Spesso capita che ad una poesia che la redazione toglie dalla pubblicazione, l'autore (od a volte suoi amici) rispondano chiedendo il ripristino della pubblicazione adducendo come motivo che "nel sito c'è di peggio".
Fra parentesi questa motivazione non è un gran ché positiva per la poesia in questione. In effetti riconosce che è brutta, ma non proprio la più brutta del sito.
E' come se l'amico ci dicesse "La mia amica ha scritto una schifezza, ebbene l'ammetto, ma nel sito ci sono schifezze peggiori e quindi sarebbe una cattiveria infierire contro di lei e rifiutarle la pubblicazione. Nel sito c'è di peggio, quindi perdonatela".
Da oggi, se volete intercedere per la poesia di qualcuno, spiegateci per filo e per segno perché la ritenete degna della pubblicazione. Fatene una critica positiva, fateci capire dove sbagliamo, illustrate le figure poetiche, la sintesi lirica, l'immaginazione, i sentimenti che possiede la poesia che difendete.
Tutte le poesie difese con la tesi "c'è di peggio" saranno "condannate" da voi stessi, in quando dimostrate che l'unico lato positivo di quella poesia è di non essere proprio la peggiore del sito.
Inoltre il fatto che "c'è di peggio" è uno stimolo ed una giustificazione ad eliminare quella poesia, perché non vogliamo aggiungere peggio al peggio, anche se si tratta di un peggio minore di quello che purtroppo già c'è. Aver sbagliato nel passato non è un motivo valido per continuare a sbagliare, anzi è un motivo valido per smettere di sbagliare.