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Discussioni in corso => Discussioni generali => Topic aperto da: Michele Tropiano - Sabato 27 Novembre 2010, 14:40:59
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Volevo commentare insieme questo passo di Giacomo Leopardi, nelle sue "Operette morali" nell'operetta "Il Parini ovvero della gloria":
Ben è vero che luso che oggi si fa dello scrivere è tanto, che eziandio molti scritti degnissimi di memoria, e venuti pure in grido, trasportati indi a poco, e avanti che abbiano potuto (per dir così) radicare la propria celebrità, dallimmenso fiume dei libri nuovi che vengono tutto giorno in luce, periscono senzaltra cagione, dando luogo ad altri, degni o indegni, che occupano la fama per breve spazio. Così, ad un tempo medesimo, una sola gloria è dato a noi di seguire, delle tante che furono proposte agli antichi; e quella stessa con molta più difficoltà si consegue oggi, che anticamente.
Io mi chiedo - e vi chiedo - se già Leopardi nell'800 rifletteva che si scriveva troppo facendo sì che solo la fortuna facesse emergere gli scritti più degni, oggi nel 2010 come può essere la situazione dato che ognuno scrive su internet su siti come questo e sui blog, oppure ognuno che paghi una somma di denaro si vede pubblicati i suoi scritti indipendentemente dal proprio valore ma semplicemente accondiscendendo alla voracità di editori pronti a pubblicare qualsiasi idiozia previo pagamento?
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E' la legge del business...io non mi preoccuperei del fatto che chiunque possa scrivere o pubblicare un libro, in fondo poi tocca a lettori e critici elogiare o, eventualmente, stroncarne i contenuti...
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Volevo commentare insieme questo passo di Giacomo Leopardi, nelle sue "Operette morali" nell'operetta "Il Parini ovvero della gloria":
Ben è vero che l’uso che oggi si fa dello scrivere è tanto, che eziandio molti scritti degnissimi di memoria, e venuti pure in grido, trasportati indi a poco, e avanti che abbiano potuto (per dir così) radicare la propria celebrità, dall’immenso fiume dei libri nuovi che vengono tutto giorno in luce, periscono senz’altra cagione, dando luogo ad altri, degni o indegni, che occupano la fama per breve spazio. Così, ad un tempo medesimo, una sola gloria è dato a noi di seguire, delle tante che furono proposte agli antichi; e quella stessa con molta più difficoltà si consegue oggi, che anticamente.
Io mi chiedo - e vi chiedo - se già Leopardi nell'800 rifletteva che si scriveva troppo facendo sì che solo la fortuna facesse emergere gli scritti più degni, oggi nel 2010 come può essere la situazione dato che ognuno scrive su internet su siti come questo e sui blog, oppure ognuno che paghi una somma di denaro si vede pubblicati i suoi scritti indipendentemente dal proprio valore ma semplicemente accondiscendendo alla voracità di editori pronti a pubblicare qualsiasi idiozia previo pagamento?
Infatti, io sono convinto che la "nostra epoca" passerà alla storia come un periodo di decadenza...
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E' la legge del business...io non mi preoccuperei del fatto che chiunque possa scrivere o pubblicare un libro, in fondo poi tocca a lettori e critici elogiare o, eventualmente, stroncarne i contenuti...
Esiste, però, un ulteriore problema:ormai la gente credo sia poco abituata a scegliere la qualità...Se un tempo la "gloria" derivava dalla capacità,oggi deriva dalla pubblicità:chi meglio si spende,più a lingo si ricorda...purtroppo o per fortuna?...
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Magari ci avessi i soldi per farmi pubblicare..!
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Volevo commentare insieme questo passo di Giacomo Leopardi, nelle sue "Operette morali" nell'operetta "Il Parini ovvero della gloria":
Ben è vero che l’uso che oggi si fa dello scrivere è tanto, che eziandio molti scritti degnissimi di memoria, e venuti pure in grido, trasportati indi a poco, e avanti che abbiano potuto (per dir così) radicare la propria celebrità, dall’immenso fiume dei libri nuovi che vengono tutto giorno in luce, periscono senz’altra cagione, dando luogo ad altri, degni o indegni, che occupano la fama per breve spazio. Così, ad un tempo medesimo, una sola gloria è dato a noi di seguire, delle tante che furono proposte agli antichi; e quella stessa con molta più difficoltà si consegue oggi, che anticamente.
