Autore Topic: Di solitudine - Zarathustra  (Letto 2158 volte)

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Offline Zima

Di solitudine - Zarathustra
« il: Martedì 19 Maggio 2009, 23:17:54 »
In accordo con l’autore che privatamente mi aveva chiesto consiglio, ho deciso di postare una sua poesia, in modo da poterne discutere con chi sarà interessato ad un confronto critico e onesto.




Di solitudine

Ma cosa sto facendo?
Quanto tempo sprecato
Nel limbo del nulla
a bruciar momenti
galleggio ed affondo
tra spiriti densi e vapori cubani

saetta brillante il nero schermo
di titoli e finali astutamente privo
mi spinge silente
mi spinge ancora
di inutili prose nel vuoto affollato

Mi accosto penoso al primo davanzale
Timido fremo
per uno soffio di pace
volgo lo sguardo...
ed è sempre tramonto



leggendo questo scritto sono stata assalita dalla solitudine, ma anche dall’angoscia dello scorrere del tempo senza che noi possiamo vivercelo a pieno. Mi ha fatto pensare anche a quei momenti in cui vorremmo scrivere, rendere fisici, solidi, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, ma pur scavando dentro di noi, ci ritroviamo ancora vuoti, non ne caviamo una briciola di niente. È così che le nostre parole ci sembrano inconsistenti, confuse, insensate.

Vedo quest’uomo, un bicchiere di brandy sulla scrivania e un cubano tra le dita, mentre cerca di srotolare i pensieri, di farseli uscire dalla testa per concretizzarli in parole, ma che si tormenta non riuscendoci. Allora si alza, e va al davanzale… guarda fuori: “è sempre tramonto”. In questa frase è il nocciolo intero della poesia, a mio parere.
“sempre” è statico, nulla cambia, ma in questo caso non è il tempo fisico, bensì quello interiore dell’autore. “tramonto” il momento più malinconico della giornata che finisce, il sole che muore, le speranze di fare qualcosa sparite.
Voglio far notare come alla prima lettura io non abbia letto “tramonto” ma “tormento”, probabilmente per assonanza (oltre che per mia –pardon- distrazione) che comunque non stava male, perché descriveva l’incessante logorio dell’anima.
« Ultima modifica: Martedì 19 Maggio 2009, 23:19:27 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Zima

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #1 il: Martedì 19 Maggio 2009, 23:18:31 »
Per rivederla un pochino:

Sfoltirei tutta la prima strofa, eliminando l’interrogativa. Salverei in qualche modo l’immagine degli spiriti densi e i fumi cubani.

Per la seconda strofa, poi, non capisco sinceramente perché definisci lo schermo “saetta”, trovo eccessivo l’utilizzo dei due aggettivi così vicini, seppur riferiti a due nomi diversi, poiché infondo si riferiscono comunque alla stessa cosa.

Nella terza invece, credo che sia così evidente lo stato d’angoscia, che potresti eliminare la gran parte di loro, come ti ho indicato.

Nel complesso la trovo troppo carica.
Per i miei gusti, infatti, c’è qualche aggettivo e qualche parola di troppo, che sottolineo. Perché sono convinta che la poesia sia un processo di estrusione e di eliminazione della materia in eccesso, come una scultura ricavata dal marmo grezzo.


Passo la palla agli altri... ;)
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
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r.d.

cipreacalend

  • Visitatore
Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #2 il: Martedì 19 Maggio 2009, 23:33:57 »
nulla nemmeno il nero
di titoli e finali
mi spinge silente

- ancora -
di inutili prose

quanto tempo sprecato
galleggio
affondo
tra spiriti e vapori cubani

mi accosto al davanzale
per un soffio di pace
lo sguardo

è sempre al tramonto
« Ultima modifica: Martedì 19 Maggio 2009, 23:59:53 da Mirella Crapanzano »

Offline Zima

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #3 il: Martedì 19 Maggio 2009, 23:52:55 »
grazie Mire!

questa tua dà in qualche modo una soluzione: sfoltisce il testo rendendolo essenziale, lo stravolge eliminandone il superfluo, ma mantenendone l'atmosfera.
non è importante spiegare e rispiegare le stesse cose, girare attorno alle immagini, ma offrirne dei flash che il lettore può percepire e visualizzare.

interessantissima la duplice interpretazione della parola "ancora".
una è l'àncora , che come zavorra ti fa affondare verso inutili prose, l'altra ancòra come avverbio di tempo, che prolunga la sensazione di lentezza. anche se, nell'ultimo caso, avresti dovuto scrivere "mi spinge silente/ ancora/ in inutili prose"... ma è un dettaglio!  ;D
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

mistral

  • Visitatore
Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #4 il: Mercoledì 20 Maggio 2009, 01:03:25 »
In accordo con l’autore che privatamente mi aveva chiesto consiglio, ho deciso di postare una sua poesia, in modo da poterne discutere con chi sarà interessato ad un confronto critico e onesto.




