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Il titolo del post è discutibile, si può anche cambiare se qualcuno ha un'idea migliore. Ciò che mi sta a cuore è la proposta a tutti voi, gentili autrici e autori del sito: commentarsi a vicenda le proprie poesie dal punto di vista squisitamente tecnico, ogni volta che sentiamo il bisogno di confrontarci. Personalmente accetto qualsiasi suggerimento a condizione che sia ben circostanziato e nella linea di una comunicazione "urbana"; soprattutto che l'obiettivo sia il miglioramento e non il ritiro dalle scene senza appello del "commentato" ;).
Posto qui - per iniziare - una mia abbastanza recente e la offro al passaggio delle anime che vogliano darne un'esegesi più o meno approfondita; ovviamente se ho scelto questa è perché io stessa ne sono poco "convinta".
Un altare è la vita
Un altare è la vita presente a se stessa,
non dilegua, e la finzione della morte
si inginocchia a lei come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni:
il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
Saluti a tutti :)
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Sei sicura di ciò che stai facendo?
Mi piace la cosa.
Preparati un pò di vernaccia in fresco per leggere con brio quello che verrà...
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Sei sicura di ciò che stai facendo?
Mi piace la cosa.
Preparati un pò di vernaccia in fresco per leggere con brio quello che verrà...
Ma grazie per l'incoraggiamento :o
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aaargh! Ti stavo rispondendo sull'altro topic e tu già hai aperto questo! Si, c'è la sezione apposita: commenti, laboratorio per commentare ed essere commentati. Chiunque vi può proporre una poesia, sua o di altri autori del sito!
:D Ma anche come discussione fra autori non è male.
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Un tocco al diapason....tiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnn... ecco il La.
La forma è un pò fredda, che sta bene con la sacralità del contenuto, come un distacco dall'umano.
Leggo però un pò di stanchezza, di noia, che si riflette nell'andamento della poesia.
Schematica ma svogliata.
La chiusa mi ha colpito: un aforisma molto bello, che comunque nel contesto della poesia ci sta.
(comunque un aforisma).
Nell'insieme piaciuta, non troppo, però la chiusa è molto bella...è quella che fa tornare umano il tutto.
Bacheca: Un pò amara, disincantata.
Ti sei offerta volontaria...ora non dirmi che sono una merdina...
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Un tocco al diapason....tiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnn... ecco il La.
La forma è un pò fredda, che sta bene con la sacralità del contenuto, come un distacco dall'umano.
Leggo però un pò di stanchezza, di noia, che si riflette nell'andamento della poesia.
Schematica ma svogliata.
La chiusa mi ha colpito: un aforisma molto bello, che comunque nel contesto della poesia ci sta.
(comunque un aforisma).
Nell'insieme piaciuta, non troppo, però la chiusa è molto bella...è quella che fa tornare umano il tutto.
Bacheca: Un pò amara, disincantata.
Ti sei offerta volontaria...ora non dirmi che sono una merdina...
Stai scherzando? Io ti ringrazio della sincerità!
Dunque: dici che è fredda è svogliata e questo mi colpisce perché invece il contenuto mi preme molto, mi sta a cuore; quindi significa che non sono risucita a trasmetterlo e questo è un primo feedback importantissimo per me. Secondo: sì, il verso finale è un aforisma, per questo è anche staccato, ne sono consapevole e so che ho forzato un po' in questo. Mi sono detta: sta comunque in un tutto, non guasta molto e l'ho visto in tanti altri. Ma è forzato, sì.
Quello che invece secondo me sta male sono tutte quelle punteggiature. Forse andrebbe meglio
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia
e inaspettato il freddo alla finestra
avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
Uhm...Mah... :-\
(il tiiiinnnn è stato un tocco di classe ;) )
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Mi piace molto la chiusa, la forma è interessante e il tema condivisibile...secondo me però hai scritto di meglio... :)
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aaargh! Ti stavo rispondendo sull'altro topic e tu già hai aperto questo! Si, c'è la sezione apposita: commenti, laboratorio per commentare ed essere commentati. Chiunque vi può proporre una poesia, sua o di altri autori del sito!
:D Ma anche come discussione fra autori non è male.
Sì Marina, lo so che c'èanche quell'altro ma sarebbe andato in evidenza anche sulla home e invece io volevo una cosa più "under construction", fra noi autori, più intima insomma. Grazie, comunque.
P. S. Perché non me ne metti una tua da spolpartela, eh? Dai ;)
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Mi piace molto la chiusa, la forma è interessante e il tema condivisibile...secondo me però hai scritto di meglio... :)
Grazie Salvo :). Potresti dirmi cosa esattamente non ti convince in questa, come ha fatto Corripio? Se te la senti, ovvio.
Comunque, grazie dell'intervento. :D
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E' bella ma non mi coinvolge come altre tue poesie e il verso "il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati" non mi convince del tutto, mi sembra quasi forzato....la chiusa invece la trovo fantastica, detto questo se dovessi votarla darei un 7....il tema è originale comunque.
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E' bella ma non mi coinvolge come altre tue poesie e il verso "il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati" non mi convince del tutto, mi sembra quasi forzato....la chiusa invece la trovo fantastica, detto questo se dovessi votarla darei un 7....il tema è originale comunque.
Tutto chiaro adesso e te ne ringrazio. Sono a quota 2 che la vedono un po' forzata quindi mi rassegno e prendo atto che è così, anche se ancora non capisco se si intende forzato per la disposizione delle parole o altro ma non importa, va benissimo.
Se qualcuno vuole darmi suggerimenti su come disporre meglio i versi, è il benvenuto :)
Tipo
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati (?)
Ma se invece qualcuno vuole porre al vaglio una sua ne sarei molto felice :)
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Tecnicamente non sono in grado di commentarla.
A me questa tua invece è piaciuta molto. E l'aforisma finale lo trovo geniale.
L'unica cosa che posso dire è quanto segue :
Ho trovato la prima parte della poesia molto ben curata con le assonanze giuste. La seconda parte, cioè "Il tempo cambia e inaspettato il freddo alla finestra avvolge i gomiti consumati." anche se con la punteggiatura va molto meglio la trovo slegata dai versi iniziali.
Come se non l'avessi limata.
Comunque mi piace questa iniziativa e presto anche io proverò a cimentarmi come hai fatto tu.
Un saluto e non mi odiare...già lo fanno in tanti ;D
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Tecnicamente non sono in grado di commentarla.
A me questa tua invece è piaciuta molto. E l'aforisma finale lo trovo geniale.
L'unica cosa che posso dire è quanto segue :
Ho trovato la prima parte della poesia molto ben curata con le assonanze giuste. La seconda parte, cioè "Il tempo cambia e inaspettato il freddo alla finestra avvolge i gomiti consumati." anche se con la punteggiatura va molto meglio la trovo slegata dai versi iniziali.
Come se non l'avessi limata.
Comunque mi piace questa iniziativa e presto anche io proverò a cimentarmi come hai fatto tu.
Un saluto e non mi odiare...già lo fanno in tanti ;D
Direi che "tecnicamente" sei molto in grado ;). Mi hai dato un parere specifico e lo condivido, ora che lo leggo così ben spiegato.
Grazie e ti aspetto con una tua :)
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Versione aggiornata stimolata dal confronto con i gentili autori che vedete sopra ::)
Ai prossimi l'ardua sentenza e a presto :)
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
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Come promesso ho aperto un topic con la mia...e complimenti per essere stata la prima ad aver il coraggio di mettere a nudo la sua poesia.
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Come promesso ho aperto un topic con la mia...e complimenti per essere stata la prima ad aver il coraggio di mettere a nudo la sua poesia.
Ma potevi metterla qui! ??? Era questo lo scopo, mica ho aperto un topic solo per me, ma ti pare?? :-[
Vabbè, come vuoi, ti verrò a leggere nell'altro...
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Versione aggiornata stimolata dal confronto con i gentili autori che vedete sopra ::)
Ai prossimi l'ardua sentenza e a presto :)
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
Si è meglio disposta però se devo essere sincero "Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati." non mi convince del tutto come immagine evocativa, non la trovo abbastanza originale ma questo è un mio parere e non voglio certo dare un giudizio assoluto perchè non ne sarei in grado...al massimo posso dirti che secondo me come ha già detto Crepax dovresti limare un pò di più quel verso, così non rende pieno merito al componimento che di per se è comunque ottimo....
Ora ne posto una io, e se non vi dovesse piacere non esitate a scriverlo...W LA SINCERITA' ;D ;D
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ahhahahahhah...scusate sono un casinista ;D. Se la redazione vuole può chiuderlo e riscreverò il tutto qui...Fate voi e scusate ancora :P
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Posto qui la mia ultima breve....commentate gente, commentate... ;D ;D
Lacrime
Mentre
L'occhio rubino
lucida il passato
Io
Estrapolo dal mare
il tuo sale.
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Si è meglio disposta però se devo essere sincero "Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati." non mi convince del tutto come immagine evocativa, non la trovo abbastanza originale ma questo è un mio parere e non voglio certo dare un giudizio assoluto perchè non ne sarei in grado...al massimo posso dirti che secondo me come ha già detto Crepax dovresti limare un pò di più quel verso, così non rende pieno merito al componimento che di per se è comunque ottimo....
Ora ne posto una io, e se non vi dovesse piacere non esitate a scriverlo...W LA SINCERITA' ;D ;D
Uhm...Sì, capisco cosa vuoi dire e ci penserò. Grazie, sul serio :)
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Visto che la parola è parola posto questa mia poesia che al contrario di quella di Clodia ha una storia particolare. In un momento in cui volevo cambiare un pò lo stile stranamente un'autrice, tramite mail, mi ha consigliato la stessa cosa. Con il suo aiuto ho postato la poesia però non ho seguito tutti i consigli che mi ha gentilmente fornito. Non per una sana voglia di Sado-masochismo ma perché in qualche modo volevo lasciare una mia impronta. Ora non dico cosa l'autrice in questione mi ha consigliato...fate voi e io ne trarrò i giusti insegnamenti.
Criticate tranquillamente anche perché non è possibile avere il terrore di dire ciò che si pensa...
La culla di Giuda (per chi non lo sapesse è una macchina per la tortura)
e poi mi trovo a riparare una solitudine meccanica
a saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris.
Le scelte hanno le catene dentro.
Maglie vincolate a schiavitù metalliche
che nascondono aguzze utopie
violate culle di Giuda in cui crepar è assoluzione.
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
l'ala negata si piega nel respiro
è troppa la paura di divenir farfalla
è improvviso lo sgomento di saper volare.
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Posso chiedervi un favore?
C'è una sezione di commenti che è fatta apposta per queste discussioni.
Serve per dare un ordine e facilitarne la ricerca.
Usate quella, ognuno con la sua poesia ed il suo titolo.
Giusto?
Semplifichiamo le cose.
Eccolo
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?board=10.0
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Posso chiedervi un favore?
C'è una sezione di commenti che è fatta apposta per queste discussioni.
Serve per dare un ordine e facilitarne la ricerca.
Usate quella, ognuno con la sua poesia ed il suo titolo.
Giusto?
Lo sappiamo, peraltro ha già risposto Marina...ma dai, anche una discussione un pò meno tematica e più 'casereccia' in questa sezione penso ci possa stare...il topic è nato apposta e non va ad invadere nessuno spazio...
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Posso chiedervi un favore?
C'è una sezione di commenti che è fatta apposta per queste discussioni.
Serve per dare un ordine e facilitarne la ricerca.
Usate quella, ognuno con la sua poesia ed il suo titolo.
Giusto?
Semplifichiamo le cose.
Ho spiegato a Marina (un po' più su) perché non ho usato quella e ho preferito questa, che comunque è Discussione fra autori - Scambi di opinione su poesie o qualcosa del genere. Il mio spirito era quello della cosa in comune e non ognuno la sua poesia. Ma se questo crea problemi alla redazione, si leva tutto e si ricomincia.
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Visto che la parola è parola posto questa mia poesia che al contrario di quella di Clodia ha una storia particolare. In un momento in cui volevo cambiare un pò lo stile stranamente un'autrice, tramite mail, mi ha consigliato la stessa cosa. Con il suo aiuto ho postato la poesia però non ho seguito tutti i consigli che mi ha gentilmente fornito. Non per una sana voglia di Sado-masochismo ma perché in qualche modo volevo lasciare una mia impronta. Ora non dico cosa l'autrice in questione mi ha consigliato...fate voi e io ne trarrò i giusti insegnamenti.
Criticate tranquillamente anche perché non è possibile avere il terrore di dire ciò che si pensa...
La culla di Giuda (per chi non lo sapesse è una macchina per la tortura)
e poi mi trovo a riparare una solitudine meccanica
a saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris.
Le scelte hanno le catene dentro.
Maglie vincolate a schiavitù metalliche
che nascondono aguzze utopie
violate culle di Giuda in cui crepar è assoluzione.
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
l'ala negata si piega nel respiro
è troppa la paura di divenir farfalla
è improvviso lo sgomento di saper volare.
Si ricordo bene questa poesia....mi piace molto, in particolare la parte iniziale.
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Non è per lo spazio, è solo per ritrovarlo più facilmente, con una logica.
Gli spazi del laboratorio esistono per questo motivo, poi se non vogliamo utilizzarli e mettere le cose a caso, per non dire a casso, mi sembra una cassata.
Se cerco tra I commenti in laboratorio, questa discussione non la trovo.
Ma se non è chiaro e ritenete che stia dicendo una cassata, fate come volete.
Io la mia la posto nel laboratorio, non parlo da redattore, ma da autore che usa il forum.