Io mi chiedo - e vi chiedo - se già Leopardi nell'800 rifletteva che si scriveva troppo facendo sì che solo la fortuna facesse emergere gli scritti più degni, oggi nel 2010 come può essere la situazione dato che ognuno scrive su internet su siti come questo e sui blog, oppure ognuno che paghi una somma di denaro si vede pubblicati i suoi scritti indipendentemente dal proprio valore ma semplicemente accondiscendendo alla voracità di editori pronti a pubblicare qualsiasi idiozia previo pagamento?
secondo me ogni secolo si lamenta, a suo modo, sullo scrivere e sulla parola del secolo che lo segue, così come tende a mitizzare il secolo che lo precede... forse non si riesce facilmente strapparci degli abiti linguistici, v'è una resistenza... ma la parola evolve... ce lo dice bene il poeta "opera naturale è ch'uom favella/ ma così o così ciascuno lascia/ poi fare a voi secondo che v'abbella/"... ;)
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Avevo letto qualche mese fa, un altro appunto di Leopardi che rifletteva sull'inutilità dello scrivere in quanto c'erano strani personaggi che venivano lodati per le loro compagnie e le loro situazioni economiche sociali, venivano lodati, quindi, non per tecnica e la ricerca della scrittura ma per quel qualcosa che è superficiale, direi materiale.
Oggi, c'è pieno il mondo di blog o pagine in cui uno si autocelebra e fa presto a farsi un libro, forse non sanno che in quelmodo resteranno allo stesso livello.
La scrittura è un impegno, un'ostacolo, a volte, per superare se stessi e la propria mente, ci vuole esercizio, senso critico e un'apertura totale alle critiche degli altri.
Ho avuto la frotuna di avere un buon maestro che mi ha insegnato e sgridato più volte, affinchè ciò che avevo dentro non fosse solo, come diceva lui: " Frazie da Baci Perugina", ma ben altro, qualcosa di più ricercato, un linguaggio nuovo, moderno, contemporaneo per dirla in termini adatti e la sfida contiuna, ogni giorno mi si affaccia la quaestione del: "Ho raggiunto un buon valore strutturale?"..
Così si va avanti, cercando di rinnovarsi..
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ogni giorno mi si affaccia la quaestione del: "Ho raggiunto un buon valore strutturale?"..
Così si va avanti, cercando di rinnovarsi..
quasi nessuno se ne cura più. scrive scrive scrive fiumi di parole senza preoccuparsi di chiedersi se davvero valga qualcosa ciò che ha scritto. se poi in questi siti ad ogni stupidaggine che abbia un minimo di profondità si commenta "poesia stupenda" la frittata è fatta.
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quasi nessuno se ne cura più. scrive scrive scrive fiumi di parole senza preoccuparsi di chiedersi se davvero valga qualcosa ciò che ha scritto. se poi in questi siti ad ogni stupidaggine che abbia un minimo di profondità si commenta "poesia stupenda" la frittata è fatta.
..d'altronde.. chi è unicamente all'autocelebrazione che tende... non si farebbe comunque domande.. nella convinzione del proprio valore..
credo che nessuno di buon senso (di noi che siamo qui).. possa avere davvero ambizioni di fama.. e perciò l'unica cosa da perseguire è il piacere e il bisogno di scrivere... magari ottenendo anche qualche piccola sodisfazione...(la quale non arriva certo autopublicandosi) e nella consapevolezza che è più facile che divengano note le parole di chi già lo è per altre ragioni.. che per genialità... ma.. amen.. :)
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e perciò l'unica cosa da perseguire è il piacere e il bisogno di scrivere... magari ottenendo anche qualche piccola sodisfazione...(la quale non arriva certo autopublicandosi)
su questo sono d'accordo con te, però oltre a perseguire il piacere di scrivere bisognerebbe tentare (almeno tentare dico io!) di migliorarsi e perseguire il piacere di leggere di qualcun altro che magari si è stancato di leggere sempre le stesse cose! ;D
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su questo sono d'accordo con te, però oltre a perseguire il piacere di scrivere bisognerebbe tentare (almeno tentare dico io!) di migliorarsi e perseguire il piacere di leggere di qualcun altro che magari si è stancato di leggere sempre le stesse cose! ;D
..oh beh.. si.. per me era implicito nel termine..'piacere'.. ma è giusto precisarlo... :)