Di solitudine

Ma cosa sto facendo?
Quanto tempo sprecato
Nel limbo del nulla
a bruciar momenti
galleggio ed affondo
tra spiriti densi e vapori cubani

saetta brillante il nero schermo
di titoli e finali astutamente privo
mi spinge silente
mi spinge ancora
di inutili prose nel vuoto affollato

Mi accosto penoso al primo davanzale
Timido fremo
per uno soffio di pace
volgo lo sguardo...
ed è sempre tramonto



leggendo questo scritto sono stata assalita dalla solitudine, ma anche dall’angoscia dello scorrere del tempo senza che noi possiamo vivercelo a pieno. Mi ha fatto pensare anche a quei momenti in cui vorremmo scrivere, rendere fisici, solidi, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, ma pur scavando dentro di noi, ci ritroviamo ancora vuoti, non ne caviamo una briciola di niente. È così che le nostre parole ci sembrano inconsistenti, confuse, insensate.

Vedo quest’uomo, un bicchiere di brandy sulla scrivania e un cubano tra le dita, mentre cerca di srotolare i pensieri, di farseli uscire dalla testa per concretizzarli in parole, ma che si tormenta non riuscendoci. Allora si alza, e va al davanzale… guarda fuori: “è sempre tramonto”. In questa frase è il nocciolo intero della poesia, a mio parere.


Probabilmente vedi l'uomo perchè l'autore ha pennellato un quadro dove ogni parola è finalizzata ad entrare dentro un certo tipo di atmosfera. Credo che sia dleineato chiaramente nella sua testa cosa vede e cosa vuole che gli altri vedano. Anche la musicalità è scandita. A me piace cosi, ma è al mia opinione. Ciao Alfio


Offline Amara

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #5 il: Mercoledì 20 Maggio 2009, 14:43:39 »
ciao a tutti...
notoriamente non ho i mezzi per offrire una critica..
poso solo esprimere un'opinione..
l'ho trovata davvero molto vivida.. nel leggere si delinea nella mente l'immagine..

ne traggo un senso di staticità.. di parole consumate inutilmente.. e.. nulla che sia poesia..

l'unica immagine che trovo un po abusata..pur se funzionale.. è 'nel limbo del nulla'..
per il resto.. apprezzo come è scritta.. ma tu.. ascolta Zima non me!!!!!  ;D
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Zarathustra

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #6 il: Giovedì 21 Maggio 2009, 21:44:37 »





Per la seconda strofa, poi, non capisco sinceramente perché definisci lo schermo “saetta”, trovo eccessivo l’utilizzo dei due aggettivi così vicini, seppur riferiti a due nomi diversi, poiché infondo si riferiscono comunque alla stessa cosa.





Per rispondere a Zima riguardo questa Sua interrogativa, posso solo cercare di illustrarVi la mia visione del momento.
Lo schermo nero si riferisce e sottintende alla mia vita " poetica " che in quel preciso frangente saetta - ossia appare per brevissimi spot e mai nello stesso luogo dell' anima - brillante - perchè quando ciò avviene lo fa in maniera fulgida ed accecante ( stavo appunto componendo ) -
Per questo motivo ho ritenuto necessario affiancare questi 2 aggettivi contravvenendo ai consigli che Zima stessa mi ha precedentemente elargito.

Offline Zarathustra

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #7 il: Giovedì 21 Maggio 2009, 21:55:27 »
nulla nemmeno il nero
di titoli e finali
mi spinge silente

- ancora -
di inutili prose

quanto tempo sprecato
galleggio
affondo
tra spiriti e vapori cubani

mi accosto al davanzale
per un soffio di pace
lo sguardo

è sempre al tramonto

Ciao Mirella - non so in effeti se posso permettermi la confidenza del " ciao " -
ho letto e riletto la Tua versione , purtroppo però la mia becera ignoranza poetica e non, non mi permette di provare le stesse emozioni e malinconici brividi che mi assalgono quando invece rileggo la mia.
Credo che dovrò lavorare parecchio !!



Offline Zarathustra

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #8 il: Giovedì 21 Maggio 2009, 22:02:31 »
Non so per ora che altro dire se non ringraziarVi per l' interessamento e per la piacevole sorpresa nel riscontrare note di apprezzamento da parte Vostra.
Io sono disponibile per ulteriori sviluppi
ciao

Offline Zima

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #9 il: Giovedì 21 Maggio 2009, 22:19:50 »
caro Zarathustra, ti ringrazio molto della spiegazione chi mi fornisci.
spero comunque di aver interpretato bene il tuo testo.

per quel che riguarda i consigli che qualcuno può darti, io, così come una versione differente di mirella o qualsivoglia opinione di chiunque altri, è ovvio che si tratta di semplici pareri, dati secondo il proprio gusto personale e la propria esperienza poetica.