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concordo perfettamente con Corripio: esiste apposta la sezione commenti creata per discutere delle poesie proprie o, ancora meglio sarebbe, degli altri. ora, che vada nella home è solo un modo per pubblicizzarla agli altri utenti che si accorgeranno del topic aperto e che, volendo, potrebbero parteciparvi.
secondo me, la sezione giusta è l'altra e come tale quella dovrebbe essere sfruttata, anche perchè così facciamo solo tanta confusione. eh eh.
e comunque, invece di cancellare tutto, basta che qualcuno della redazione la sposti di sede.
comunque, la poesia, come tema affrontato mi piace molto. a te, Clodia, l'avevo già detto. nella forma ci sono delle cose che non mi convincono (questo non te l'avevo detto). ci sono delle parti che restano troppo descrittive, come in prosa, altre che suonano male.
prendo la versione modificata direttamente
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
le frasi che ho grassettato sono troppo in prosa, ma tutta la poesia è descrittiva e a parte la vita che non dilegua, il freddo che avvolge i gomiti alla finestra e l'ultimo verso, io credo manchi effettivamente di phatos. pur essendo sentita, da parte tua, non riesce a coinvolgere il lettore proprio per la sua forma troppo descrittiva che assomiglia più ad un'istantanea che ad un moto interiore. il che potrebbe tranquillamente spiegarsi.
infatti, parlando della solitudine, delle persone che non vivono una vita intensa bensì scialba e svogliata, perchè non vogliono o non possono, la poesia rispecchia il sentimento generale che vuole interpretare. è una poesia che sta a guardare in maniera passiva, proprio allo stesso modo di chi passivamente guarda dalla finestra l'esaurirsi della propria vita.
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Salvooooooo...ahahahhahhahhahh ora mi suicido ;D
Scusa ma è un dovere dire che la parte che più ti piace è quella in cui ho ricevuto aiuto dalla famosa Autrice X perché io l'avevo scritta un pò più lunga.
Questo mi convince che la su citata sia una grande.
Adesso per non creare casini ulteriori mi lego i pollici opponibili e sto buonino.
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concordo perfettamente con Corripio: esiste apposta la sezione commenti. ora, che vada nella home è solo un modo per pubblicizzarla agli altri utenti che si accorgeranno del topic aperto e che, volendo, potrebbero parteciparvi.
secondo me, la sezione giusta è l'altra e come tale quella dovrebbe essere sfruttata, anche perchè così facciamo solo tanta confusione. eh eh.
comunque, la poesia, come tema affrontato mi piace molto. a te, Clodia, l'avevo già detto. nella forma ci sono delle cose che non mi convincono (questo non te l'avevo detto). ci sono delle parti che restano troppo descrittive, come in prosa, altre che suonano male.
prendo la versione modificata direttamente
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
le frasi che ho grassettato sono troppo in prosa, ma tutta la poesia è descrittiva e a parte la vita che non dilegua, il freddo che avvolge i gomiti alla finestra e l'ultimo verso, io credo manchi effettivamente di phatos. pur essendo sentita, da parte tua, non riesce a coinvolgere il lettore proprio per la sua forma troppo descrittiva che assomiglia più ad un'istantanea che ad un moto interiore. il che potrebbe tranquillamente spiegarsi.
infatti, parlando della solitudine, delle persone che non vivono una vita intensa bensì scialba e svogliata, perchè non vogliono o non possono, la poesia rispecchia il sentimento generale che vuole interpretare. è una poesia che sta a guardare in maniera passiva, proprio allo stesso modo di chi passivamente guarda dalla finestra l'esaurirsi della propria vita.
...E quindi la forma si adatta al contenuto ;D ;D ;D Eh-eh...A parte la battuta, a questo punto ho le idee chiarissime e andrà nel mio macinatoio a rigenerarsi. Grazie Zima :).
Sul problema "spazi": io continuo a non capire allora a cosa serve la sezione Discussioni fra autori - Scambi di opinione sulle poesie. Comunque io tutto il topic non so come spostarlo nè mi va di intitolarlo con il titolo di una mia perché proprio lo spirito era un altro.
A questo punto, se la redazione vuole, cancelli.
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esattamente ;D la forma si adatta al contenuto!
però, non coinvolge lo stesso! magari ci sarebbe un'altra forma che si adatta al contenuto e risulta anche più coinvolgente.. chissà!
comunque, questo è un piccolo difetto che a volte rilevo nelle tue poesie, quelle in cui diventi più "ermetica", ma anche quelle in cui pare prevalere la forma sul contenuto.
come dissi tempo fa, a volte ci si chiude in se stessi per pudore di mostrare le parti più fragili di noi e allora ci inventiamo soluzioni compositive che nascondono i sentimenti e ci fanno apparire troppo freddi.
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Visto che la parola è parola posto questa mia poesia che al contrario di quella di Clodia ha una storia particolare. In un momento in cui volevo cambiare un pò lo stile stranamente un'autrice, tramite mail, mi ha consigliato la stessa cosa. Con il suo aiuto ho postato la poesia però non ho seguito tutti i consigli che mi ha gentilmente fornito. Non per una sana voglia di Sado-masochismo ma perché in qualche modo volevo lasciare una mia impronta. Ora non dico cosa l'autrice in questione mi ha consigliato...fate voi e io ne trarrò i giusti insegnamenti.
Criticate tranquillamente anche perché non è possibile avere il terrore di dire ciò che si pensa...
La culla di Giuda (per chi non lo sapesse è una macchina per la tortura)
e poi mi trovo a riparare una solitudine meccanica
a saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris.
Le scelte hanno le catene dentro.
Maglie vincolate a schiavitù metalliche
che nascondono aguzze utopie
violate culle di Giuda in cui crepar è assoluzione.
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
l'ala negata si piega nel respiro
è troppa la paura di divenir farfalla
è improvviso lo sgomento di saper volare.
Devo pensarci. Tutta quanta parla chiaramente del sentirsi intrappolati nel "sistema" e va bene. Ma si ripete in alcuni punti: le scelte hanno le catene dentro è un'immagine forte che non richiede "maglie vincolate a schiavitù metalliche". Da togliere secondo me l'esplicativa "è troppa la paura di divenir farfalla/è improvviso lo sgomento di saper volare" che è prosa, a parte la metafora.
Questa una primissima impressione, ci torno. E' forte nel senso, mantieni immagini forti.
:)
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Grazie Clodiaf0904. Apprezzo veramente e credo sia vero. :P
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esattamente ;D la forma si adatta al contenuto!
però, non coinvolge lo stesso! magari ci sarebbe un'altra forma che si adatta al contenuto e risulta anche più coinvolgente.. chissà!
comunque, questo è un piccolo difetto che a volte rilevo nelle tue poesie, quelle in cui diventi più "ermetica", ma anche quelle in cui pare prevalere la forma sul contenuto.
come dissi tempo fa, a volte ci si chiude in se stessi per pudore di mostrare le parti più fragili di noi e allora ci inventiamo soluzioni compositive che nascondono i sentimenti e ci fanno apparire troppo freddi.
Concordo in pieno, hai ragione su tutta la linea. Ma non è solo il pudore; è anche non voler spiegare troppo, che secondo me non è funzione della poesia. Mi dirai che allora non scelgo sempre immagini efficaci e ci sto, ci sto. Sulla forma che prevale sul contenuto è che non mi doso sempre; esempio: le parti che hai grassettato sono "di raccordo" perché altrimenti davvero non si capisce niente. Ecco, in alcuni casi funzionano in altre in effetti il risultato è in prosa. Non so come uscire da questa impasse, a volte mi riesce a volte no.
Problema mio, ovvio. Però tu mi dici di non curare la forma a scapito del contenuto, altrove però in alcuni tuoi interventi terapeutici su di me ;) sembri "rimproverarmi" il contrario.
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e dipende dai casi... è ovvioooo!!! ;)
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Posto qui la mia ultima breve....commentate gente, commentate... ;D ;D
Lacrime
Mentre
L'occhio rubino
lucida il passato
Io
Estrapolo dal mare
il tuo sale.
Dunque. Si avverte il desiderio di stilizzare il dolore in un'immagine elegante. L'idea è buonissima secondo me ma "estrapolare" è un verbo così, così...duro! Non so, non mi suona. Spiegami poi perché hai dato quella disposizione particolare ai versi, prima voglio la tua spiegazione poi mi pronuncio.
:)
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Effettivamente se una parte del testo è funzionale all'insieme, anche se è un passaggio in prosa, ci può stare. L'importante è che sia comunque evocativo e non descrittivo puro e scontato.
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Un altare è la vita
Un altare è la vita presente a se stessa,
non dilegua, e la finzione della morte
si inginocchia a lei come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni:
il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
Mi sembra che la poesia si svolga in due momenti distinti e contrapposti, scanditi dai due periodi di tre versi ciascuno (nella versione originaria).
Nel primo la vita, vissuta come attimo presente, sembra sconfinare in una dimensione di eternità, è oltre il tempo, e la morte dilegua in una figura evanescente, illusoria.
Nel secondo appare il trascorrere inarrestabile del tempo e il freddo-morte si materializza in tutta la sua concretezza, lasciando trasparire il senso di amarezza per una vita vissuta “alla finestra” ( in qualche modo, quindi senza che si sia riusciti a vivere il presente).
Sensazione che viene esplicitata e confermata nel lapidario endecasillabo finale.
Secondo me la poesia è discreta, ma qui ti dico quello che secondo me sarebbe da migliorare.
I due periodi hanno una costruzione troppo complessa e ridondante, significati già intuibili vengono precisati appesantendo il discorso. L'andamento è molto prosastico.
Quindi io lavorerei di forbice e, nel tagliare ricercherei una maggiore ritmicità.
La scriverei più o meno così:
E' un altare la vita presente a sé stessa
e la morte è finzione in preghiera ai suoi piedi.
Ma scorrono i giorni e inaspettato il freddo
avvolge alla finestra gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati
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Grazie Clodiaf0904. Apprezzo veramente e credo sia vero. :P
Ehi :) è solo il MIO parere e va preso con le molle e in amicizia poetica. Qui siamo tutti sulla stessa barca ;). Se ti va di farlo modificala e ripostala, quando vuoi.
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concordo perfettamente con Corripio: esiste apposta la sezione commenti creata per discutere delle poesie proprie o, ancora meglio sarebbe, degli altri. ora, che vada nella home è solo un modo per pubblicizzarla agli altri utenti che si accorgeranno del topic aperto e che, volendo, potrebbero parteciparvi.
secondo me, la sezione giusta è l'altra e come tale quella dovrebbe essere sfruttata, anche perchè così facciamo solo tanta confusione. eh eh.
e comunque, invece di cancellare tutto, basta che qualcuno della redazione la sposti di sede.
comunque, la poesia, come tema affrontato mi piace molto. a te, Clodia, l'avevo già detto. nella forma ci sono delle cose che non mi convincono (questo non te l'avevo detto). ci sono delle parti che restano troppo descrittive, come in prosa, altre che suonano male.
prendo la versione modificata direttamente
Un altare è la vita presente a se stessa, non dilegua
e la finzione della morte si inginocchia a lei
come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni.
Il tempo cambia e alla finestra
il freddo avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
le frasi che ho grassettato sono troppo in prosa, ma tutta la poesia è descrittiva e a parte la vita che non dilegua, il freddo che avvolge i gomiti alla finestra e l'ultimo verso, io credo manchi effettivamente di phatos. pur essendo sentita, da parte tua, non riesce a coinvolgere il lettore proprio per la sua forma troppo descrittiva che assomiglia più ad un'istantanea che ad un moto interiore. il che potrebbe tranquillamente spiegarsi.
infatti, parlando della solitudine, delle persone che non vivono una vita intensa bensì scialba e svogliata, perchè non vogliono o non possono, la poesia rispecchia il sentimento generale che vuole interpretare. è una poesia che sta a guardare in maniera passiva, proprio allo stesso modo di chi passivamente guarda dalla finestra l'esaurirsi della propria vita.
A me piace molto il linguggio che usi di tipo riflessivo che, invece, aiuta a non appesantire il ragionamento. Quello che mi colpisce in negativo, e non capivo il perché ,ma ho individuato forse due spiegazioni, è l'uso della parola gomito. In primo luogo perché è il suono gutturale che spezza la dolcezza delle i, le f, di freddo, finestra, la sonorità della esse, ma offre una interruzione cacofonica legato giustamente con il co di consumati (in genere banalmente mi sarei aspettata i giorni consumati). come ad offrire un altro spunto di riflessione, e qui vengo alla seconda spiegazione: quel consumarsi di gomiti sa troppo di lavoro, e credo che è un altro discorso che appesantisce e non c'entra (o no? ???) col messaggio della poesia, e soprattutto fa pensare alla fatica, quasi una morte corporale, mentre invece per me questa tua è come un inno alla vita, misteriosa e da idolatrare. E la vita consuma anche gli oziosi, soltanto che chi non lavora, non viene ricordato, questo si, visto la chiusa sarebbe una interpretazione possibile. Ma io preferisco pensare che a spiare sia la morte, così lontana e dimenticata nel mentre si vive: perciò non mi piaceeee! Sono oziosaaaaaa, hehehhe! Ma talmente pigra che non mi si scorderà nessuno, per quanto sono oziosa! :D
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Io la tua poesia l'avrei scritta così:
Un altare è la vita
a se stessa presente
non dilegua
la finzione della morte
A lei s'inginocchia
come in preghiera
Ma anche così
presto scorrono
i giorni
Cambia il tempo
alla finestra
avvolge il freddo
gomiti consumati
Dei dimenticati
è l'arte
di spiare
Devo però dire che non ne ho capito del tutto sia il senso complessivo che alcuni versi. Soprattutto i primi sei versi (nella versione di sopra). Potresti spiegarmeli? Ad esempio, per "finzione della morte" che intendi? Forse "l'anticipazione della morte"?Gli altri versi io li interpreto: i giorni passano rapidamente e la morte ci sorprende alla finestra a spiare le vite degli altri. E' giusto? Comunque è buona. Ovvio tutto è migliorabile, ci si dovrebbe pensare di più però, all'impronta non saprei dire.
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Mi sembra che la poesia si svolga in due momenti distinti e contrapposti, scanditi dai due periodi di tre versi ciascuno (nella versione originaria).
