Calmai la furia di quel sapientone.
Placato 'l cor ed ammansito il Duce
Poss'or tornare a quella narrazione
Che s'interruppe un poco avanti luce
Per la disgressione sul Parnaso
Che tanto urtò colui che mi conduce:27
Se di Pandora noi rompiamo il vaso
Meno veleno all'aria s'appalesa
Di quanto ne vedemmo lì per caso.30
Dir quanti sono m'è soverchia impresa
Che tanti in su la riva se ne stanno
In mesta fila ed in pazient'attesa.
E come in procession le suore fanno
Così su quel sentier che men'al rio
Quell'anime dannate in coro vanno
Ad invocar mercè dal loro dio.
Adorano 'l danaro, beninteso,
E non l'Eterno che lor disse addio!
Il fium'è nuovo e sommamente esteso
E Dante no 'l conosce e si rammarca
- Fors'è l'Olona? - Azzardo non compreso.42
Ed ecco verso noi venir per barca
Un nano remigante pien di zelo
Pronto a rifar ancor la nave carca.45
Il cranio ha tozzo e pien di nero pelo,
La bocca grande e chiusa a denti stretti
Grandi le mani e adunche. Ond'io con gelo
Ravviso in lui la faccia di Chiambretti.49
Parola mia, l'orribile mastino
N'era la copia! E come li capretti
Ignari vanno verso il lor destino
Che li fa cibo a Pasqua degli umani,
così li peccatori in quel catino! 54
-Salta! -, mi spronò Dante, - O rendi vani
tutti gli sforzi che qui ci portorno,
saliam sul legno, affèrrat'a mie mani! -57
In quella bolgia un po' provai lo scorno
D'esser vicino a fior di mascalzoni,
M'appena giunti mi levai di torno.60
-O tu che sei cocciuto e non perdoni
A quest'avida gente lo peccato,
Perché da vivo, di', qui t'abbandoni?
Dove credi d'andar senza ch'il fato
Per te decida seguitar la gita?
Non puoi passar, se pria non hai pagato!- 66
E Dante a me: - E che, non l'hai capita
Ch'ad ogni tappa appar l'istesso scoglio?
Paga, perdinci, facciamola finita!
E tosto misi mano al portafoglio
E tanti ne contai, con tanti zeri
Che, come vedi, ancor provo cordoglio! 72
Poscia che fummo giunti all'altra sponda
Scendemmo lesti da lo triste legno
E l'Alighier che affann'e sudor gronda 75
Di mantenermi calmo mi fè segno:
- Questo giron no' l vidi quando venni,
Perciò non ti so dir per quale sdegno
Quest'anime a penar son fatte cenni 79
Non conosco la pena né 'l peccato
Ma penso come te che già l'accenni
Che lo stridor dei denti è provocato
Da quel yuppismo per lo qual son nati:
La voglia d'arrivar, ecco ch'è stato! 84
Il Saggio tacque ripensando ai Vati:
Scosse Chiambretti da la triste conta
E domandò del Limbo e dei suo' Frati. 87
Il mastino abbaiò con voce tonta:
-Più non esiste Limbo in questa landa,
Non più all'Inferno chi non seppe sconta! -