è naturale che il testo che qualcuno scrive sull'impronta del nostro, per noi non potrà avere la stessa intensità e provocare le stesse emozioni, ma nemmeno pretende di farlo... sarebbe assurdo.
vuole essere semplicemente un esempio su cui riflettere.

 ;)
« Ultima modifica: Giovedì 21 Maggio 2009, 22:30:39 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Zarathustra

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #10 il: Venerdì 22 Maggio 2009, 20:38:17 »
Cara Zima
credo tu l' abbia interpretata benissimo, credo anche meglio di come la interpretai io stesso durante la scrittura.
Come spesso mi accade solo dopo alcuni giorni riesco ad entrare nel testo,
prima sono solo emozioni.
Certo capisco benissimo quello che mi dici e spero di non essermi espresso male nei miei post.
Un gentile saluto a te

cipreacalend

  • Visitatore
Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #11 il: Sabato 23 Maggio 2009, 19:59:11 »
Ciao Mirella - non so in effeti se posso permettermi la confidenza del " ciao " -
ho letto e riletto la Tua versione , purtroppo però la mia becera ignoranza poetica e non, non mi permette di provare le stesse emozioni e malinconici brividi che mi assalgono quando invece rileggo la mia.
Credo che dovrò lavorare parecchio !!


caro, non so neanch'io se posso permettermi... ;) la confidenza, però, non mi sono permessa di riscrivere la tua poesia pensando di poter ricreare le "tue emozioni  e i malinconici brividi", mi sembra ovvio, questo. La poesia è tua, è stata ispirata da uno stato d0animo che è solo tuo. Se l'ho fatto è stato solo per darti modo di vedere come è possibile interpretare,  in modi differenti una poesia, dal punto di vista dello stile, della struttura, della metrica, eccetera. Hai chiesto un consiglio su come migliorare il tuo modo di scrivere e questo poteva essere un semplice esempio e basta, null'altro, come dice Zima, semplici pareri.
Ed è grazie a persone come Zima, ai  suggerimenti, alle critiche, che ho migliorato decisamente il mio modo di scrivere, non certamente perchè qualcuno mi scriveva commenti positivi o mi incensava.
Ma questa, è solo la mia opinione personale.
Saluti.

Offline Zarathustra

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #12 il: Lunedì 25 Maggio 2009, 01:52:57 »
Ciao Mirella - credo che al secondo scambio possiamo permetterci la confidenza ;) -
ho capito benissimo le tue intenzioni,e mi scuso se la mia affermazione riguardo le emozioni, possa esser stata interpretata come una crititca.
Come ho già postato, accolgo con entusiasmo i vostri consigli e cercherò - ma non posso garantirlo- di farne tesoro.
grazie

Offline Rebby

Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #13 il: Venerdì 3 Luglio 2009, 08:30:11 »
Direi che la seconda versione che ci hai proposta rappresenti cio' che ti e' stato consigliato di fare.

La fisicita' del testo mi piace assai...sara' che somiglia molto alla maniera di mostrare i miei pezzi.

Troppi aggettivi tolgono gusto alla fantasia che deve essere stimolata, stuzzicata: in questo convengo con zima.

Altro discorso e' la scelta dei vocaboli che sono frutto di un'evoluzione poetica personale e sono come gli sciroppi: ce ne sono per tutti i gusti  ;D

Ah, dimenticavo, bello spazio questo

Ciao ciao

Umilmente

Carla  :-*

lucia*

  • Visitatore
Re: Di solitudine - Zarathustra
« Risposta #14 il: Sabato 29 Agosto 2009, 10:22:20 »
Quanto tempo nel nulla
momenti bruciati
galleggio ed affondo
tra spiriti densi

lo schermo nel nero
mi spinge al silenzio
ancora
È vuoto affollato

Mi accosto nel vento
e timido fremo
mi volgo
a un soffio di pace

Ed è sempre tramonto


Ringrazio l’autore perché mi ha dato la possibilità di fare un pò miei i suoi versi.
Mi capita solo quando c’è comunicazione, quando il messaggio chiaro emoziona e coinvolge come la sua Solitudine.
Momenti densi in cui sembra che il film della propria vita sia vuoto o solo nero
e acquistano lievità in quella timidezza in quel volersi volgere alla pace che bene rende la sensibilità della persona. Grazie Zaratustra, non vedere nella mia versione una critica negativa,   non sono in grado di spiegare a parole i cambiamenti che avrei fatto, né ho esperienza, volevo però partecipare e provare piacere sulle tue parole,  una possibilità di scambio, se può servire.
Credo giustamente che per te sarà sempre emozionante solo la tua versione.

Un saluto
Sajka
« Ultima modifica: Sabato 29 Agosto 2009, 10:37:17 da Sajka »