Nel primo la vita, vissuta come attimo presente, sembra sconfinare in una dimensione di eternità, è oltre il tempo, e la morte dilegua in una figura evanescente, illusoria.
Nel secondo appare il trascorrere inarrestabile del tempo e il freddo-morte si materializza in tutta la sua concretezza, lasciando trasparire il senso di amarezza per una vita vissuta “alla finestra” ( in qualche modo, quindi senza che si sia riusciti a vivere il presente).
Sensazione che viene esplicitata e confermata nel lapidario endecasillabo finale.
Secondo me la poesia è discreta, ma qui ti dico quello che secondo me sarebbe da migliorare.
I due periodi hanno una costruzione troppo complessa e ridondante, significati già intuibili vengono precisati appesantendo il discorso. L'andamento è molto prosastico.
Quindi io lavorerei di forbice e, nel tagliare ricercherei una maggiore ritmicità.
La scriverei più o meno così:
E' un altare la vita presente a sé stessa
e la morte è finzione in preghiera ai suoi piedi.
Ma scorrono i giorni e inaspettato il freddo
avvolge alla finestra gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati
Stefano, ci sei anche tu! :) Che bella la tua lettura e com'è fluida la tua proposta :-[. Solo che "ai piedi" non mi suona, non va, ripete il concetto di preghiera. E poi l'hai fatta diventare piccolissima :o. Inoltre non mi levare "si inginocchia" che a me piace da morire, insomma...lasciamola com'è ;).
No, scherzo. Ho capito che non funziona così com'è, del resto l'ho postata proprio perché non piace a me, figurati.
E' un altare la vita presente a sé stessa
e la morte è finzione in ginocchio ai suoi piedi.
Ma scorrono i giorni e inaspettato il freddo
avvolge alla finestra gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati
...? Boh, che dici? Mah. Senti, il punto alla fine l'hai tolto apposta o è un caso? Mi interessa sta cosa.
Grazie, mi hai aiutata molto :)
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A me piace molto il linguggio che usi di tipo riflessivo che, invece, aiuta a non appesantire il ragionamento. Quello che mi colpisce in negativo, e non capivo il perché ,ma ho individuato forse due spiegazioni, è l'uso della parola gomito. In primo luogo perché è il suono gutturale che spezza la dolcezza delle i, le f, di freddo, finestra, la sonorità della esse, ma offre una interruzione cacofonica legato giustamente con il co di consumati (in genere banalmente mi sarei aspettata i giorni consumati). come ad offrire un altro spunto di riflessione, e qui vengo alla seconda spiegazione: quel consumarsi di gomiti sa troppo di lavoro, e credo che è un altro discorso che appesantisce e non c'entra (o no? ???) col messaggio della poesia, e soprattutto fa pensare alla fatica, quasi una morte corporale, mentre invece per me questa tua è come un inno alla vita, misteriosa e da idolatrare. E la vita consuma anche gli oziosi, soltanto che chi non lavora, non viene ricordato, questo si, visto la chiusa sarebbe una interpretazione possibile. Ma io preferisco pensare che a spiare sia la morte, così lontana e dimenticata nel mentre si vive: perciò non mi piaceeee! Sono oziosaaaaaa, hehehhe! Ma talmente pigra che non mi si scorderà nessuno, per quanto sono oziosa! :D
Ma Marinaaaa :) Io volevo dire proprio il contrario, non è un inno alla vita ma una lamentazione su chi non riesce a viversela e se ne sta alla finestra e i gomiti gli si consumano a furia di stare lì appunto come un peso morto :-[.
Sia chiaro che quando dico "volevo dire" non significa che stavo lì a pensare cosa volevo dire, non so se mi sono capita ;) ;D,
Comunque, ho capito la storia delle gutturali e dei gomiti che stonano. Faccio tesoro anche di questo e ti ringrazio immensamente del tuo contributo :D.
P. S. :angel:
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Dunque. Si avverte il desiderio di stilizzare il dolore in un'immagine elegante. L'idea è buonissima secondo me ma "estrapolare" è un verbo così, così...duro! Non so, non mi suona. Spiegami poi perché hai dato quella disposizione particolare ai versi, prima voglio la tua spiegazione poi mi pronuncio.
:)
ti spiego subito ;D il verbo "estrapolare" è duro, hai pienamente ragione, ma l'ho utilizzato per rendere ancora più chiara l'immagine della motivazione di quelle lacrime (il sale) nell'atto stesso del piangere (il mare), volevo rappresentare il perchè un atto come il pianto potesse avere delle motivazioni ben più complesse dell'atto in se...per quanto riguarda la disposizione dei versi ti dico che ho voluto spezzarla apposta in 2 momenti distinti, il "mentre" e l'"Io" per far capire che in base ai ricordi (l'occhio rubino che lucida il passato) cerco di trovare la causa di quel pianto estrapolandone appunto le cause rappresentate dall'immagine evocativa del sale marino...
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Io la tua poesia l'avrei scritta così:
Un altare è la vita
a se stessa presente
non dilegua
la finzione della morte
A lei s'inginocchia
come in preghiera
Ma anche così
presto scorrono
i giorni
Cambia il tempo
alla finestra
avvolge il freddo
gomiti consumati
Dei dimenticati
è l'arte
di spiare
Devo però dire che non ne ho capito del tutto sia il senso complessivo che alcuni versi. Soprattutto i primi sei versi (nella versione di sopra). Potresti spiegarmeli? Ad esempio, per "finzione della morte" che intendi? Forse "l'anticipazione della morte"?Gli altri versi io li interpreto: i giorni passano rapidamente e la morte ci sorprende alla finestra a spiare le vite degli altri. E' giusto? Comunque è buona. Ovvio tutto è migliorabile, ci si dovrebbe pensare di più però, all'impronta non saprei dire.
Angelo grazie ma tutte quelle "anastrofi" e lo spezzettamento dei versi, almeno in questo caso non li accetto :). Sai com'è, qui si fatica per liberarsi dai canoni ottocenteschi :P o anche solo primonovecento e questo non me lo puoi fa' ;).
A parte l'amichevole ironia, ti spiego per quello che mi riesce il significato che mi chiedi.
Finzione della morte: una vita che non è vita, non vissuta, apatica, bum-fatta secca. Eppure è vita, con i suoi ricordi (presente a se stessa e trasformata in un altarino con i santini di ciò che è stato) quindi sta lì in ginocchio a ri-guardarsi.
E sta lì, sempre lì, alla finestra, e i giorni passano e arriva il freddo e i gomiti si consumano e alla fine spiare chi vive, al di là, diventa un'arte in cui ci si specializza.
La potrei definire "poesia per i guardoni" ;)
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A me piace molto il linguggio che usi di tipo riflessivo che, invece, aiuta a non appesantire il ragionamento.
Ecco, questa è un'annotazione molto preziosa. Me la segno e te ne ringrazio e cercherò di affinare questa capacità :)
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Ma Marinaaaa :) Io volevo dire proprio il contrario, non è un inno alla vita ma una lamentazione su chi non riesce a viversela e se ne sta alla finestra e i gomiti gli si consumano a furia di stare lì appunto come un peso morto :-[.
Sia chiaro che quando dico "volevo dire" non significa che stavo lì a pensare cosa volevo dire, non so se mi sono capita ;) ;D,
Comunque, ho capito la storia delle gutturali e dei gomiti che stonano. Faccio tesoro anche di questo e ti ringrazio immensamente del tuo contributo :D.
P. S. :angel:
Si, lo so! ahhaaha! Ma volevo la tua conferma. Hai detto che forse non ti riesce di dare un messaggio chiaro: allora posso venire al punto.
Tutta la prima parte é "un inno alla vita" e che tu lo voglia o no, trasmetti gioia, la sua grandezza, la sua adorazione. Si, questo è la premessa per cui vuoi scuotere le persone per invitare a viverla. E hai poco da usare "lamentazione". Tutta la prima parte usa un linguaggio ben descritto nel La del diapason di Corripio! Un incanto della primavera di Vivaldi, non è una nenia funebre, Lo è la seconda parte. Come se fossero due poesie distinte. (d'altronde lo è anche il vivere e morire!). La prima riguarda la tua persona, la seconda quella degli altri. La lirica (il parlare delle tue emozioni personali) ti riesce molto meglio che non i sermoni, o forse i sermoni ti riescono bene lo stesso ma sono slegate nella poesia, anche nell linguaggio. E non mi dire che se persino la morte si mette a pregare, non sia un inno! ahhaah!
La distinzione del linguaggio e della poesia comunque, non la vedo così male come idea: ma tu, ne sei consapevole?
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Grazie per le spiegazioni, tramite queste riformulerò la mia versione e me la terrò per me visto che non ti piacciono le anastrofi. La poesia è un'arte da guardoni. Si guarda dentro di noi, nelle vite e soprattutto nelle disgrazie degli altri, quest'ultime ispirano molto, ci si appropria degli altrui sogni, dei segreti più riposti quando ci riesce, e li si sbandierano in giro spudoratamente.
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...Mah. Senti, il punto alla fine l'hai tolto apposta o è un caso? Mi interessa sta cosa.
Per la verità è stata una dimenticanza.
Però ripensandoci, senza punto, potrebbe essere una specie di "epigramma funerario".
Una conclusione "tombale". ??? ;D
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Visto che ci sei Stefano volevo chiederti una delucidazione su ciò che hai detto nella discussione sulla poetica, ossia che stai sperimentando un uso anticonvenzionale delle forme metriche classiche, hai qualche esempio?
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Visto che ci sei Stefano volevo chiederti una delucidazione su ciò che hai detto nella discussione sulla poetica, ossia che stai sperimentando un uso anticonvenzionale delle forme metriche classiche, hai qualche esempio?
Per la precisione ho detto "un uso anticlassico delle forme metriche tradizionali". Ma non si tratta di sperimentazione, ci sono fior di poeti che lo fanno o lo hanno fatto.
La forma metrica tradizionale per eccellenza della poesia italiana è il sonetto. Per un uso anticlassico intendo che usi una lingua attuale, piana nella sua costruzione per quanto possibile, il che non significa sciatta, né non ricercata; in cui rime e metrica tendano a scomparire nella lettura se non fossero messe in evidenza dalla forma che il testo assume nella pagina. Oppure, al contrario, in cui le rime stesse assumano un ruolo di scansione del ritmo, anche serrato, sempre con attenzione alla contemporaneità lessicale, al limite anche ostentata.
Alcune delle mie ultime le ho mandate a concorsi e non posso postarle.
Posso proporti questa:
Queste mie dita toccano sospiri
sui tasti neri dove t’attorcigli,
anima, che percorri strani giri
seguendo cavi in cui, forse, t’impigli.
Tu da lì, son sicuro, mi respiri,
e nello schermo, chiara, t’assottigli,
luce divieni, evanescente spiri,
e sulle labbra: “t’amo…”, mi bisbigli.
Sono stringhe d’amore virtuale,
scambiate in una chat, fatte di bit;
mi sei sembrata subito speciale:
quasi un angelo apparso con un click!
Ma ti ho incontrata in forma digitale:
forse eri tu, oppure solo un nick…
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Grazie per le spiegazioni, tramite queste riformulerò la mia versione e me la terrò per me visto che non ti piacciono le anastrofi. La poesia è un'arte da guardoni. Si guarda dentro di noi, nelle vite e soprattutto nelle disgrazie degli altri, quest'ultime ispirano molto, ci si appropria degli altrui sogni, dei segreti più riposti quando ci riesce, e li si sbandierano in giro spudoratamente.
Angelo, ma che ti sei offeso perché non mi piaceva la tua riscrittura di una cosa mia che a me, proprio a me che l'ho scritta, già non piaceva? Dai! ;)
Dunque, sulla poesia arte da guardoni siamo d'accordo ma non delle altrui cose, penso io, bensì delle nostre; anche quando sembra che parliamo "distaccati"...Eh sì...Tanto distaccati che sembriamo freddi ed elucubratori...
Dài, posta se vuoi un'altra versione della mia! Oppure - ce è lo scopo di questo topic- una tua di cui desideri una lettura :)
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Si, lo so! ahhaaha! Ma volevo la tua conferma. Hai detto che forse non ti riesce di dare un messaggio chiaro: allora posso venire al punto.
Tutta la prima parte é "un inno alla vita" e che tu lo voglia o no, trasmetti gioia, la sua grandezza, la sua adorazione. Si, questo è la premessa per cui vuoi scuotere le persone per invitare a viverla. E hai poco da usare "lamentazione". Tutta la prima parte usa un linguaggio ben descritto nel La del diapason di Corripio! Un incanto della primavera di Vivaldi, non è una nenia funebre, Lo è la seconda parte. Come se fossero due poesie distinte. (d'altronde lo è anche il vivere e morire!). La prima riguarda la tua persona, la seconda quella degli altri. La lirica (il parlare delle tue emozioni personali) ti riesce molto meglio che non i sermoni, o forse i sermoni ti riescono bene lo stesso ma sono slegate nella poesia, anche nell linguaggio. E non mi dire che se persino la morte si mette a pregare, non sia un inno! ahhaah!
La distinzione del linguaggio e della poesia comunque, non la vedo così male come idea: ma tu, ne sei consapevole?
Questo tuo ultimo mi lascia a bocca aperta :o. Dici cose che non avevo focalizzato ma che da qualche parte sento vere, riguardo al contenuto. Cavolini, mi hai dato materia di grande riflessione.
Di quale distinzione mi chiedi, poi? Spiega meglio che poi io posso dire se ne sono consapevole o no. In generale, comunque, io sono consapevole abbastanza dei meccanismi linguistici (miei) e di come uso le parole, non controllo però a quanto pare il messaggio.
Ti aspetto :)
P. S. Grazie
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Per la verità è stata una dimenticanza.
Però ripensandoci, senza punto, potrebbe essere una specie di "epigramma funerario".
