Autore Topic: Commentiamo insieme  (Letto 8640 volte)

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Offline Max Ray Springsteen

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #45 il: Sabato 24 Giugno 2017, 21:53:15 »
Come la Zoppi, anch'io non sono d'accordo su nulla di ciò che sostiene Tristano, in particolare sul fatto che "Scrivere. info" non sia un sito di poesia. Ciò è falso, oltre che offensivo. Egli dice che basta guardare la "home page" . Sarebbe come entrare in una grande libreria ( "Feltrinelli" , poniamo) , e guardare soltanto i libri esposti all'ingresso: quasi sempre lì ci sono i successi del momento, opere spesso di scarsa qualità che proprio per questo stanno lì, perché si vendono più facilmente, perché attraggono maggiormente i lettori occasionali e i più gonzi. Dovremmo dedurre che "Feltrinelli" non è una libreria? Assolutamente no, perché gli intenditori non guardano neppure quello spazio espositivo, ma vanno a scovare i libri davvero buoni nei più reconditi cantoni. Non diversamente i lettori accorti fanno spesso con "Scrivere. info" ...

Quando dico che questo non è un sito di poesia, non intendo che ne sia sprovvisto, ma che è aperto ad altre forme di scrittura, indipendentemente dalla qualità. Ed è anche per questo, che mi piace. Se ci fossero solo i sonetti di Crocetti, non lo frequenterei, o forse non mi permetterebbero di frequentarlo, perché i miei testi appartengono più alla musica che alla poesia. Poi, il fatto che tu e Loretta siate in totale disaccordo con le mie opinioni, è irrilevante, per me. Ogni opinione è, per definizione, opinabile, e tutte meritano rispetto. Prendo atto della nostra diversità di vedute, senza farmene un problema. Come ho già detto, mi piace discutere dei vari stili compositivi e del processo creativo. Non ho nessuna voglia di mettermi a fare dell'inutile quanto stucchevole polemica: sarebbe da stupidi; soprattutto in un contesto ludico e virtuale.
Buona serata.

Offline Marina Como

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #46 il: Domenica 25 Giugno 2017, 12:49:41 »
 :D so' fatta strana io che mi trovo in accordo sia con Tristano quando afferma "  E' sempre il suono, a dettarne la lunghezza, non il conto delle sillabe, del quale non mi sono mai curato. Mi piace far suonare le parole, non farle stridere." sia con Loretta " il metro in poesia non lo si tiene in mano ma nella testa " poiché per esperienza personale ed anche grazie ai commenti che me lo fecero notare e mi spinsero a studiare la metrica, in realtà i versi che non mi "suonavano bene" erano proprio quelli in cui i commentatori mi facevano notare l'incongruità metrica. Inoltre quando mi escono i versi, mi accorgo che spontaneamente escono direttamente musicali dal mio pensarli e se ci faccio caso, congrui dal punto di vista metrico e laddove mi "stonano"  sarà proprio l'aggiustamento secondo la musicalità della  metrica ad aiutarmi a dare loro più sonorità.
Credo che la metrica non sia altro che il tempo della musica: si può improvvisare, ma quando la vai a scrivere, se pensi sia un quattro quarti, devi sistemare tutte le note nel pentagramma.
E siccome so' pure grave, mi piace il paragone della libreria che fa Antonio.
Ok, mi vado a curare la passione per i sunti :)
« Ultima modifica: Domenica 25 Giugno 2017, 12:51:35 da Marina Como »
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline adriana sini

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #47 il: Domenica 2 Luglio 2017, 22:09:28 »
CHIAMAMI TRA CENT'ANNI di Demetrio Amaddeo

Una richiesta, una preghiera, un'invocazione, una sfida...
Quando tutto il nostro tempo sarà finito, quando rimarrà ben poco di ciò che eravamo, dopo che avremo perso tutto ciò che avremmo voluto essere, proprio in quel momento chiamami "e non sarà mai tardi";
è una dichiarazione d'amore senza fine che accompagna una richiesta di pari intensità di sentimento che sappia svilupparsi "tra la paura e il gioco" sul viale ombreggiato di una fine già alle porte.



