Caro Vincent, per quanto mi riguarda la poesia oggi non dovrebbe essere più soggetta a rime e metriche, ma essere più libera.
Certo c'è chi scrive secondo delle regole e magari lo fa perchè lo vuole fare o perchè gli piace sia così, ma c'è anche chi riesce ad espimersi senza averne bisogno, creando un sentire nuovo assieme alla forma.
Ora, io ti parlo come colei che ha sempre odiato incasellare ciò che scrive e quindi, volutamente non ricerco la rima o il conto delle sillabe.
La poesia è sicuramente ispirazione in un dato momento, ma secondo me, è anche l'insoddisfazione che ne segue. Il fatto che non ci piace ciò che scriviamo è sinonimo di volontà di crescita, quella ricerca che porta a trovare un modo di estrinsecare del tutto personale e che forse ci permette di distinguerci dagli altri.
Puoi scrivere e non ritoccare una virgola e quella è poesia, ma puoi anche cambiarla a seconda del tuo sentire, e quella è allo stesso modo poesia. Io, ad esempio, ho molte cose nel cassetto che non pubblico perchè non mi soddisfano e non riesco a cambiarle, non ci sento quello che vorrei giungesse agli altri...
Devi avere, secondo me, un
là dentro che poi diventa poesia, ma questo presuppone un certo studio (non delle regole metriche ecc.) che ti portano a perfezionarla...
Magari leggendo di più, imparando le regole grammaticali, riuscendo a capire bene la differenza che esiste tra una prosa e una poesia... ma tutto questo senza l'ispirazione è nulla.
Non so se mi sono spiegata...