Una conclusione "tombale". ??? ;D
Eh-eh.... ;D
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Queste mie dita toccano sospiri
sui tasti neri dove t’attorcigli,
anima, che percorri strani giri
seguendo cavi in cui, forse, t’impigli.
Tu da lì, son sicuro, mi respiri,
e nello schermo, chiara, t’assottigli,
luce divieni, evanescente spiri,
e sulle labbra: “t’amo…”, mi bisbigli.
Sono stringhe d’amore virtuale,
scambiate in una chat, fatte di bit;
mi sei sembrata subito speciale:
quasi un angelo apparso con un click!
Ma ti ho incontrata in forma digitale:
forse eri tu, oppure solo un nick…
Me la ricordo in una versione meno scorrevole o sbaglio? Questa mi piace molto.
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Angelo, ma che ti sei offeso perché non mi piaceva la tua riscrittura di una cosa mia che a me, proprio a me che l'ho scritta, già non piaceva? Dai! ;)
Offeso? Ma neanche un poco! Scherzavo, non s'è capito? Comunque la devo ancora elaborare la nuova versione ma non la posterò semplicemente perché non mi sembra utile per te, lo sarà più per me, come esercitazione, questo intendevo anche per appropriarsi...
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Domani torno su quella di Salvo, se a lui va. :)
In generale, mi piacerebbe tanto che questo diventasse un posto di "passaggio" appunto, dove ci si incroci fra noi e la poesia. Senza timori di essere "giudicati", in collaborazione, anche con qualche momento di discussione accesa. E anche se poi le voci si incrociano, con tutti i commenti accavallati, ognuno seguirà quello che lo attira di più.
Utopia? Confusione? Forse...Nel caso, la redazione metterà un ordine che verrà senz'altro accettato.
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Per la mia la posto magari domani, ci devo pensare un po'.
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Domani torno su quella di Salvo, se a lui va. :)
Certo che mi va, sennò non la postavo proprio... ;)
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Per un uso anticlassico intendo che usi una lingua attuale, piana nella sua costruzione per quanto possibile, il che non significa sciatta, né non ricercata; in cui rime e metrica tendano a scomparire nella lettura se non fossero messe in evidenza dalla forma che il testo assume nella pagina. Oppure, al contrario, in cui le rime stesse assumano un ruolo di scansione del ritmo, anche serrato, sempre con attenzione alla contemporaneità lessicale, al limite anche ostentata.
Capisco il lessico attuale, la costruzione più lineare, ma non capisco molto bene il resto del discorso sulle rime.
Nella poesia bit con cosa rima? Manca un verso?
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:D In questo caso credo si possa dire come spesso le rime possono anche non essere perfette ma create tramite delle assonanze. Fra bit e nik non vi è molta differenza sonora.
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Un altare è la vita presente a se stessa,
non dilegua, e la finzione della morte
si inginocchia a lei come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni:
il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
..............
presto i giorni scorrono, anche così:
cambia il tempo, e inaspettato avvolge
il freddo alla finestra i consumati gomiti
Non è meglio, soltanto la differenza della costruzione della frase che nella prima parte pone l'azione all'ultimo, rende estatica, contemplativa ,l'atmosfera di lettura: l'azione passa in secondo piano, tutto è fermo, si ammira la sacralità.
La seconda parte invece mette (giustamente perché è questo il messaggio) quasi sempre il verbo con l'uso deconsueto (vita di tutti i giorni) al primo posto (si sottolinea l'azione che è negata): si passa alla lettura attraverso il verbo, il risultato è non più un quadro, ma un film, uno scorrere. Sono passata dalla pinacoteca per entrare in un fumoso cinema un film d'azione, non male, ma sono uscita da una sala all'altra!
Riguardo il gomito consumato, non ho detto che è sbagliato, solo che crea interruzione sonora, e se si pensa che potrebbe preparare l'aforisma, ha una sua ragione d'essere! Ci distacca dall'azione per prepararci a riprendere il ragionamento.
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:D In questo caso credo si possa dire come spesso le rime possono anche non essere perfette ma create tramite delle assonanze. Fra bit e nik non vi è molta differenza sonora.
Però c'è già click che rima con nick, a me sembra che bit sia isolato
-
Questa mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e cosa ho pensato?
Questa poesia
un po' pazzerella
che sottopongo vitella
alla vostra macelleria
CPD vs CPE
C'era una volta
una misteriosa accolta
il Club dei Poeti Estinti
segreti come platelminti
Ma proprio per questo non c'è più
dicono sono andati tutti giù
Ora c'è il Club dei Poeti Dilettanti
e ti assicuro siamo in tanti
molto più allegro di quello
e così è più bello
Sicuramente durerà di più
andiamo sempre più su
Non ci riuniamo in caverne
piuttosto stiamo in taverne
o in uno spazio virtuale
e forse in fondo è uguale
Siamo il terrore dei Poeti Veri
ma loro sono ormai di ieri
Straziamo le forme come ci pare
con le parole ci piace trescare
ma non voleremo per la delusione
da una finestra o da un balcone
Ma la posso pubblicare sul sito tra le comiche?
Dato che ci sono, Marina non avevi detto che il tema La mia terra si sarebbe svolto durante il raduno? Invece lo vedo programmato per questo fine settimana. In tal modo si bruciano tutte le poesie che non verranno selezionate, non ti pare?
Datemi tempo, io sono lentissimo, che passo ad analizzare anche le vostre, siete avvertiti!
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:D :D :D è piaciuto il tema del raduno! Ma niente paura, non vi è problema, nel raduno non ci facciamo mica caso se la poesia è nuova o vecchia! Ci piacerebbe che fosse stata scritta pensando di leggerla all'incontro, ma al massimo se si vuole riproporre una già scritta non importa! Vuol dire che non si ripubblicherà di nuovo!
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Però c'è già click che rima con nick, a me sembra che bit sia isolato
Come dice Marina, bit è in assonanza con click e con nick, l'approssimazione alla rima è accentuata dal fatto che sono parole tronche, la differenza si limita al solo suono vocalico finale. Mi è sembrato che bit potesse svolgere ottimamente il ruolo della rima all'interno del sonetto, e sono convinto che infatti lo faccia. Tu pensi di no?
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Come dice Marina, bit è in assonanza con click e con nick, l'approssimazione alla rima è accentuata dal fatto che sono parole tronche, la differenza si limita al solo suono vocalico finale. Mi è sembrato che bit potesse svolgere ottimamente il ruolo della rima all'interno del sonetto, e sono convinto che infatti lo faccia. Tu pensi di no?
A me viene spontaneo raggruppare, proprio guidato dal ritmo e dalle rime, i versi come:
Queste mie dita toccano sospiri
sui tasti neri dove t’attorcigli,
anima, che percorri strani giri
seguendo cavi in cui, forse, t’impigli.
Tu da lì, son sicuro, mi respiri,
e nello schermo, chiara, t’assottigli,
luce divieni, evanescente spiri,
e sulle labbra: “t’amo…”, mi bisbigli.
Sono stringhe d’amore virtuale,
scambiate in una chat, fatte di bit;
mi sei sembrata subito speciale:
quasi un angelo apparso con un click!
Ma ti ho incontrata in forma digitale:
forse eri tu, oppure solo un nick…
Se mi concentro sui movimenti della lingua nel pronunciare bit e click non avverto l'assonanza, piuttosto una dissonanza, questo intendevo, ma le dissonanze possono far parte della musica naturalmente.
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Per la verità è stata una dimenticanza.
Però ripensandoci, senza punto, potrebbe essere una specie di "epigramma funerario".
Una conclusione "tombale".
Stefano, mi hai dato un'idea! Ecco a che assomigliano le mie poesie senza punteggiatura, a delle iscrizioni lapidee! Non necessariamente funerarie però. Mi piace.
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Per invito imperioso dell'autrice, edotto dalle sue illuminanti spiegazioni, posto la mia penultima inutile versione della sua poesia:
Un altare è la vita
specchio di se stessa
a sé s'inginocchia
anticipazione della morte
Non dire ora per me
una preghiera
ché scorrono i giorni
mutano i tempi
ci obliano
Trine di ghiaccio
sui vetri avvolgono
gomiti consumati
Dei dimenticati
è l'arte
di spiare
L'ultima versione me la riservo in punta di morte per evitare di essere picchiato. O voi non avrete pietà neanche per i morituri?
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Entro stasera rispondo a Marina e Angelo, per ora li ringrazio :)
P. S. Angelo io non picchio, stai tranquillo, al massimo mi faccio picchiare "metaforicamente" visto che ho aperto questo topic con una mia ;D
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Un altare è la vita presente a se stessa,
non dilegua, e la finzione della morte
si inginocchia a lei come in preghiera.
Ma anche così, scorrono presto i giorni:
il tempo cambia e inaspettato il freddo
alla finestra avvolge i gomiti consumati.
Spiare è l'arte dei dimenticati.
..............
presto i giorni scorrono, anche così:
cambia il tempo, e inaspettato avvolge
il freddo alla finestra i consumati gomiti
Non è meglio, soltanto la differenza della costruzione della frase che nella prima parte pone l'azione all'ultimo, rende estatica, contemplativa ,l'atmosfera di lettura: l'azione passa in secondo piano, tutto è fermo, si ammira la sacralità.
La seconda parte invece mette (giustamente perché è questo il messaggio) quasi sempre il verbo con l'uso deconsueto (vita di tutti i giorni) al primo posto (si sottolinea l'azione che è negata): si passa alla lettura attraverso il verbo, il risultato è non più un quadro, ma un film, uno scorrere. Sono passata dalla pinacoteca per entrare in un fumoso cinema un film d'azione, non male, ma sono uscita da una sala all'altra!
Riguardo il gomito consumato, non ho detto che è sbagliato, solo che crea interruzione sonora, e se si pensa che potrebbe preparare l'aforisma, ha una sua ragione d'essere! Ci distacca dall'azione per prepararci a riprendere il ragionamento.
Interessantissimo e quanto mai utile per me e per chi ci legge, Marina, il tuo intervento. Tu mi "spingi" all'omogeneità nella posizione dei lemmi: o tutto immoto e sacrale o tutto il suo contrario, senza contraddirsi. Insomma al parallelismo, che è una figura dell'ordine appunto.
Bene. Non posto un'altra versione perché adesso aspetto di commentare le poesie di altri. Ma ti assicuro che ci rifletto molto.
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Per invito imperioso dell'autrice, edotto dalle sue illuminanti spiegazioni, posto la mia penultima inutile versione della sua poesia:
Un altare è la vita
specchio di se stessa
a sé s'inginocchia
anticipazione della morte
Non dire ora per me
una preghiera
ché scorrono i giorni
mutano i tempi
ci obliano
Trine di ghiaccio
sui vetri avvolgono
gomiti consumati
Dei dimenticati
è l'arte
di spiare
L'ultima versione me la riservo in punta di morte per evitare di essere picchiato. O voi non avrete pietà neanche per i morituri?
Angelo, non voglio assolutamente difendere la stesura originale - anche perché come volevo ne è rimasto poco, a questo punto :) - e quindi faccio finta che tu abbia postato questa senza l'input della mia. Ti direi che ci sono delle ridondanze (in grassetto) e delle inversioni (in corsivo) che ho velocemente notato e non mi piacciono, almeno a mio gusto. L'immagine sottolineata la trovo poi un po' svenevole, se mi passi il termine, di una estenuazione che cozza con il tema. Infine, in questo periodo "sto in fissa" col verso lungo, quindi spezzettato non mi va (e pensare che fino a qualche mese fa facevo degli "spezzatini" in versi che non ti dico :-[).
Detto ciò, la tua last version vedi di metterla qui un po' prima del punto di morte ;) ;D
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Crepax73
La culla di Giuda (per chi non lo sapesse è una macchina per la tortura)
e poi mi trovo a riparare una solitudine meccanica
a saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris.
La poesia è comprensibile. D'altronde tu stesso ne hai spiegato il senso generale nell'introdurla. L'idea alla base è valida ma la realizzazione poetica andrebbe elaborata meglio. Come per ora non so dire ma ci penserò. Per esempio: "saziare sciarade...Tetris", "freddo del rancore", l'ala negata..."; pur intuendo il significato che gli vuoi attribuire non riesco a dare loro un senso preciso.
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La poesia è comprensibile. D'altronde tu stesso ne hai spiegato il senso generale nell'introdurla. L'idea alla base è valida ma la realizzazione poetica andrebbe elaborata meglio. Come per ora non so dire ma ci penserò. Per esempio: "saziare sciarade...Tetris", "freddo del rancore", l'ala negata..."; pur intuendo il significato che gli vuoi attribuire non riesco a dare loro un senso preciso.
e poi mi trovo a riparare una solitudine meccanica
a saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris.
Le scelte hanno le catene dentro.
Maglie vincolate a schiavitù metalliche
che nascondono aguzze utopie
violate culle di Giuda in cui crepar è assoluzione.
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
l'ala negata si piega nel respiro
è troppa la paura di divenir farfalla
è improvviso lo sgomento di saper volare.
è vero che ci sono passaggi un po' ostici, ma io sono proprio convinta che la poesia non debba essere così esplicita. debba dire e non dire, lasciando al lettore la possibilità di seguire più strade interpretative e avere così più spunti di riflessione.
i due versi in questione, ad esempio non sono così chiari, eppure si può arrivare a comprenderli o, meglio ancora, a dare loro un senso compiuto.
la sciarada è un gioco enigmistico che consiste nell'unire due o più parole per formarne un'altra. quindi, infondo, come nel tetris in cui si spostano e si assemblano mattoncini per formare righe complete, così avviene nella sciarada con le parole.
cosa può voler dire, allora, riparare solitudini e saziare sciarade?
bhe, secondo me può voler dire che l'autore ha bisogno di riempire i suoi vuoti, riparando i buchi, ricucendoli, in qualche modo. una solitudine "meccanica" quasi fosse indipendente dall'autore, quasi andasse per inerzia. nel porre rimedio a questa solitudine l'autore si ritrova a far quadrare i conti, a riflettere e rimuginare sugli eventi passati, presenti e futuri, combinandoli come in una sciarada e, quando sono completi, propriocome avviene nel tetris, li elimina.
ecco, per me questo potrebbe essere tranquillamente un significato, fermo restando che magari, per l'autore poteva averne un altro. ma il compito della poesia, a meno che non si tratti di poesia sociale, non è quello di spiegare palesemente i sentimenti dell'autore, ma di indurre riflessioni e sentimenti, anche altri, nel lettore.
questa poesia la trovo abbastanza originale, un po' abusata di aggettivi, ma non male.
quello che non mi convince è la parte finale, con quest'immagine stra-abusata della paura del volo e della trasformazione da crisalide a farfalla. ma non me ne vorrà l'autore ;)
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Hey ma anch'io ho postato una poesia...