« Ultima modifica: Lunedì 3 Luglio 2017, 21:42:31 da poeta per te zaza »

Kajemaru

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #48 il: Venerdì 14 Luglio 2017, 14:43:38 »
Ringrazio Elisabetta Randazzo per la stima e la fiducia. Spero di riuscire in questo compito. In realtà mi sento emozionata come una scolaretta…
Si continua con la caccia alla buona poesia come dice Poeta per te zaza.
Propongo all’attenzione degli  autori  : DEMETRIO AMADDEO
Mi piace come quest’autore si presenta nella sua biografia
“La poesia non va pensata, è fulmine dell’anima, vento nelle ossa, gelo sulla lingua, ecchimosi nel cuore….”
Nel sito dal 26/09/2011 con 320 poesie. Scelgo una delle sue ultime dal titolo:

http://www.scrivere.info/poeta.php?idautore=16022

CHIAMAMI TRA CENTO ANNI di Demetrio Amaddeo – 09/06/2017

Chiamami tra cento anni
quando le mie rughe saranno solchi
e nel cielo ci saranno le stesse nuvole
di quel giorno di maggio
quando la pioggia era un respiro
e le lancette un bacio
conficcate nel mio fianco.
Chiamami quando sarò un tronco
e le foglie un ornamento sul mio marmo
e quel giorno vieni pure
a togliermi quei rami dagli occhi
che come aghi di pino
galleggiavano nel fiume del nostro destino
e non sarà mai tardi
non sarò più piombo
né zavorra sui tuoi passi stanchi.
Chiamami quando avremo la stessa solitudine
e la confonderemo con l'amore
senza più inquietudine
ansia e languore
ma con l'attenzione di due vecchi
storpiando poesie
sul viale che porta all'inutile infinito
nello strapiombo di un bambino
tra la paura e il gioco
di euforica morte.

Il mio commento

“Un canto d’amore, un’invocazione che si allaccia quasi ad un senso di sfida con se stessi. Un invito a vivere il sentimento, a sviscerarlo nel profondo, come a voler constatare che si tratti di vero amore. Un amore che ci trasforma, che ci fa diventare tutte le cose dell’universo. Un amore che ci domandiamo,  sarà ancora vivo col passare degli anni? Forse lo chiameremo con un altro nome, forse ci sarà un tempo in cui lo confonderemo con il bisogno di unire due solitudini. Ma “chiamami tra cento anni “ racchiude in sé desiderio, speranza, è un misto di saggezza e follia. Un bel testo, scritto bene, con immagini sospese tra realtà e sogno, che a tratti acquistano la sembianza di visioni. Un testo di un autore che merita di essere letto.


Mi permetto di dare un commento a questa poesia...non sarà un commento puramente tecnico, ma anche estremamente emotivo.
Trovo che l'impatto ad una prima lettura sia enorme, con un crescendo rileggendola una seconda e una terza volta.Mi ha incantato... Il verso è apparentemente libero, ma senza analizzarlo più di tanto,come d'altronde avevo promesso, posso affermare che tutto è tranne che descrittivo e prosaico. Ha anzi un ritmo metrico e si avverte un procedere melodico dei versi che fanno si che la poesia si legga fino all'ultimo senza pause o intoppi (non credo sia un caso che la punteggiatura sia usata dall'autore solo tre volte...) Aggiungo inoltre un quid poetico notevole, di livello. Per quanto mi riguarda, una poesia d'amore che affronta il tema in maniera ispirata e con spessore.Ottima

Offline Marina Como

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #49 il: Venerdì 14 Luglio 2017, 21:19:59 »
Ma grazie! Mi hai fatto scoprire una magnifica poesia. E complimenti all'autore.
Il ritmo dato dalle assonanze e rime nascoste la rende estremamente musicale. Mi fa venire voglia di studiare i ritmi musicali perché a volte mi sembra quasi una canzone ritmata dagli accenti,
Quasi un invito alla morte che venga in vecchiaia, quando finalmente si potrà raggiungere chi si ama e ci ha lasciato troppo presto, forse anche deceduta. Il brivido dell'ignoto, la curiosità verso il nuovo ed una nuova vita insieme.
Quanto mi sono piaciute le immagini dell'orologio (che una volta era attesa di un bacio, ora trafiggono nel fianco) e degli aghi di pino che "galleggiavano" negli occhi (pungere provocando dolore nel fiume di lacrime).
Forse anche una storia d'amore interrotta, dove lei è andata via (piombo e zavorra e stanchi i passi di lei) e non ne rimane che il rimpianto e la voglia di riviverla in maniera diversa, meno sensuale ma con grande intesa d'anime.
Così mi è piaciuta interpretarla. Complimenti di nuovo.
« Ultima modifica: Venerdì 14 Luglio 2017, 21:21:45 da Marina Como »
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Max Ray Springsteen

Re:Commentiamo insieme
« Risposta #50 il: Sabato 15 Luglio 2017, 02:00:42 »
CHIAMAMI TRA CENTO ANNI di Demetrio Amaddeo – 09/06/2017

Chiamami tra cento anni
quando le mie rughe saranno solchi
e nel cielo ci saranno le stesse nuvole
di quel giorno di maggio
quando la pioggia era un respiro
e le lancette un bacio
conficcate nel mio fianco.
Chiamami quando sarò un tronco
e le foglie un ornamento sul mio marmo
e quel giorno vieni pure
a togliermi quei rami dagli occhi
che come aghi di pino
galleggiavano nel fiume del nostro destino
e non sarà mai tardi
non sarò più piombo
né zavorra sui tuoi passi stanchi.
Chiamami quando avremo la stessa solitudine
e la confonderemo con l'amore
senza più inquietudine
ansia e languore
ma con l'attenzione di due vecchi
storpiando poesie
sul viale che porta all'inutile infinito
nello strapiombo di un bambino
tra la paura e il gioco
di euforica morte.


