La poesia del XVII secolo parte dalle scoperte galileiane delle meraviglie remote nello spazio, ed esplicita, a mio parere, l’avvicinamento del microcosmo al macrocosmo, avvicinamento scientificamente ottenuto mediante l’utilizzo di microscopi e telescopi, scioccanti prodotti della curiositas umana. Nasce in tal modo una sorta di poesia scientifica, rigorosamente inventiva, che allarga e rinnova il lessico unilinguistico della tradizione petrarchista.
Esempio:
Alla Perla
Vaga figlia del ciel, ch’eletta e fina
sei di conca eritrea parto lucente,
ricchezza del bellissimo orïente,
nata e concetta in mar d’umida brina.
Tu allumi di candor l’onda marina,
uscendo incontra al sol bianca e ridente,
il cui valor, la cui beltà nascente
ogni ninfa, ogni dea pregia ed inchina.
Tu pullulando fuor d’alma natura,
non prendi qualità di salso gelo,
non tingi il tuo splendor di macchia impura.
Ma qual vergine bella in bianco velo,
lasci a l’onda l’amaro, e pura pura
fai de la tua beltà giudice il cielo.
(Girolamo Fontanella, dai “Nove cieli”)
Nella classica forma d’un sonetto (schema: ABBA, ABBA; CDC, CDC), il Fontanella (1612 – 1644), descrive – personificandolo – un fenomeno naturale: la formazione d’una perla. Egli, poi, com’è evidente dal verso incipitario, lega un oggetto del microcosmo (vicino e direttamente esperibile) ad un oggetto del macrocosmo (spazialmente lontano e visibile solo attraverso un adeguato strumento ottico), congiunge, cioè, per una somiglianza d’effetti (si noti il termine squisitamente galileiano), una perla ad una stella, sancisce l’unione del cielo con la terra. Anche la perla (descritta minuziosamente, scientificamente nelle sue caratteristiche), d’altra parte, come gl’astri, obbedisce ai principi naturali del creato!
Ma i nessi possono essere ancor più numerosi:
La fragole dette maggiostre
Ambre vermiglie o nettari granosi,
gioie aggruppate o porpore fiorite
dovrò chiamar le fragole arrossite,
sani coralli o rubinetti erbosi?
Favi celesti o balsami gustosi,
angeliche delizie o manne unite
dovrò nomar le fragole condite,
gelate ambrosie o zuccheri sugosi?
Quanto soave il Germe alletta e molce!
Or qual sarà ‘l Dator, che al senso mio
il provede e l’inostra, il tempra e folce?
Così parlar del Frutto e dir poss’io:
la Fragola, che assaggio è tanto dolce
che fa pensare al Ben goduto in Dio.
(Giuseppe Girolamo Semenzi, dal "Mondo creato diviso nelle sette giornate")