NON MI CAGA NESSUNOOOOOOOO!! :'(
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Hey ma anch'io ho postato una poesia...
NON MI CAGA NESSUNOOOOOOOO!! :'(
A quale ti riferisci? A quella in questo topic? Eccomi e scusami! Un attimo e ti dico :) (ma già ieri sera ti dicevo qualcosa in questa sede)
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Socrate di Salvo D'Angelo
Mi sono permesso di commentare la tua interessante poesia Socrate postando qui il commento perché lunghetto. Secondo me però la poesia difetta di logica nella seconda parte, ovvero nella conclusione.
Ignoro l'ignoranza
colmandola col sapere
ma se avessi saputo
che gli ignoranti
non ignorano me
avrei preferito non sapere
così sapendolo
avrei ignorato
coloro che ignorano
il mio saperli ignoranti
e da ignorante avrei saputo
di non sapermi tale
"Ignoro l'ignoranza/colmandola col sapere" - Questa va bene infatti ignoro è sinonimo di eludere, evitare, persino minimizzare;
"ma se avessi saputo/che gli ignoranti/non ignorano me/avrei preferito non sapere" - Anche questa va bene in quanto si può interpretare nel senso che se avessi realizzato che (diventando sapiente) gli ignoranti si sarebbero accorti di me (ovvero che ero diverso, superiore e quindi avrebbero sviluppato un'esiziale invidia nei mei confronti) avrei preferito non diventare colto (infatti poi gli ignoranti si vendicarono condannandolo a morte);
Da qui iniziano i problemi logici.
"così sapendolo/avrei ignorato/coloro che ignorano/il mio saperli ignoranti" - ovvero se mi fossi reso conto delle conseguenze di cui sopra avrei eluso coloro....qui cominciano i problemi...non coloro che ignorano...in quanto sopra avevi detto che gli ignoranti sanno di te che sei colto e quindi logicamente sai che essi sono ignoranti quindi i versi avrebbero dovuto essere "coloro che non ignorano/il mio saperli ignoranti", per mantenere il più possibile il tuo lessico.
"e da ignorante avrei saputo/di non sapermi tale" - anche questa frase è illogica perché da ignorante non avresti saputo di saperti tale ovvero ignorante e ciò ti avrebbe protetto dall'invidia degli ignoranti e quindi i versi giusti avrebbero dovuto essere "e da ignorante non avrei saputo/di sapermi tale".
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ti spiego subito ;D il verbo "estrapolare" è duro, hai pienamente ragione, ma l'ho utilizzato per rendere ancora più chiara l'immagine della motivazione di quelle lacrime (il sale) nell'atto stesso del piangere (il mare), volevo rappresentare il perchè un atto come il pianto potesse avere delle motivazioni ben più complesse dell'atto in se...per quanto riguarda la disposizione dei versi ti dico che ho voluto spezzarla apposta in 2 momenti distinti, il "mentre" e l'"Io" per far capire che in base ai ricordi (l'occhio rubino che lucida il passato) cerco di trovare la causa di quel pianto estrapolandone appunto le cause rappresentate dall'immagine evocativa del sale marino...
Va bene ma il mentre puoi avvicinarlo e toglier la maiuscola al primo verso, secondo me così diviene un tutt'uno; già il mentre dà idea dell'avversativa e non c'è bisogno di isolarlo. Poi di nuovo Io in maiuscola(era così vero? vado a memoria perché non so come quotare tutto insieme il tuo intervento attaccandolo alla poesia) legato al verso successivo e sempre centrato.
Sul verbo sto pensando a un sinonimo ma l'unico che mi viene in mente è "estraendo". Che ne dici? Sempre un po' duretto... :(
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A quale ti riferisci? A quella in questo topic? Eccomi e scusami! Un attimo e ti dico :) (ma già ieri sera ti dicevo qualcosa in questa sede)
Ho qui i documenti! Io ho commentato ben due tue poesie: Dormiveglia e Socrate.
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Socrate di Salvo D'Angelo
Mi sono permesso di commentare la tua interessante poesia Socrate postando qui il commento perché lunghetto. Secondo me però la poesia difetta di logica nella seconda parte, ovvero nella conclusione.
Ignoro l'ignoranza
colmandola col sapere
ma se avessi saputo
che gli ignoranti
non ignorano me
avrei preferito non sapere
così sapendolo
avrei ignorato
coloro che ignorano
il mio saperli ignoranti
e da ignorante avrei saputo
di non sapermi tale
"Ignoro l'ignoranza/colmandola col sapere" - Questa va bene infatti ignoro è sinonimo di eludere, evitare, persino minimizzare;
"ma se avessi saputo/che gli ignoranti/non ignorano me/avrei preferito non sapere" - Anche questa va bene in quanto si può interpretare nel senso che se avessi realizzato che (diventando sapiente) gli ignoranti si sarebbero accorti di me (ovvero che ero diverso, superiore e quindi avrebbero sviluppato un'esiziale invidia nei mei confronti) avrei preferito non diventare colto (infatti poi gli ignoranti si vendicarono condannandolo a morte);
Da qui iniziano i problemi logici.
"così sapendolo/avrei ignorato/coloro che ignorano/il mio saperli ignoranti" - ovvero se mi fossi reso conto delle conseguenze di cui sopra avrei eluso coloro....qui cominciano i problemi...non coloro che ignorano...in quanto sopra avevi detto che gli ignoranti sanno di te che sei colto e quindi logicamente sai che essi sono ignoranti quindi i versi avrebbero dovuto essere "coloro che non ignorano/il mio saperli ignoranti", per mantenere il più possibile il tuo lessico.
"e da ignorante avrei saputo/di non sapermi tale" - anche questa frase è illogica perché da ignorante non avresti saputo di saperti tale ovvero ignorante e ciò ti avrebbe protetto dall'invidia degli ignoranti e quindi i versi giusti avrebbero dovuto essere "e da ignorante non avrei saputo/di sapermi tale".
Hai ragione....nella parte finale mi sono un pò perso ma la tua idea mi piace....perchè mi hai fatto notare che manca un pò di logica, io intendevo dire con la chiusa che "da ignorante" avrei saputo di non esserlo perchè spesso gli ignoranti sono convinti di non esserlo (come insegna Socrate) ma mi rendo conto che potrebbe suonare illogico per cui seguirò il tuo prezioso consiglio e ti ringrazio! ;)
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Ho qui i documenti! Io ho commentato ben due tue poesie: Dormiveglia e Socrate.
ahah lo so intendevo "Lacrime", postata in questo topic...e comunque scherzavo... ;D
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Socrate di Salvo D'Angelo
Mi sono permesso di commentare la tua interessante poesia Socrate postando qui il commento perché lunghetto. Secondo me però la poesia difetta di logica nella seconda parte, ovvero nella conclusione.
Ignoro l'ignoranza
colmandola col sapere
ma se avessi saputo
che gli ignoranti
non ignorano me
avrei preferito non sapere
così sapendolo
avrei ignorato
coloro che ignorano
il mio saperli ignoranti
e da ignorante avrei saputo
di non sapermi tale
"Ignoro l'ignoranza/colmandola col sapere" - Questa va bene infatti ignoro è sinonimo di eludere, evitare, persino minimizzare;
"ma se avessi saputo/che gli ignoranti/non ignorano me/avrei preferito non sapere" - Anche questa va bene in quanto si può interpretare nel senso che se avessi realizzato che (diventando sapiente) gli ignoranti si sarebbero accorti di me (ovvero che ero diverso, superiore e quindi avrebbero sviluppato un'esiziale invidia nei mei confronti) avrei preferito non diventare colto (infatti poi gli ignoranti si vendicarono condannandolo a morte);
Da qui iniziano i problemi logici.
"così sapendolo/avrei ignorato/coloro che ignorano/il mio saperli ignoranti" - ovvero se mi fossi reso conto delle conseguenze di cui sopra avrei eluso coloro....qui cominciano i problemi...non coloro che ignorano...in quanto sopra avevi detto che gli ignoranti sanno di te che sei colto e quindi logicamente sai che essi sono ignoranti quindi i versi avrebbero dovuto essere "coloro che non ignorano/il mio saperli ignoranti", per mantenere il più possibile il tuo lessico.
"e da ignorante avrei saputo/di non sapermi tale" - anche questa frase è illogica perché da ignorante non avresti saputo di saperti tale ovvero ignorante e ciò ti avrebbe protetto dall'invidia degli ignoranti e quindi i versi giusti avrebbero dovuto essere "e da ignorante non avrei saputo/di sapermi tale".
:o ::)
Mi gira un po' la testa ;D
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Scusate avevo sbagliato citazione volevo citare Salvo D'Angelo
Hey ma anch'io ho postato una poesia...
NON MI CAGA NESSUNOOOOOOOO!! :'(
Ho qui i documenti! Io ho commentato ben due tue poesie: Dormiveglia e Socrate.
Inoltre ho commentato anche quella di Corripio: Credevo nel candore...
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Va bene ma il mentre puoi avvicinarlo e toglier la maiuscola al primo verso, secondo me così diviene un tutt'uno; già il mentre dà idea dell'avversativa e non c'è bisogno di isolarlo. Poi di nuovo Io in maiuscola(era così vero? vado a memoria perché non so come quotare tutto insieme il tuo intervento attaccandolo alla poesia) legato al verso successivo e sempre centrato.
Sul verbo sto pensando a un sinonimo ma l'unico che mi viene in mente è "estraendo". Che ne dici? Sempre un po' duretto... :(
Mentre ed Io li ho staccati apposta e inseriti maiuscoli per sottolinearli di più...mi rendo conto che forse li ho forzati un pò troppo....estraendo non è male ma non rende abbastanza l'idea che voglio dare....però hai ragione forse a livello di forma ci starebbe meglio...
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Scusate avevo sbagliato citazione volevo citare Salvo D'AngeloHo qui i documenti! Io ho commentato ben due tue poesie: Dormiveglia e Socrate.
Inoltre ho commentato anche quella di Corripio: Credevo nel candore...
Lo so Angelo e ti ringrazio.....accetto volentieri i tuoi preziosi consigli che trovo davvero interessanti!
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Mentre ed Io li ho staccati apposta e inseriti maiuscoli per sottolinearli di più...mi rendo conto che forse li ho forzati un pò troppo....estraendo non è male ma non rende abbastanza l'idea che voglio dare....però hai ragione forse a livello di forma ci starebbe meglio...
Fai le tue prove se credi, fanne finché non ti senti soddisfatto. Poi, se vuoi, riposta di nuovo. :)
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visto che a questa poesia ho ricevuto uno di quei commenti non volti alla critica costruttiva ma all'infastidimento, e visto che la persona in questione non ha capito un accidenti del testo, lo propongo qui, tra voi. così almeno capirò se il testo è incomprensibile oppure se si tratta di mera cecità.
si parla di nick name e in particolare del rapporto tra la persona reale e il proprio nick.
siate sinceri!! ;)
nick
mi parli di utopie, di margini
voluti come matrimoni. Renzo
e Lucia, però, "non s'ha da fare"
sei, allora, un abbinamento sconveniente
il calzino cercato al buio
quando il caffè ancora non ci sveglia
e tremi tra il pulviscolo di latte
nel ribalzare freddo di giunture
e artriti
tremi come pelle vera, carica
di potenziale quando alzo la falange
per ricaderti sopra
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visto che a questa poesia ho ricevuto uno di quei commenti non volti alla critica costruttiva ma all'infastidimento, e visto che la persona in questione non ha capito un accidenti del testo, lo propongo qui, tra voi. così almeno capirò se il testo è incomprensibile oppure se si tratta di mera cecità.
si parla di nick name e in particolare del rapporto tra la persona reale e il proprio nick.
siate sinceri!! ;)
nick
mi parli di utopie, di margini
voluti come matrimoni. Renzo
e Lucia, però, "non s'ha da fare"
sei, allora, un abbinamento sconveniente
il calzino cercato al buio
quando il caffè ancora non ci sveglia
e tremi tra il pulviscolo di latte
nel ribalzare freddo di giunture
e artriti
tremi come pelle vera, carica
di potenziale quando alzo la falange
per ricaderti sopra
Dunque. Io l'ho commentata e - ricordo bene - afferrando solo in corner l'atmosfera virtuale (colpa mia che non ho legato il testo al titolo). Tuttavia, considerando anche il titolo e non avendo una tua nota esplicativa a disposizione come in questa sede, avevo ipotizzato che si parlasse di amori nati "in chat", un po' come quella di Stefano. Le parti che ho grassettato mi ci hanno condotta e anche l'atmosfera in generale, i particolari "di calda quotidianità", il fatto che si tracci il ritratto di un "amore incompiuto", non reale.
Ora, credo che questa lettura non sia del tutto peregrina anche con la tua spiegazione; in fondo si tratta comunque di un rapporto, una relazione - più o meno felice - anche se con il nostro "altro se stesso" :).
Quindi, questa la sensazione che se ne ricava, a mio parere.
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Ah, dimenticavo: anche il "tu" contribuisce, come se parlassi appunto a un altro.
