Non si preoccupi, il signor Vega, del garbo nella sua esposizione, perché non è alla sua volgarità che si devono rivolgere le critiche, quanto all'incomprensione di fondo che la motiva. Non è riuscito nemmeno a capire che la dottrina metafisica si rivolge sempre a un principio unico che si divide in polarità che stanno tra loro in un'apparentemente inconciliabile opposizione la quale, su un piano più elevato di osservazione, diverrà una complementarità che è destinata a risolversi nel principio dal quale la divisione si è allontanata inizialmente, nel processo che ha stabilito la propria manifestazione relativa. Tutte le dottrine aventi un unico principio che costituisce la prima affermazione dell'Assoluto si dicono, per le ragioni appena esposte: "Non duali". Ciò che, a torto o a ragione, viene attribuito ai Manichei è l'esatto contrario: essi, o chi per loro, negavano sia L'Assoluto che il Principio unico che da Quello deriva, e si fermavano all'osservazione dei fenomeni, esteriori e relativi, che sono con evidenza sotto agli occhi di tutti e che si manifestano nella ciclicità della danza di dicotomie che si alternano, senza avere un apparente senso, dato che l'obiettivo di quella alternanza non può essere altro che l'unità. La disamina di Vega, daltronde, non pretendeva di essere altro che una volgare espressione di un razzismo esclusivista tipico degli egoisti che pensano, oltre che aver capito la vita, anche di essere superiori e più intelligenti della vita stessa. Che faranno questi individui quando la loro figlia si innamorerà di un ragazzo di fede islamica e gli chiederà di conoscerlo? Proverà a capirne la natura e suoi i reali valori e principi, come si fa con un qualsiasi ragazzo bianco, o lo sprangherà con la sua mazza da superuomo che usa anche per giocare a golf? Ai posteri e ai dottori di una sala rianimazione la facile sentenza...