviamente questo non esime i miei due interlocutori dalle loro responsabilità (hanno accettato di scendere sullo stesso piano), ma ho la consapevolezza di essere l’artefice di quanto successo, poiché dall’alto dei miei anni avrei dovuto avere una visione più “adulta” di quanto non potessero due giovani ragazzi.

Non chiedo scusa ai due, ma alle persone che in quel momento erano in chat (non dico i nick perché anche questa dovrebbe essere area soggetta a privacy).
In quel momento c’erano delle persone con le quali ho stretto negli ultimi tempi un rapporto di conoscenza e che mi hanno onorato della loro amicizia. Chiedo scusa a loro se le ho deluse.
Non perdo tempo a cercare attenuanti che si collocherebbero al di fuori di questo contesto e che comunque, vista la gravità dei fatti, non giustificherebbero la perdita di autocontrollo da parte mia.


(continua)

aureliastroz

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #2 il: Giovedì 11 Febbraio 2010, 13:12:51 »
Vi chiederete perché tutta sta manfrina? Certo, avrei potuto tacere quanto accaduto o limitarmi a chiedere scusa solo alle persone direttamente interessate, invece di fare ammenda pubblica e “perdere la faccia” in questo modo, ma  ho pensato che forse la mia presenza in questo sito alla fine possa avere un significato, se almeno per 5 minuti serva da monito per tutti coloro che dovessero trovarsi nella mia stessa situazione di ieri. Pensare prima di agire o di scrivere, dopo non serve a nulla.

E’ per questo motivo, nella convinzione che la mia presenza sia ormai fuori luogo e che la mia immagine, nonostante tutte le ammende del mondo, sia ormai quella che si può associare ad un aiuto vice scaricatore di porto, che ho deciso di non essere più presente nella vita del sito limitandomi semmai a sporadiche pubblicazioni e null’altro. Lo so che alcuni (parecchi) tireranno un sospiro di sollievo, ma non è certo per far loro piacere che prendo questa decisione. 
In passato è successo che io sia andato via e poi rientrato con altri nick (diversi), ma la mia fuoriuscita è stata sempre associata a… come dire … divergenze di vedute con qualcuno “in alto” e non direttamente imputabile ad una mancanza di rispetto verso me stesso.

E’ probabile che in questo momento io agisca  sotto l’impulso del complesso di colpa e che esasperi l’accaduto, ma è meglio così; ieri sera ho arrecato offesa alla mia intelligenza. Dopo questo avvenimento mi sarebbe insopportabile restare in questa comunità che, pur con tutti i suoi difetti ed i suoi limiti, è popolata da persone (non tutte) di buona volontà con le quali non riuscirei più a sostenere un dialogo “guardandole negli occhi” senza sentirmi in colpa per quanto accaduto.

Allora, siccome pretendiamo che, nella vita reale, chi sbaglia faccia ammenda e dia le dimissioni, resto coerente a questo mio principio e mi allontano dal sito.
A differenza delle altre volte non cancellerò il mio nick, ma farò come quei fumatori che decidono di smettere e lasciano il pacchetto di sigarette in bella vista come monito a ricordare il loro sbaglio.




Offline Marina Como

Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #3 il: Giovedì 11 Febbraio 2010, 22:00:50 »
 ;D Almeno sino a che si è sicuri di non rifumare più!
Contrita... A volte succede di voler sputarsi nello specchio, ma spero non duri a lungo.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

masman

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #4 il: Venerdì 12 Febbraio 2010, 11:49:52 »
Caro Conte, mentre leggi queste righe, soffermati per un momento a riflettere su questo, e cioè che noi NON siamo i nostri comportamenti. Stai cercando di risolvere il tuo senso di colpa (quello che TU chiami “senso di colpa”) a livello di identità; ma tu non sei il turpiloquio: hai semplicemente adottato un comportamento che per convenzione viene definito turpiloquio. Ed è, appunto, soltanto un comportamento. Non ho assistito al “chatting” cui fai riferimento, eppure dal tuo post emergono in maniera chiara ed evidente alcuni dei tuoi valori: la coerenza, l’intelligenza, il rispetto per se stessi e per gli altri, ecc. Questo sei tu – non le parolacce che ti sono scappate. E proprio perchè sei e sai di essere una persona estremamente intelligente, saprai anche osservare con distacco e lucidità lo sfogo che hai avuto.
Abbandonare il sito non serve a te e non serve nemmeno al sito, che mai come oggi ha bisogno di persone di cultura, intelletto e arte; persone che sappiano stimolare e arricchire con la loro visione la visione degli altri. So che sei in grado di leggere molto di più di quello che in realtà ho scritto.