Bene, io ho dato l'avvio e ora aspettiamo gli altri :D
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sìsìsì!! grazie Clodia del tuo intervento che io trovo molto pertinente. il "tu" è presente proprio in quanto si parla di un rapporto ed il nick viene personificato.
se qualcuno volesse aggiungere anche annotazioni e critiche sulla costruzione, sull'uso più o meno pertinente delle metafore e sui significati che se ne ricavano, gliene sarei grato. ;)
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la sciarada è un gioco enigmistico che consiste nell'unire due o più parole per formarne un'altra. quindi, infondo, come nel tetris in cui si spostano e si assemblano mattoncini per formare righe complete, così avviene nella sciarada con le parole.
cosa può voler dire, allora, riparare solitudini e saziare sciarade?
bhe, secondo me può voler dire che l'autore ha bisogno di riempire i suoi vuoti, riparando i buchi, ricucendoli, in qualche modo. una solitudine "meccanica" quasi fosse indipendente dall'autore, quasi andasse per inerzia. nel porre rimedio a questa solitudine l'autore si ritrova a far quadrare i conti, a riflettere e rimuginare sugli eventi passati, presenti e futuri, combinandoli come in una sciarada e, quando sono completi, propriocome avviene nel tetris, li elimina.
ecco, per me questo potrebbe essere tranquillamente un significato, fermo restando che magari, per l'autore poteva averne un altro. ma il compito della poesia, a meno che non si tratti di poesia sociale, non è quello di spiegare palesemente i sentimenti dell'autore, ma di indurre riflessioni e sentimenti, anche altri, nel lettore.
questa poesia la trovo abbastanza originale, un po' abusata di aggettivi, ma non male.
quello che non mi convince è la parte finale, con quest'immagine stra-abusata della paura del volo e della trasformazione da crisalide a farfalla. ma non me ne vorrà l'autore ;)
Secondo me la poesia può sì prescindere dallo spiegare ma non dalla logica altrimenti si rischia il non-sense, a meno che quest'ultimo non sia intenzionale, ma non mi sembra questo il caso. Perciò io rimango della mia opinione e la tua giustificazione di "saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris" la trovo forzata anche se il poeta voleva probabilmente intendere quel che dici. E così dicasi delle altre espressioni che ho citato.
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sìsìsì!! grazie Clodia del tuo intervento che io trovo molto pertinente. il "tu" è presente proprio in quanto si parla di un rapporto ed il nick viene personificato.
se qualcuno volesse aggiungere anche annotazioni e critiche sulla costruzione, sull'uso più o meno pertinente delle metafore e sui significati che se ne ricavano, gliene sarei grato. ;)
Essendo tu un'autrice "esperta" (asettico aggettivo, per mantenere un po' di ufficialità ;) ) si tratterebbe - penso - solo di dirti cose del tipo "io avrei fatto così e cosà" ma non di mettere in discussione l'uso delle metafore e la costruzione; tale contributo io personalmente lo troverei sterile, in quanto ognuno ha il suo stile, fintantoché come nel tuo caso si sia impossessato della "tecnica". Mi limito quindi solo a ribadire che prevale l'atmosfera "amorosa" mentre non si coglie - se non avvertiti da te - il tema dell'identità reale/virtuale.
Detto questo, mi faccio da parte e lascio a chi voglia aggiungere, confutare ecc.ecc.ecc.
:)
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visto che a questa poesia ho ricevuto uno di quei commenti non volti alla critica costruttiva ma all'infastidimento, e visto che la persona in questione non ha capito un accidenti del testo, lo propongo qui, tra voi. così almeno capirò se il testo è incomprensibile oppure se si tratta di mera cecità.
si parla di nick name e in particolare del rapporto tra la persona reale e il proprio nick.
siate sinceri!! ;)
nick
mi parli di utopie, di margini
voluti come matrimoni. Renzo
e Lucia, però, "non s'ha da fare"
sei, allora, un abbinamento sconveniente
il calzino cercato al buio
quando il caffè ancora non ci sveglia
e tremi tra il pulviscolo di latte
nel ribalzare freddo di giunture
e artriti
tremi come pelle vera, carica
di potenziale quando alzo la falange
per ricaderti sopra
Devo dire che ho già letto un'altra interpretazione oltre che l'introduzione dell'autrice e ho fatto male perché ora non riesco ad avere un giudizio indipendente. Ciononostante il senso preciso della prima strofa mi è oscuro. Se l'autrice volesse gentilmente spiegarmelo io non mi offendo.
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Devo dire che ho già letto un'altra interpretazione oltre che l'introduzione dell'autrice e ho fatto male perché ora non riesco ad avere un giudizio indipendente. Ciononostante il senso preciso della prima strofa mi è oscuro. Se l'autrice volesse gentilmente spiegarmelo io non mi offendo.
Aggiungo però che se non le avessi lette, incluso il titolo, probabilmente non avrei capito di cosa si trattava. Secondo me questo è un problema serio con le poesie, sul quale dovremmo discutere diffusamente. Non si può liquidare chi non capisce per scemo e quello che non capisce liquidare la poesia come incomprensibile e accantonarla, sono soluzioni semplicistiche che non colgono il punto. Voi che proponete? Io direi che la poesia deve contenere qualche indizio che guidi il lettore nella giusta lettura della stessa. Ad esempio in questa il titolo "nick" fornisce un indizio anche se non è ancora sufficiente per una soddisfacente decodifica.
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non amo spiegare le mie poesie ma, visto che mi chiedi, proverò ;):
quando ci creiamo un nick, ci vestiamo, in buona sostanza, di una seconda identità. una sfaccettatura di noi, o peggio, quello che vorremmo essere ma non siamo. o quello che vogliamo che gli altri vedano di noi.
in questo senso il nick ci parla di utopie (desideri, speranze irraggiungibili racchiuse in un nome), di margini (confini tra l'io reale e quello virtuale) che vorremmo fortemente far combaciare (come fortemente può desiderarsi un matrimonio) ma, è difficile e non realizzabile questo combaciare (il riferimento ai promessi sposi)
il resto mi pare abbastanza semplice, no?! :)
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Secondo me questo è un problema serio con le poesie, sul quale dovremmo discutere diffusamente. Non si può liquidare chi non capisce per scemo e quello che non capisce liquidare la poesia come incomprensibile e accantonarla, sono soluzioni semplicistiche che non colgono il punto.
Senza collegarmi specificamente all'occasione in cui nasce questa considerazione, voglio quotarla al cento per cento. Credo anch'io che questo sia un problema serio. Chi legge ha il dovere di "entrare" quanto più possibile nella poetica di un autore ma chi scrive gliene deve dare almeno una possibilità, se vuole comunicare (non fosse invece questo il suo obiettivo, allora nessun problema) e senza metter trincee quando qualcuno gentilmente gli dice che l'ha trovato ostico; e il lettore (poeta o meno) non va svilito, anzi le sue sensazioni sono preziosissime.
Che ne pensano gli altri?
In attesa di risposte, notte a tutti e alla prox :)
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Aggiungo però che se non le avessi lette, incluso il titolo, probabilmente non avrei capito di cosa si trattava. Secondo me questo è un problema serio con le poesie, sul quale dovremmo discutere diffusamente. Non si può liquidare chi non capisce per scemo e quello che non capisce liquidare la poesia come incomprensibile e accantonarla, sono soluzioni semplicistiche che non colgono il punto. Voi che proponete? Io direi che la poesia deve contenere qualche indizio che guidi il lettore nella giusta lettura della stessa. Ad esempio in questa il titolo "nick" fornisce un indizio anche se non è ancora sufficiente per una soddisfacente decodifica.
sono d'accordo solo in parte con quello che dici.
certo, dire ce l'autore non è stato in grado di trasmettere un messaggio, quando il lettore stesso non ha posto la giusta attenzione nella lettura, così come dire che il lettore è un imbecille perchè non capisce, vuol dire essere superficiali. una poesia deve dare degli indizi, ma certo non spiegare. altrimenti potremmo scrivere in prosa, argomentando, e verrebbe molto meglio.
io sono per la libera interpretazione delle poesie e, per questo, prediligo quei testi che ci conducono per più strade, che ci aprono a più interpretazioni, sempre che queste trasmettano, alla fine, la stessa sensazione.
solo per fare un esempio, questa mia voleva trasmettere la sensazione di un rapporto travagliato (che sia tra il nick e il suo proprietario, tra l'ego e l'alterego o tra due amanti, questo importa relativamente poco, a patto che la sensazione arrivi). in questo caso avevo un intento abbastanza preciso e, per questo, ho utilizzato un titolo che fosse esplicativo.
certo, se la maggior parte dei lettori non è riscita a individuare l'argomento e a sentire la sensazione che volevo trasmettere, allora c'è da porsi il problema: dove ho sbagliato?
e vi assicuro che, se sono qui a farvela leggere, è proprio perchè me lo sto chiedendo. :)
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non amo spiegare le mie poesie ma, visto che mi chiedi, proverò ;):
quando ci creiamo un nick, ci vestiamo, in buona sostanza, di una seconda identità. una sfaccettatura di noi, o peggio, quello che vorremmo essere ma non siamo. o quello che vogliamo che gli altri vedano di noi.
in questo senso il nick ci parla di utopie (desideri, speranze irraggiungibili racchiuse in un nome), di margini (confini tra l'io reale e quello virtuale) che vorremmo fortemente far combaciare (come fortemente può desiderarsi un matrimonio) ma, è difficile e non realizzabile questo combaciare (il riferimento ai promessi sposi)
il resto mi pare abbastanza semplice, no?! :)
Devo dire con franchezza che l'interpretazione che hai dato alla specifica forma usata nella prima strofa non mi sarebbe mai venuta in mente in quanto io do al nick un significato prioritario di difesa della privacy piuttosto che di seconda identità ideale anche se conosco quest'ultimo significato. Anche margini non mi fa pensare come a te al confine tra reale e virtuale ma piuttosto alla marginalità oppure, in senso matematico, al bordo di qualche superficie tridimensionale. Ancora il matrimonio non mi si fa desiderare fortemente anche se io sono felicemente sposato beninteso e infine Renzo e Lucia più che farmi pensare all'irrealizzabilità mi fa pensare a quel romanzo e alle sue raffinate descrizioni. Questa diversità del sentire costituisce un reale impedimento alla comunicazione e quindi alla riuscita di una poesia. Secondo me o la poesia usa un linguaggio più chiaro o metafore più universali o dissemina al suo interno indizi che aiutino a decodificarla, altrimenti fallisce lo scopo.
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io sono per la libera interpretazione delle poesie e, per questo, prediligo quei testi che ci conducono per più strade, che ci aprono a più interpretazioni, sempre che queste trasmettano, alla fine, la stessa sensazione.
Ma guarda che non bisogna mica sforzarsi troppo per trovare più interpretazioni. Ciascuno di noi ha esperienze così differenziate che il caso più comune è quello che ognuno vede e sente cose diverse dall'altro. Il problema è proprio gettare un ponte fra queste monadi. Le grandi poesie, secondo me, ci riescono perfettamente.
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è per questo che differenze di sentire producono differenze di interpretazione.
quando però io leggo una poesia, se quello che mi viene in mente non trova un riscontro in una interpretazione lineare del testo, vado sempre a chiedermi cosa altro un'immagine potrebbe suggerire e non resto ferma su quello che suggerisce a me.
d'altra parte, una metafora universale diventa anche banale, le poesie allora direbbero tutte le stesse cose nello stesso modo... che noia! ;D
in ogni caso, ti ringrazio veramente tanto per la tua franchezza e ti assicuro che ci penserò su. :)
buonanotte a te e a tutti.
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Buona notte Zima.
Devo però ancora rispondere a Clodia che mi aveva detto qualcosa in un post precedente che devo ritrovare.
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Angelo, non voglio assolutamente difendere la stesura originale - anche perché come volevo ne è rimasto poco, a questo punto :) - e quindi faccio finta che tu abbia postato questa senza l'input della mia. Ti direi che ci sono delle ridondanze (in grassetto) e delle inversioni (in corsivo) che ho velocemente notato e non mi piacciono, almeno a mio gusto. L'immagine sottolineata la trovo poi un po' svenevole, se mi passi il termine, di una estenuazione che cozza con il tema. Infine, in questo periodo "sto in fissa" col verso lungo, quindi spezzettato non mi va (e pensare che fino a qualche mese fa facevo degli "spezzatini" in versi che non ti dico :-[).
Detto ciò, la tua last version vedi di metterla qui un po' prima del punto di morte ;) ;D
Ho l'impressione che tu sia diventata un po' gelosa del fatto che io mi sia appropriato della tua poesia stravolgendola, secondo te! Aspetta...sto scherzando! Come avevo già detto mi piace immedesimarmi, mi esercito anche così.
Ahimé non ce 'ho l'ultima versione e non so se vedrà mai la luce. Già mi sta sanguinando il cervello! E con questa dolcissima immagine vado a ninna. Buona notte a tutti i suonatori, come diceva sempre il mio povero zio.
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Ho l'impressione che tu sia diventata un po' gelosa del fatto che io mi sia appropriato della tua poesia stravolgendola, secondo te!
Non è proprio questo il caso :)
Su tutto ciò che è stato detto negli ultimi post mi riservo di tornare, anche solo copiando/incollando quello che ho già scritto nei topic "Il veleno del linguaggio" dove vengono affrontati temi analoghi.
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Non è proprio questo il caso :)
Dai non prendere troppo sul serio quella frase, d'altronde ho aggiunto che scherzavo. Anche adesso sto celiando...ovviamente, penso che faccia bene sdrammatizzare! Quello che mi è successo con la tua poesia è che avevo intuito un'affinità tematica, così pur non avendo capito appieno la prima volta, l'ho riorganizzata nella forma che attualmente prediligo.Dopo le tue spiegazioni ho capito meglio e sono pervenuto alla seconda versione. Ma tutto questo, come a me sembrava chiaro, non era per suggerirti di cambiare forma, era solo un mio esercizio per vedere come suonava così, piuttosto un omaggio al tema da te espresso nella tua e utilizzando al massimo il tuo stesso lessico. Ogni tanto lo faccio con certe poesie. Per il resto io non avevo da suggerirti qualcosa di utile per migliorare la tua forma, ma l'hanno fatto benissimo altri. Tutto qui.
