Autore Topic: "Occhi che sanno" di Roberta Calce Ladyssima  (Letto 1488 volte)

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Tinode

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"Occhi che sanno" di Roberta Calce Ladyssima
« il: Domenica 18 Novembre 2007, 20:31:57 »
Versi colmi di passione, d’uniforme e penetrante intensità. Ad un inizio pregno di corroborante dolcezza, segue l’immagine, intrigante e poeticamente superba, di corpi uniti in amplessi fecondi e trascorsi (…lenzuola stropicciate dai desideri consumati). L’autrice accompagna delicatamente il lettore, dote non comune nell’esprimersi in versi, affinché si soffermi sulla valenza dello sguardo di colui che la ama: i suoi occhi…Quegli occhi sognati da sempre, cercati, incontrati, probabilmente persi (…a colorare passioni che si erano assopite…), ma finalmente ripresi! Gli occhi, oltre ad essere lo specchio dell’anima, sono il contatto più intimo tra due creature. Da qui in poi, è un turbinio d’amorevoli evocazioni, quasi a confondersi con la ritrovata realtà d’amare (“desiderio sospinto…espliciti brividi di sesso…). Nel preludio al rapporto (…passione implume…), emerge la volontà, la determinazione di padroneggiare quello sguardo (…proprio come sto facendo ora io…nel prenderti…). In questo passaggio c’è tutto lo slancio, il desiderio d’amare, di prendere il partner, nell’intento tipicamente poetico di sovvertire la naturalezza dei ruoli (decisione nell’esasperare l’emozione per portarla al punto più alto e sublime quel…emozionarti come se fossi io dentro te…). Ma l’aspetto grandioso, quello che mi ha personalmente rapito, sino a commuovermi (nella speranza che ad ogni lettore produca il medesimo effetto), è quello descritto nella chiusa. L’autrice non nasconde l’esigenza di un salto di qualità nell’amare, proponendolo con edificante e contagiosa tenerezza al lettore: si, amore mio, sembra dire al suo amato ed ai suoi lettori, proviamo ad amarci sempre, in ogni istante, veramente. Incredibilmente struggente, intriso di vigorosa saggezza, quel “proviamo a sfiorarci nei nostri pensieri più reconditi del ns. spirito”, ossia restiamo perennemente l’uno nell’altro: complici, innamorati, fusi nell’anima…con occhi che sanno…appunto, di non poterne fare a meno. Esempio di poesia che, inchinandosi umile all’amore, sale nel cielo, incoraggia, irradia la voglia di vivere, ricorda che vivere…è solo per amare. Tecnicamente perfetta, armoniosa nella sequenza e nei toni, lineare, chiara…s’intrufola senza alcuna resistenza nel cuore…di chi avrà la gioia e la fortuna di leggerla. 

Offline Zima

Re: "Occhi che sanno" di Roberta Calce Ladyssima
« Risposta #1 il: Domenica 18 Novembre 2007, 21:20:32 »

 "Occhi che sanno" di Roberta Calce Ladyssima


Brillano questi occhi
colorati di gemme
come spicchi di arcobaleni
a come semplicemente
detergi plasmi il corpo
che si evolve

Custodiremo le nostre emozioni
i nostri umori stanotte,
gli odori che emaniamo
li nasconderemo nelle pieghe
di lenzuola stropicciate
dai desideri consumati

Tutto questo serve
a colorare passioni
che si erano assopite
ma che ammaliate
dai tuoi occhi
hanno dipinto
un quadro d’autore

Come seta il tocco
delle tue mani bruciano
sulla mia pelle
sospinto da un desiderio
sensuale e feroce
freddo e caldo
brividi di sesso

Sfiorandoci nel dedalo
di una passione implume
proprio come sto facendo
ora io nel prenderti
alimentando brividi freddi
lungo la schiena

...Occhi che sanno...

Emozionandoti come
se fossi io dentro te...
le mani forti a corallo
che tra lapislazzuli di luce,
senti... senti il profondo
coinvolgimento del mio essere

E ora, anche oggi
proviamo a sfiorarci nei nostri pensieri
più reconditi del nostro spirito
con occhi che sanno

http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=45376
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Marina Como

Re: "Occhi che sanno" di Roberta Calce Ladyssima
« Risposta #2 il: Domenica 18 Novembre 2007, 23:23:57 »
Grazie a Giunga per la stupenda presentazione con cui ha saputo far vivere le emozioni di questa poesia.
 Una poesia dal linguaggio molto particolare. All'apparenza semplice e scorrevole, in realtà conduce il pensiero dividendo i versi, bloccandolo in punti determinati con delle licenze grammaticali che ne esaltano il significato. Penso al quarto verso, dove la "a" di "a come semplicemente" sembrerebbe una imperfezione grammaticale nel proseguio della frase. Si potrebbe pensare ad un errore di battitura, ma io propendo per una forzatura poetica, Roberta intendeva, presumibilmente, dare continuità alla sua percezione che "gli occhi" trasmettono in lei...dagli spicchi dell'iride (arcobaleno) agli effetti che questi producono sul suo corpo (richiamo erotico non indifferente...), plasmandolo, evolvendolo...nel senso evidente di farlo eccitare? Oppure si riferisce a come gli occhi di lui brillano quando "detergi... Insomma, un punto di libero pensiero lasciato alla immaginazione del lettore, alla sua sensibilità. Lo stesso discorso di riprende nel "senti...senti" dove si crea un'interruzione del senso...che é difficile assoggettare ad un cambio di ritmo: é troppo grossolanica annotazione che lede la continuità della lettura, é il passaggio, nel verso riportato, tra il sostantivo  "mani" ed il verbo "senti". La musicalità e lo scorrimento delle immagini prodotte nel lettore, sono alterate in maniera percettibile, ed ancora una volta troviamo che questo ha un senso se ricondotte  al primo rigo del verso e... guarda caso... ancora una volta inizia con un verbo, ancora una volta un verbo che si riferisce a lui (nell'inizio erano ai suoi occhi), come la emozione renda più vivo il sentimento, come il sentire dia emozione.
Insomma, una poesia da leggere quasi a coppie di versi, ma sicuramente un modo nuovo di fermare l'attenzione del lettore, oserei quasi intravedere una sperimentazione di pause,  dove la lettura segue ed interrompe come al ritmo dei pensieri, con continui flashback di vissuto, di divagazione mentale, di natura del pensiero che prende il sopravvento ed esalta le emozioni coinvolgendo ed affascinando come il particolare esalta il paesaggio.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.