Non ricordo di aver mai letto questo testo. Come sempre, premetto di non essere un bravo commentatore e di esprimere un parere solo su versi che reputo quanto meno interessanti. Preferisco non esprimermi sulle composizioni che non mi piacciono per niente, perché lo considero inutile. La struttura sembra di una canzone, con delle buone immagini, ma l'incedere non è fluido (non per me, almeno, che ho dei criteri di valutazione molto personali). Provo ad andare sullo specifico. Preferirei "cent'anni", invece di "cento anni", per la questione della scorrevolezza citata in precedenza. Avrei evitato il "quando" nel quinto verso, avendolo già utilizzato nel secondo. Mi risulta errato il "conficcate" riferito alle lancette, perché il soggetto, con quella sintassi, è il bacio. Trovo paradossalmente ostile la rima consecutiva "pino-destino", poiché fuori contesto. Mi risulta ostile anche la chiusa, per niente musicale, messa lì senza un motivo apparente. Queste sono le considerazioni che mi son venute di getto, dopo la lettura. In sintesi, è come se mi trovassi al cospetto di una prima stesura, una bozza, messa da parte in attesa della revisione. Ma sono solo le osservazioni di chi non si intende minimamente di poesia. Ci tengo, a questa precisazione :)
« Ultima modifica: Sabato 15 Luglio 2017, 02:04:22 da Tristano »

Offline Demetrio Amaddeo

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Re:Commentiamo insieme
« Risposta #51 il: Lunedì 17 Luglio 2017, 09:45:29 »
CHIAMAMI TRA CENTO ANNI di Demetrio Amaddeo – 09/06/2017

Chiamami tra cento anni
quando le mie rughe saranno solchi
e nel cielo ci saranno le stesse nuvole
di quel giorno di maggio
quando la pioggia era un respiro
e le lancette un bacio
conficcate nel mio fianco.
Chiamami quando sarò un tronco
e le foglie un ornamento sul mio marmo
e quel giorno vieni pure
a togliermi quei rami dagli occhi
che come aghi di pino
galleggiavano nel fiume del nostro destino
e non sarà mai tardi
non sarò più piombo
né zavorra sui tuoi passi stanchi.
Chiamami quando avremo la stessa solitudine
e la confonderemo con l'amore
senza più inquietudine
ansia e languore
ma con l'attenzione di due vecchi
storpiando poesie
sul viale che porta all'inutile infinito
nello strapiombo di un bambino
tra la paura e il gioco
di euforica morte.


Non ricordo di aver mai letto questo testo. Come sempre, premetto di non essere un bravo commentatore e di esprimere un parere solo su versi che reputo quanto meno interessanti. Preferisco non esprimermi sulle composizioni che non mi piacciono per niente, perché lo considero inutile. La struttura sembra di una canzone, con delle buone immagini, ma l'incedere non è fluido (non per me, almeno, che ho dei criteri di valutazione molto personali). Provo ad andare sullo specifico. Preferirei "cent'anni", invece di "cento anni", per la questione della scorrevolezza citata in precedenza. Avrei evitato il "quando" nel quinto verso, avendolo già utilizzato nel secondo. Mi risulta errato il "conficcate" riferito alle lancette, perché il soggetto, con quella sintassi, è il bacio. Trovo paradossalmente ostile la rima consecutiva "pino-destino", poiché fuori contesto. Mi risulta ostile anche la chiusa, per niente musicale, messa lì senza un motivo apparente. Queste sono le considerazioni che mi son venute di getto, dopo la lettura. In sintesi, è come se mi trovassi al cospetto di una prima stesura, una bozza, messa da parte in attesa della revisione. Ma sono solo le osservazioni di chi non si intende minimamente di poesia. Ci tengo, a questa precisazione :)

Infatti è per questo che frequento questo sito di POESIA, per migliorarmi nel leggere commenti costruttivi come questo tuo.
Ma sai la fretta di pubblicare è più forte di tutte e alla fine mi ritrovo con centinaia di bozze e barzellette. Un giorno anche io scriverò poesie.
Un caro saluto Tristano