Con somma immodestia e un pizzico di megalomania , cedo alla tentazione e chiudo con un mio sonetto:
Come il nulla, al cor, niente è sì caro,
che sempre fu, ed è, e ancor sarà,
nella sua placida immobilità
del vano divenire, ognora, ignaro.
Degli eccessi di gioia o dell’amaro
dolore dei viventi, egli non sa;
perfetto nella sua semplicità,
raggio di luce rarefatto e chiaro.
Io mi ci sciolgo come una candela
consunta al fuoco, lenta, in calda cera,
finchè rimane spenta nella sera,
allor che l’imbrunire, piano, vela
del lume gli occhi, e una cortina nera
risolve in nulla tutto quel che v’era.
(Stefano Toschi, Scrivere.info, 2007)
Il commento, però, lo lascio a voi. Da parte mia voglio solo accompagnarlo con una citazione da Schopenhauer:
“Allora, in luogo dell’incessante, agitato impulso; in luogo del perenne passar dal desiderio al timore e dalla gioia al dolore; in luogo della speranza mai appagata e mai spenta, ond’è formato il sogno di vita d’ogni uomo ancor volente: ci appare quella pace che sta più in alto di tutta la ragione, quell’assoluta quiete dell’animo pari alla calma del mare, quel profondo riposo...”
“Quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è invero, per tutti coloro che della volontà ancora son pieni, il nulla. Ma viceversa per gli altri, in cui la volontà si è rivolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, è – il nulla.”
(da A. Schopenhauer, "Il mondo come volontà e rappresentazione")
Mi cimento in un commento-parafrasi di libera interpretazione per "nulla" carico di cultura ma di semplice gioco o passatempo.
Non me ne voglia l'autore del sonetto di cotanta bellezza!
Io, dal canto mio, non so se sarei capace di mettermi lì a contar le sillabe e perciò scrivo come capita.
Il "Nulla" ha per l'uomo molti significati, tant'è vero che quando a volte si chiede:-Cos'hai?
Ti vedo strano?
E l'altro:-Mha, nulla!
E poi giù a fiotti in duemila spiegazioni di come questo Nulla l'abbia afflitto, turbato, esasperato e depresso!
Quindi cosa vuol dire, che Nulla è tutto?
O è quella sensazione di benessere che ci colma quando vogliamo perderci nel...Nulla?Quindi appunto e siamo a ... del vano divenire.
A detta dell'autore il Nulla non sa nulla dell'uomo e viene visto come un raggio di luce direi evanescente.
Ed egli ci si crogiola come fosse cera fino a svanire nel Nulla dell'esistenza, ridotto a puro liquido colante fino ad attendere le ore notturne che inghiottono ogni sentimento ed ogni emozione nel "Nulla" della notte buia.
Ecco...ho detto...Nulla!
Annamaria Milazzo