aureliastroz

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #5 il: Venerdì 12 Febbraio 2010, 17:02:01 »
Caro Massimiliano, apprezzo molto il tuo tentativo di minimizzare. La verità è che noi siamo quello che diciamo, quello che scriviamo, quello che mangiamo. Non si può scindere il comportamento di ciascuno di noi da quello che siamo realmente altrimenti chiunque causi, per esempio, una guerra potrebbe essere considerato, visto nella tua ottica, una brava persona.
La coerenza, l’intelligenza, il rispetto per se stessi e per gli altri non sono concetti astratti, ma si fondano sulla capacità che ognuno di noi ha nel riuscire a  dominare gli istinti, le pulsioni, le emozioni violente.
La razionalità non è solo un concetto, ma è il fondamento sul quale si poggiano le basi del vivere civile.
Posso essere ( e lo sono) d’accordo con te quando dici che  il “turpiloquio” è una definizione, una convenzione, ma se proprio io che sono convinto di questo, mi accorgo di aver modificato il linguaggio in modo tale da essermi procurato disagio e di averlo procurato ad altri, allora è legittimo ritenere di aver sbagliato.

E’ vero, il mio è stato uno sfogo. A distanza di un paio di giorni lo posso affermare con certezza. In quel momento c’erano quei due ragazzi,  in uno di loro ho identificato la causa di un mio malessere perciò l’ho aggredito verbalmente, l’altro si è trascinato da solo nel vortice (benché non invitato), ma è sufficiente questo per assolvermi? E’ sufficiente per affermare che la colpa è da ricercare nelle situazioni contingenti?
No! Non lo è. La verità è che la rabbia non dovrebbe avere spazio nelle nostre azioni, forse potrebbe averla nei nostri pensieri, nelle nostre elucubrazioni mentali, nelle nostre allucinazioni ipnagogiche, ma il filtro della razionalità nella vita reale dovrebbe essere al di sopra di qualunque desiderio di sopraffazione.
Checché se ne possa dire, quando siamo su internet viviamo comunque uno sprazzo di vita reale e  le entità che abbiamo davanti, anche se semplici nick, presuppongono l’esistenza di persone dall’altra parte dello schermo.

Ecco perché, lungi da me l’idea di cadere nell’autoflagellazione (non sono proprio il tipo), non posso accettare la tua visione edulcorata e amichevole della faccenda; ma grazie per la testimonianza di stima… 
« Ultima modifica: Venerdì 12 Febbraio 2010, 17:08:07 da Il Conte »

Offline Saldan

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #6 il: Venerdì 12 Febbraio 2010, 22:58:09 »
In quel momento c’erano quei due ragazzi,  in uno di loro ho identificato la causa di un mio malessere perciò l’ho aggredito verbalmente, l’altro si è trascinato da solo nel vortice (benché non invitato), ma è sufficiente questo per assolvermi? E’ sufficiente per affermare che la colpa è da ricercare nelle situazioni contingenti?

Malessere? per aver detto che che il Crocetti aveva regolato i conti col conte (ironicamente, senza voler essere offensivo o mancare di rispetto, ho voluto utilizzare un tuo atteggiamento per farti anche capire che non è sempre bello, specie quando invece che esibirlo lo si subisce) tutto ciò ti ha procurato malessere? boh....non voglio alimentare polemiche e comunque almeno hai ammesso di aver sbagliato, io ho sbagliato a lasciarmi trascinare ma se tu avessi tenuto un comortamento diverso tutto ciò non sarebbe successo....
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
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Offline Stefano Toschi

Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #7 il: Sabato 13 Febbraio 2010, 00:01:03 »
Beh, Conte, si sbaglia, si riconosce l'errore, si cerca di non ripeterlo di nuovo.
Tu hai lasciato il pacchetto di sigarette in bella vista come monito per il tuo errore, ma non sono le sigarette l'errore, è che te le eri fumate al contrario!
Sono contento, però, che non hai resistito alla tentazione ed oggi alle 17.02 hai ripreso in mano il pacchetto e te ne sei fumata una, questa volta per il verso giusto.
Senza di te il forum diventa noioso, spero proprio che tu non voglia davvero smettere di fumare!
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Amara

Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #8 il: Sabato 13 Febbraio 2010, 12:30:37 »
..io parole come quelle di Massimiliano non ne so trovare... però sono d'accordo con lui...
e non voglio spingermi oltre...
... ti aspetto... :)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

aureliastroz

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #9 il: Sabato 13 Febbraio 2010, 14:21:55 »
Malessere? per aver detto che che il Crocetti aveva regolato i conti col conte (ironicamente, senza voler essere offensivo o mancare di rispetto, ho voluto utilizzare un tuo atteggiamento per farti anche capire che non è sempre bello, specie quando invece che esibirlo lo si subisce) tutto ciò ti ha procurato malessere? boh....non voglio alimentare polemiche e comunque almeno hai ammesso di aver sbagliato, io ho sbagliato a lasciarmi trascinare ma se tu avessi tenuto un comortamento diverso tutto ciò non sarebbe successo....

Nessuna polemica Salvo: hai ragione !!!
Stefano, il forum senza di me noioso??? No, solo più tranquillo.
Beh ! No, lo ammetto un poco più noiosetto è vero  :)

Grazie Amara

Offline Saldan

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #10 il: Sabato 13 Febbraio 2010, 16:51:46 »
Nessuna polemica Salvo: hai ragione !!!
Stefano, il forum senza di me noioso??? No, solo più tranquillo.
Beh ! No, lo ammetto un poco più noiosetto è vero  :)

Grazie Amara


Per me possiamo anche metterci una pietra sopra, non è necessario che te ne vada, nessuno vuole questo.....penso che il fatto di avere capito che hai sbagliato (di conseguenza anch'io) è già qualcosa d'importante e che, a parer mio, può permettere di chiarire definitivamente questa faccenda....in fondo penso che siamo tutte persone mature con passioni importanti e condivise, capita di sbagliare....
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arcadica

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Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #11 il: Lunedì 22 Febbraio 2010, 08:32:17 »
Caro Conte, mi affaccio solo adesso a questa pagina, con il pretesto di ringraziarti pubblicamente per il commento alla mia ultima poesia "come una pace". Vedi come le cose arrivano dove devono, senza gran rumore. Perché quella poesia l'ho scritta per te. Un po' per l'esame di coscienza che hai fatto aprendo questo topic, un po' per completare con la poesia, quelle due righe che ci eravamo scambiati in privato.
Nella seconda parte del commento, dici che in altri tempi avresti portato il mio testo da commentare sul forum. E non è per la poesia, ma per la nostalgia che ho letto nelle tue parole che voglio invitarti a tornare qui, a esprimere le tue opinioni, le tue critiche, i tuoi consigli... Qualcuno prima di me dice del tuo colore, del tuo valore. Io dico che la tua presenza fa la differenza e senza di te in questo contesto, è proprio quella che viene a mancare. Tutto ciò in generale. Però non nego che nella mia richiesta prevalga la componente personale. Quindi è anche per me, che ti chiedo di tornare. Ricordi che una volta in chat ci scambiammo un po' di idee sulla poesia e scoprimmo tante cose in comune. Ecco la mia nostalgia di te è paradossale. Non è generata da quelle due o tre cose che abbiamo scritto ultimamente sul forum. Bensì da quello che potrebbe scaturire da un nostro scambio in futuro: un'intesa poetica, un approfondimento di idee, un confronto di linguaggi. Insomma tutto un percorso che sarei stimolata a scoprire, perché ritengo che esistano poche persone eclettiche come te, e non solo in ambito poetico. Inoltre sono certa di interpretare la volontà di altri del forum, che forse non hanno osato esprimersi, ma gradirebbero averti ancora qui tra noi,

"come una pace".

aureliastroz

  • Visitatore
Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #12 il: Lunedì 22 Febbraio 2010, 11:45:23 »
Grazie Arcadica.
Forse inconsciamente vi ho letto qualcosa che mi riguardava, ma la tua Poesia è meravigliosa anche senza dedica...

Offline Marina Como

Re: Quando la parola diventa turpiloquio
« Risposta #13 il: Lunedì 22 Febbraio 2010, 12:14:49 »
Caro Conte, ...................... Inoltre sono certa di interpretare la volontà di altri del forum, che forse non hanno osato esprimersi, ma gradirebbero averti ancora qui tra noi,

"come una pace".

per me senz'altro. Come lo sa dire bene lei!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.