A proposito nessuno si degna di commentare la mia CPD vs CPE?
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è per questo che differenze di sentire producono differenze di interpretazione.
quando però io leggo una poesia, se quello che mi viene in mente non trova un riscontro in una interpretazione lineare del testo, vado sempre a chiedermi cosa altro un'immagine potrebbe suggerire e non resto ferma su quello che suggerisce a me.
d'altra parte, una metafora universale diventa anche banale, le poesie allora direbbero tutte le stesse cose nello stesso modo... che noia! ;D
in ogni caso, ti ringrazio veramente tanto per la tua franchezza e ti assicuro che ci penserò su. :)
buonanotte a te e a tutti.
Non ho ricette definitive, per questo si dibatte. Non saprei dire se "una metafora universale" sia necessariamente sempre banale, l'idea che avevo in mente erano gli archetipi junghiani, qualcosa che pur non essendo banale possa essere intuito se non proprio condiviso da tutti, ma è solo un'idea. Personalmente scrivo ciò che autodefinisco poesie per il desiderio di far rivivere o vivere fuori di me, nella maniera più suggestiva possibile, mie riflessioni e anche persone, luoghi e situazioni con cui ho avuto od ho a che fare. Estrarli dalla mia fluida ed evanescente memoria e imprimerli sulla carta o nella memoria esatta di un computer mi aiuta a elaborarli, per me stesso innanzitutto, per non dimenticare, per capire e per migliorarmi. Voglio ricreare le atmosfere, portare alla luce le sensazioni più profonde, più impercettibili, analizzare gli effetti che queste circostanze hanno avuto sulla mia vita. Quindi mi piace rendere gli altri partecipi di queste esperienze che considero interessanti, istruttive, in modo che non vadano perse con me. Poi ognuno è autorizzato a sentirvi o vedervi ciò che vuole che quasi mai è identico per tutti, anzi spesso è molto diverso e anche opposto. Pertanto ritengo che i giudizi dei critici di professione, concordi o discordi che siano, sono solo alcune delle tante possibili interpretazioni le quali possono anche mutare drasticamente nel tempo e da luogo a luogo. Persino ciò che l'autore ha voluto veramente esprimere non può considerarsi l'interpretazione autentica della propria opera in quanto ognuno possiede una sua particolare sensibilità ed è portatore di esperienze diverse, perciò un sentire vale quanto quello di qualsiasi altro.
Ma se non riuscissi a comunicare qualcosa agli altri, qualsiasi cosa sia, riterrei di aver fallito l'obiettivo.
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Dai non prendere troppo sul serio quella frase, d'altronde ho aggiunto che scherzavo. Anche adesso sto celiando...ovviamente, penso che faccia bene sdrammatizzare! Quello che mi è successo con la tua poesia è che avevo intuito un'affinità tematica, così pur non avendo capito appieno la prima volta, l'ho riorganizzata nella forma che attualmente prediligo.Dopo le tue spiegazioni ho capito meglio e sono pervenuto alla seconda versione. Ma tutto questo, come a me sembrava chiaro, non era per suggerirti di cambiare forma, era solo un mio esercizio per vedere come suonava così, piuttosto un omaggio al tema da te espresso nella tua e utilizzando al massimo il tuo stesso lessico. Ogni tanto lo faccio con certe poesie. Per il resto io non avevo da suggerirti qualcosa di utile per migliorare la tua forma, ma l'hanno fatto benissimo altri. Tutto qui.
A proposito nessuno si degna di commentare la mia CPD vs CPE?
Angelo va tutto benissimo e non me la sono presa per niente, anzi hai fatto quello che io volevo, hai discusso il mio testo :). E quando dici che hai sentito un'"affinità tematica" a me fa molto piacere perché vuol dire che ho parlato di qualcosa che può essere condiviso, quindi - secondo me- il massimo. Sulla tua, dammi tempo che procedo ;)
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Posto il link alla pagina del topic "Il veleno del linguaggio" in cui ci sono dei contributi attinenti ai temi sfiorati qui (un po' più su) da Zima e Angelo. Io confermo ciò che ho detto in quella sede, vorrei il parere di altri.
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2778.45
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Chiedo perdono. Il lavoro ha chiamato e bisogna mangiare e bere soprattutto. ;D
@ Zima. Hai ben compreso la parte iniziale e mi complimento con te.
@ Angelo Ricotta. Da dove cominciamo. Mi parli di ermetismo nei versi iniziali ma sinceramente non mi sembra di essere stato cosi ermetico. La spiegazione di Zima è talmente esauriente che come autore non ho altro da aggiungere.
Per quel che riguarda la seconda parte della mia poesia, cioè l'ala negata e via dicendo è riferita alla libertà che per me è come un'ala ma negata.
Però tutto questo è un esercizio di stile che mi porta ad un a tua considerazione sulla poesia che non mi trova d'accordo. Cioè tu se non erro dici che nella poesia per esser tale deve creare un ponte tra i versi ed il lettore. Ragionamento che approvo in pieno. Quel che ci distanzia è il fatto che si può tranquillamente dare un senso diverso a ciò che si legge senza per nulla intaccare l'opera.
Ti faccio un paio di esempi che altrimenti non riesco a spiegarmi.
Conosci i Led Zeppelin ? Il testo di Starway to Haeven è ancora oggi oggetto di profonde riflessioni e interpretazioni (non ti annoio con le varie ipotesi) e non per questo non la si ritiene un capolavoro della storia del Rock
Lo stesso si può dire dei poeti Futuristi meno famosi e delle interpretazioni.
Ancora uno e poi non ti tedio più. De Chirico ? Sicuramente conoscerai la sua storia.Oddioooo...ora non pensare che mi paragono a questi mostri sacri ma è solo per spiegarmi meglio. Apprezzo il fatto che tu abbia commentato la mia poesia e sicuramente trarrò spunto dalle tue conclusioni. Ti ringrazio di cuore.
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@ Angelo Ricotta. Da dove cominciamo. Mi parli di ermetismo nei versi iniziali ma sinceramente non mi sembra di essere stato cosi ermetico.
Non ho parlato di ermetismo per la tua ma per quella di Corripio. Anzi per la tua avevo scritto nel primo post "La poesia è comprensibile. D'altronde tu stesso ne hai spiegato il senso generale nell'introdurla. L'idea alla base è valida ma la realizzazione poetica andrebbe elaborata meglio. Come per ora non so dire ma ci penserò. Per esempio: "saziare sciarade...Tetris", "freddo del rancore", l'ala negata..."; pur intuendo il significato che gli vuoi attribuire non riesco a dare loro un senso preciso."
La spiegazione di Zima è talmente esauriente che come autore non ho altro da aggiungere.
Ed io l'ho riconosciuto nel secondo post ma con delle riserve che ho tuttora "Secondo me la poesia può sì prescindere dallo spiegare ma non dalla logica altrimenti si rischia il non-sense, a meno che quest'ultimo non sia intenzionale, ma non mi sembra questo il caso. Perciò io rimango della mia opinione e la tua giustificazione di "saziare sciarade tra i mattoni di un Tetris" la trovo forzata anche se il poeta voleva probabilmente intendere quel che dici. E così dicasi delle altre espressioni che ho citato." Ovvero contesto il particolare accostamento di parole che non mi sembra logico. Le sciarade si risolvono, compongono non si saziano e poi perché tra i mattoni di un Tetris?. Secondo Zima la parafrasi del verso dovrebbe essere sintetizzando "rimuginare sui propri eventi combinandoli come in una sciarada e completatili eliminarli come avviene nel Tetris". Secondo me questa deduzione è del tutto arbitraria e non rispecchiata nella sintassi del verso. E poi perché eliminarli, casomai ricomporli, giustificarli, non si può eliminare il proprio passato.
Per quel che riguarda la seconda parte della mia poesia, cioè l'ala negata e via dicendo è riferita alla libertà che per me è come un'ala ma negata.
Questo è comprensibile, Le ali della libertà di Alan Parker, le ali come volo negato, ostacolato, inibito in questo caso, concetto richiamato nel finale. Ma come spiegare "si piega nel respiro"? Qual è la parafrasi? Gli ultimi due versi invece sono chiarissimi.Dimenticavo, anche il primo è chiaro.
Però tutto questo è un esercizio di stile che mi porta ad un a tua considerazione sulla poesia che non mi trova d'accordo. Cioè tu se non erro dici che nella poesia per esser tale deve creare un ponte tra i versi ed il lettore. Ragionamento che approvo in pieno. Quel che ci distanzia è il fatto che si può tranquillamente dare un senso diverso a ciò che si legge senza per nulla intaccare l'opera.
L'ho scritto anch'io in un post precedente ma ho anche aggiunto che "se non riuscissi a comunicare qualcosa agli altri, qualsiasi cosa sia, riterrei di aver fallito l'obiettivo." Insomma gli altri per provare qualche emozione qualcosa devono pur capire.
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Ti faccio un paio di esempi che altrimenti non riesco a spiegarmi.
Conosci i Led Zeppelin ? Il testo di Starway to Haeven è ancora oggi oggetto di profonde riflessioni e interpretazioni (non ti annoio con le varie ipotesi) e non per questo non la si ritiene un capolavoro della storia del Rock
Sono quasi coetaneo di Jimmy Page (lui è più vecchio di me, menomale!) perciò li conosco bene. Mi spiace doverti deludere (i giovani hanno bisogno di ideali, di sogni da inseguire, sono un potente stimolo alla crescita spirituale) ma secondo me, che ormai sono vecchio e cinico, checché ne dicano i fan, non bisogna prendere troppo sul serio le parole delle canzoni rock in quanto esse vengono subordinate alla resa musicale e quindi spesso sono non-sense. Magari le singole frasi hanno un senso ma l'insieme è caotico. Spesso le stesse frasi sono in slang con doppi sensi per lo più di natura sconcia o allusivi all'uso di droghe e ai loro effetti. Gli stessi Beatles ammisero che le parole le prendevano frequentemente da giornali e riviste a caso l'importante che suonassero bene e rispettassero la metrica della musica. Starway è un bellissimo pezzo musicale con parole per lo più buttate lì ad effetto e qualche doppio senso e allusione.
Lo stesso si può dire dei poeti Futuristi meno famosi e delle interpretazioni.
Ancora uno e poi non ti tedio più. De Chirico ? Sicuramente conoscerai la sua storia.Oddioooo...ora non pensare che mi paragono a questi mostri sacri ma è solo per spiegarmi meglio.
Che dire? Non sono i miei artisti preferiti. I Futuristi erano dei provocatori programmatici e quindi si servivano molto del non-sense.
Apprezzo il fatto che tu abbia commentato la mia poesia e sicuramente trarrò spunto dalle tue conclusioni. Ti ringrazio di cuore.
Anche le mie parole non vanno prese troppo sul serio, ognuno deve trovare la sua strada ragionando con la propria testa. Alla prossima!
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checché ne dicano i fan, non bisogna prendere troppo sul serio le parole delle canzoni rock in quanto esse vengono subordinate alla resa musicale e quindi spesso sono non-sense. Magari le singole frasi hanno un senso ma l'insieme è caotico. Spesso le stesse frasi sono in slang con doppi sensi per lo più di natura sconcia o allusivi all'uso di droghe e ai loro effetti. Gli stessi Beatles ammisero che le parole le prendevano frequentemente da giornali e riviste a caso l'importante che suonassero bene e rispettassero la metrica della musica. Starway è un bellissimo pezzo musicale con parole per lo più buttate lì ad effetto e qualche doppio senso e allusione.
Angelo, scusa l'intromissione ma...lascia stare il rock!
Io non so tu cosa ascolti e qualnto ascolti, ma è raro trovare una canzone pop che sia profonda quanto una canzone rock.
Non metto totalmente in dubbio quanto detto da te, a volte può essere così, anche perché una canzone è composta da musica e parole e a volte il non senso di esse può prendere significato con un buon riff, altre è solo come dici tu.
Non puoi dirmi ad esempio che il rock italiano ha testi senza senso; gruppi come i Litfiba, Marlene Kuntz, Negazione, Linea77, affrontano ogni tipo di tematica e con successo ( di solito ) su tutti e due i piani ( musica e parole ).
Ad esempio, Cobain dei Nirvana, non voleva affatto essere esplicito, desiderava che i testi risultassero a casaccio e allora, faceva come un poeta a lui molto gradito, di cui ora non mi sovviene il nome; dopo aver scritto già in maniera discretamente criptica ( e non sempre ) mischiava le frasi.
Non è mai bene generalizzare. Nei "mucchi selaggi" di solito si sta male e ci si sente male.
Grazie per l'attenzione!
Shalom
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Onestamente, Angelo, io credo che noi abbiamo due visioni troppo differenti di Poesia, ma non è un male. Solo che io non riesco proprio ad essere d'accordo con ciò che affermi. ;)
Lo stesso fatto che sia io che tu siamo risaliti al significato dei due versi di crepax, ne abbiamo dato l'interpretazione corretta, lo dimostra. La poesia non deve seguire pedissequamente le regole sintattiche, come nella prosa, altrimenti andrebbero a fregarsi tutte le figure retoriche.
