Autore Topic: "La rosa" di Bidibambina  (Letto 1379 volte)

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Tinode

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"La rosa" di Bidibambina
« il: Giovedì 22 Novembre 2007, 01:47:07 »
La rosa

Rimani così
recisa

preda del vento

sgranando sogni
in suoni d'onda
come sabbia fra le dita

domani, il mare
stanco di voli d'ombra
ti porgerà un approdo

dal vorticare illuso
di danze controtempo
ritroverai riposo

Così, sola
senza un profumo
che ti pervada il ventre

un dì, forse lontano
la sua mano
ti donerà rugiada

http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=44683

Passi vellutati, delicate carezze che sfiorano il lettore, sottili fruscii dell’anima, emanano questi versi…quasi un lamento leggero, che non intende provocare il minimo “rumore”, ma unire il cuore al tramonto. La rosa recisa, evocare sogni finiti (…come sabbia fra le dita…), scivolare verso il mare. Quale profonda poesia nei sentimenti più intimi di questa autrice! Un simbolismo giocato in punta di fioretto. Di certo, non ci si deve limitare al contesto naturale, al fermo immagine di una rosa senza vita. C’è qualcosa di grande, sotteso: cosa rappresenta “quel vorticare illuso”? Forse la fragilità, imputabile all’uomo, di credere che la vita sia fine a se stessa? Forse, in maniera più intima, il disincanto e la delusione di un amore non sbocciato, o troppo velocemente negato…(appunto, come la rosa recisa?) In entrambi i casi, “un di, forse lontano”, il prezzo da pagare è un profumo che svanisce: nel primo, la coscienza che costringe alla seria valutazione del proprio vissuto (riusciremo ad evitare d’abbassare il capo di fronte alle colpe commesse?); nel secondo, il malcelato rimpianto di un amore che si sarebbe voluto approdasse alla gioia e al completamento, ma non è mai evoluto in tal senso. Domando: non è forse l’amore, ancora l’amore, l’unità di misura comune? C’è sempre qualcuno che non ha avuto il coraggio d’amare abbastanza, ritengo, o non ha riconosciuto l’amore. E ci cattura, l’autrice, teneramente, con una delicatezza che ripudia la rabbia (quasi invocando chi non l’ha resa felice…questa è la mia impressione): una mano “di rugiada”, il profumo travestito dal tempo, ritornerà, lambirà la guancia, perdonerà. Complimenti di cuore all’autrice, unitamente ad un abbraccio…affettuosissimo. 
« Ultima modifica: Giovedì 22 Novembre 2007, 01:49:44 da Giunga »

Offline Carolina Villani Bidibambina

Re: "La rosa" di Bidibambina
« Risposta #1 il: Giovedì 22 Novembre 2007, 09:54:38 »
Sono sinceramente commossa, per i significati più profondi che hai saputo cogliere nella mia poesia...e che neanche io stessa avevo percepito appieno, nel momento della stesura...scritta così... come l'ha dettata l'anima, avvolta dal silenzio di un luogo, che sicuramente ha evocato dei ricordi.
Un grazie di cuore per l'emozione che mi hai donato!

Offline Marina Como

Re: "La rosa" di Bidibambina
« Risposta #2 il: Giovedì 22 Novembre 2007, 14:57:05 »
Vedo ancora un qualcosa di più, un credere convinto nella imperfezione dell'amore in vita, il vorticare illuso, il vero "riposo" si avrà soltanto dopo la fine, nel "mare" dove la "sua mano" si può intendere anche come la mano del Dio, che rinfrescherà dando nuova vita, ed ecco le "danze controtempo", il breve tempo della vita, la sua precarietà, saranno sincrone.
Non solo, a me colpisce anche il verso "sola, senza...ventre" quasi a simboleggiare la mancanza di maternità che rende più soli.
Ma soprattutto il linguaggio sonoro, mi ha colpito, dove il ripetersi ed il richiamarsi dei suoni gestisce il ritmo, eccelle il verso "sgranàndo sògni in suòni d'òmbra còme sàbbia" dove la "s" richiama "illuso" e "riposo", cui segue dita-domani-d'onda nel quale l'ultimo vocabolo richiama l' "ombra" e tramite la r  "approdo" e... ancora "riposo". Come vediamo anche per fonosimbolismo la poesia risulta meravigliosamente legata al suo messaggio.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: "La rosa" di Bidibambina
« Risposta #3 il: Lunedì 26 Novembre 2007, 11:12:35 »
leggo e rileggo questa poesia senza riuscire a trovare le giuste parole... è semplicemente stupenda!

per quanto c'è una contrapopsizione di immagini tra i primi due versi e il restante della poesia...se leggo questo testo penso ad una rosa dall'alto stelo che si piega al volere del vento e vedo i suoi petali nel "vorticare illuso" ma quel "recisa" ci riporta ad una dimensione diversa, contrastante.
la parola "recisa" come dice Giunga, ci fa pensare ad un sogno interrotto, quindi forse ad un amore o solo semplicemente ad una speranza svanita improvvisamente.
una speranza che però ritorna a vivere nell'ultima terzina..delicatissima.

la poesia è pervasa come da un flusso di coscienza, in cui immagini e pensieri si concatenano l'uno all'altro tramite associazioni che solo la mente dell'autrice può individuare, ma che donano all'intera lirica un sapore agrodolce e che spingono il lettore nel gioco altalenante e avvolgente dell'onda.
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.