è vero, una sciarada non può saziarsi, ma è palese che, il senso di sazietà è equiparabile al senso di soddisfazione e quindi di risoluzione. quindi "saziare sciarade" può, per connessione logica, significare "risolvere sciarade". il poeta è quello in grado di formulare immagini anche non visualizzabili direttamente all'occhio umano, ma che diano perfettamente il senso di quello che si voleva dire.
il poeta non vede il tramonto e dice "che bel tramonto" ma lo guarda ed in quel momento gli sovvengono almeno quattro, cinque immagini che col tramonto non hanno nulla a che fare. si chiamano metafore. un disco di fuoco, un occhio di bue, una goccia di sangue o qualunque altra cosa. pochi giorni fa, per scrivere del sole io pensai ad una calla. ::)
e quindi, concordo perfettamente con quello che ha scritto clodia ne "il veleno del linguaggio".
il significato di una poesia, l'emozione che contiene, si trasmette proprio in questo modo, per immagini che devono suggerire e non spiegare, che possono essere anche "non-sense" come dici tu, a patto che mandino un messaggio. anche se la tua definizione di non sense è abbastanza criticabile. il poeta deve sovvertire i significati delle parole e riuscire a darne loro altri che tutti, pensandoci, possano comprendere. la potenza di un verso sta nel riuscire a condensare, tramite immagini più o meno ardite, molti significati che viaggiano su più piani di pensiero, da quello immediatamente comprensibile a quello nascosto che striscia a livello inconscio nella mente sia dell'autore che del lettore.
Anche le mie parole non vanno prese troppo sul serio, ognuno deve trovare la sua strada ragionando con la propria testa. Alla prossima!
e per fortuna è proprio così ;) ognuno esprime le proprie opinioni e si discute. è così bello farlo! :)
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CPD vs CPE
C'era una volta
una misteriosa accolta
il Club dei Poeti Estinti
segreti come platelminti
Ma proprio per questo non c'è più
dicono sono andati tutti giù
Ora c'è il Club dei Poeti Dilettanti
e ti assicuro siamo in tanti
molto più allegro di quello
e così è più bello
Sicuramente durerà di più
andiamo sempre più su
Non ci riuniamo in caverne
piuttosto stiamo in taverne
o in uno spazio virtuale
e forse in fondo è uguale
Siamo il terrore dei Poeti Veri
ma loro sono ormai di ieri
Straziamo le forme come ci pare
con le parole ci piace trescare
ma non voleremo per la delusione
da una finestra o da un balcone
essendo una poesia comica , si può accettare un linguaggio così colloquiale, l'uso della rima baciata e frasi costruite in maniera semplicistica perchè ridicolizzano l'atmosfera.
però il ritmo non è regolare e la poesia non scorre fluida.
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Ignoro l'ignoranza
colmandola col sapere
ma se avessi saputo
che gli ignoranti
non ignorano me
avrei preferito non sapere
così sapendolo
avrei ignorato
coloro che ignorano
il mio saperli ignoranti
e da ignorante avrei saputo
di non sapermi tale
salvo, non volendo ignorare la tua richiesta di commento, io commento, però commentando commenterò poco commentevolmente nel commento che si intende in questo sito.
secondo me è un gioco di parole che gira intorno ad un piccolo centro che è la frase di Socrate "il saggio è colui che sa di non sapere". tutto giusto, se non fosse che a me è venuto mal di testa e che nulla hai aggiunto a quella frase.
insomma, a rischio di sembrarti molto cattiva, io la trovo povera di significato e troppo arzigogolata. nulla più che un gioco di parole che mi ha portato all'isteria! :D se il tuo intento era proprio questo, allora ci sei riuscito alla grande! ;D
-
La discussione si fa sempre più interessante.
@ Angelo.Mi unisco a Marco sul rock in generale e sul rock italiano. Aggiungo ai gruppi citati anche il Teatro degli orrori che proprio da poco hanno fatto una canzone su Ken Saro Wiwa che tu conoscerai sicuramente. Sinceramente ciò che dici su Starway dei Led Zeppelin mi spaventa. E' come dire che Echoes dei Pink Floyd non ha senso ma il mondo è bello perché vario.
Non capisco l'inizio del tuo intervento in cui parli di ideali per i giovani. Per quel che mi riguarda dopo la malattia per la lettura ho anche quella per la musica ma questo non vuol dire che mitizzo le band o i compositori (ascolto anche la classica) solo perché sono entrati nella storia dell'arte di tutti i tempi.
Ho 37 anni e ascolto il rock perché i miei fratelli hanno dai 48 ai 53 anni e mi "fottevano" il cervello con questi artisti. Per la classica ci pensava mio padre.
Credo che questa bellissima e stimolante conversazione abbia radici diverse come dice Zima. La poesia si intende in vari modi e riprendendo i tuoi interventi su altri topic (veleno del linguaggio) capisco che vediamo le cose in modo differente ma questo ci sta anzi è la natura dell'uomo.
Arrivo a dirti che certe cose che dici io le condivido eccome.
La poesia se non trasmette emozioni non funziona. Su questo credo siamo tutti d'accordo. Ma è anche vero che non a tutti possiamo piacere è fisiologico.
Si potrebbe aprire un capitolo a parte sulla lettura stessa delle opere e di come ci si pone di fronte ad esse ma sarebbe tedioso per voi e forse anche per me ;D
Perdonami l'errore sull'ermetismo. Ho letto male perché troppo indietro con i post.
Complimenti per la citazione del film di A.Parker in pochi lo conoscono anzi di solito ti rispondono che conoscono un film molto più recente, bello ma mai come il capolavoro da te citato.
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salvo, non volendo ignorare la tua richiesta di commento, io commento, però commentando commenterò poco commentevolmente nel commento che si intende in questo sito.
secondo me è un gioco di parole che gira intorno ad un piccolo centro che è la frase di Socrate "il saggio è colui che sa di non sapere". tutto giusto, se non fosse che a me è venuto mal di testa e che nulla hai aggiunto a quella frase.
insomma, a rischio di sembrarti molto cattiva, io la trovo povera di significato e troppo arzigogolata. nulla più che un gioco di parole che mi ha portato all'isteria! :D se il tuo intento era proprio questo, allora ci sei riuscito alla grande! ;D
Infatti è nato come gioco di parole... ;)
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:D e pensare che per me la prima strofa di "saziare sciarade...Tetris" mi era piaciuta tantissimo come breve! Mi ricordava il poeta che cercava di nutrirsi della sua poesia, cucinandola come una sciarada in cui cercare la soluzione tra le parole, incastrarla come i mattoncini del tetris! Ma nello stesso tempo appunto la tecnica "raffreddava" l, e l'ala non volava!
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Sono appena tornato da una faticosa attività, almeno per la mia età (ma che state pensando? niente di tutto ciò!) e che ti trovo? una ridda di reazioni alle mie dichiarazioni, e con che veemenza! Ne sono onorato, davvero!
Angelo, scusa l'intromissione ma...lascia stare il rock!
Ma come? Il rock mi piace così tanto, sono cresciuto con esso.
Io non so tu cosa ascolti e qualnto ascolti, ma è raro trovare una canzone pop che sia profonda quanto una canzone rock.
Vabbè, questione di opinioni, niente di grave, ma a me non pare. Ad esempio, Fabrizio De andré per te è pop o no?
Non metto totalmente in dubbio quanto detto da te, a volte può essere così, anche perché una canzone è composta da musica e parole e a volte il non senso di esse può prendere significato con un buon riff, altre è solo come dici tu.
Sono d'accordo
Non puoi dirmi ad esempio che il rock italiano ha testi senza senso; gruppi come i Litfiba, Marlene Kuntz, Negazione, Linea77, affrontano ogni tipo di tematica e con successo ( di solito ) su tutti e due i piani ( musica e parole ).
Infatti non ho detto che tutte le canzoni rock sono senza senso ma che molte lo sono anche perché ho sentito interviste e visto documentari nei quali gli stessi autori affermavano di usare le parole in funzione musicale più che semantica. Onestamente conosco poco i gruppi che hai citato. Io ascolto abbastanza pop, rock, in specie cantautori, e in misura minore jazz, bossanova, classica, ma faccio una cernita a pelle: al più nei primi 30 secondi decido se mi piace o no. Comunque mi interesserebbe approfondire ciò che non conosco con esempi specifici perciò potremmo aprire un filone a parte sulla musica e le parole, redazione permettendo, che ne dici, vuoi cominciare tu che mi pare sei molto interessato?
Ad esempio, Cobain dei Nirvana, non voleva affatto essere esplicito, desiderava che i testi risultassero a casaccio e allora, faceva come un poeta a lui molto gradito, di cui ora non mi sovviene il nome; dopo aver scritto già in maniera discretamente criptica ( e non sempre ) mischiava le frasi.
Quindi mi stai dicendo che Cobain rientra nella categoria di quelli che usavano estesamente il non-sense?
Non è mai bene generalizzare. Nei "mucchi selaggi" di solito si sta male e ci si sente male.
Grazie per l'attenzione!
Più che d'accordo! Ma non ho mai sostenuto il contrario, anzi!
Shalom
Ciao (mia personale interpretazione della parola di cui sopra)
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:D e pensare che per me la prima strofa di "saziare sciarade...Tetris" mi era piaciuta tantissimo come breve! Mi ricordava il poeta che cercava di nutrirsi della sua poesia, cucinandola come una sciarada in cui cercare la soluzione tra le parole, incastrarla come i mattoncini del tetris! Ma nello stesso tempo appunto la tecnica "raffreddava" l, e l'ala non volava!
Scusa, Marina, non vorrei dare l'impressione di essere un pedante, perché non è così, ma allora doveva essere " cucinare sciarade" oppure "saziarsi di sciarade", qui invece sono le sciarade che vengono saziate.
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essendo una poesia comica , si può accettare un linguaggio così colloquiale, l'uso della rima baciata e frasi costruite in maniera semplicistica perchè ridicolizzano l'atmosfera.
però il ritmo non è regolare e la poesia non scorre fluida.
Questa la si può intitolare "La vendetta di Zima"!
Sono d'accordo con te è proprio così, d'altronde che si può pretendere da una poesia elaborata in alcune ore? Comunque mi pare che raggiunga lo scopo.
Inoltre visto che in questa discussione i particolari tecnici possono interessare illustro brevemente come l'ho composta.
Dopo una tranquillissima notte di sonno senza sogni apparenti mi sono svegliato ripensando alle nostre discussioni sulle poesie. Mi è venuto in mente il film L'attimo fuggente in cui il professore e i suoi allievi prendevano molto sul serio l'arte, in particolare quella poetica. Così ho enucleato il contenuto della poesia: CPD al confronto o contro (vs=versus) CPE. I versi originali erano:
CPD vs CPE
C'era una volta
il Club dei Poeti Estinti
ma proprio per questo non c'è più
Ora c'è il Club dei Poeti Dilettanti
molto più allegro di quello
sicuramente durerà di più
Non ci riuniamo in caverne
ma in uno spazio virtuale
Siamo il terrore dei Poeti Veri
straziamo le forme come ci pare
ma non voleremo per la delusione
da una finestra o da un balcone
Il contenuto c'era già tutto ma era un po' troppo informe. Volendo essere nell'intenzione una poesia divertente ma con un finale più serio ho optato per una rima baciata ma non mi sono sforzato di darle una metrica, troppa fatica, troppo tempo. Ho iniziato a intercalare, cominciando dall'inizio, altri versi per la rima anche modificando leggermente qualcuno degli originali per mantenere il senso del discorso. Infine un'aggiustatina finale e voilà...
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Carissimo Angelo, De André tutto poteva essere, tranne pop. E' stato classificato folk, blues, musica cantautoriale, ma mai, pop.
Detto ciò, credo che non interverò più qui sulla musica, non voglio deviare il topic.
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La discussione si fa sempre più interessante.
@ Angelo.Mi unisco a Marco sul rock in generale e sul rock italiano. Aggiungo ai gruppi citati anche il Teatro degli orrori che proprio da poco hanno fatto una canzone su Ken Saro Wiwa che tu conoscerai sicuramente.
Oh, come no! L'ho saputo 5 minuti fa da wikipedia e me ne dispiace perché data l'importanza della persona e dei fatti connessivi (che però parzialmente conoscevo) lo avrei già dovuto sapere. Ma siamo distratti da tante preoccupazioni, ci sono tante priorità, come il mutuo da pagare, oppure se oggi mangio pesce o carne, e così via... Purtroppo tutto ciò non è molto distante dalla verità. Così però va il mondo ed io sono pessimista sulla possibilita reale di modificarlo. Vedi, io sono stato in una terra (il Venezuela) e in un tempo (gli anni 50) in cui la vita valeva poco. E' stata dura ma me la sono cavata. Per mio padre e mia padre la vita è stata doppiamente dura perché essi hanno subìto gli orrori della seconda guerra mondiale prima e dello strazio dell'emigrazione dopo, per non parlare dei nonni e dei bisnonni, fin dove la nostra memoria di povera gente può arrivare perché gli storici erano tutti occupati a spiare le vite dei re e delle regine. Mi reputo fortunato, privilegiato ad essere ora qui davanti ad un computer a dialogare amenamente. Questo è stato possibile perché generazioni si sono sacrificate per me. A tutti costoro va la mia illimitata riconoscenza.
Sinceramente ciò che dici su Starway dei Led Zeppelin mi spaventa. E' come dire che Echoes dei Pink Floyd non ha senso ma il mondo è bello perché vario.
Non ho detto che Stairway e anche Echoes non abbiano senso, tutt'altro, sono delle musiche magnifiche, molto suggestive, evocative. A me però sembra che le parole siano buttate un po' lì, ad effetto. D'altronde con musiche così belle si potrebbe recitare l'elenco telefonico o parole a caso e il loro effetto non ne sarebbe alterato. Provare per credere. D'altronde a suo tempo le canzoni dei Beatles (quasi tutte) mi piacevano immensamente, mi ispiravano e pure non capivo una parola (non è che adesso sia molto diverso!)!
Non capisco l'inizio del tuo intervento in cui parli di ideali per i giovani. Per quel che mi riguarda dopo la malattia per la lettura ho anche quella per la musica ma questo non vuol dire che mitizzo le band o i compositori (ascolto anche la classica) solo perché sono entrati nella storia dell'arte di tutti i tempi.
Ho 37 anni e ascolto il rock perché i miei fratelli hanno dai 48 ai 53 anni e mi "fottevano" il cervello con questi artisti. Per la classica ci pensava mio padre.
Mi scuso, forse sono sembrato troppo paternalistico ma non era nelle mie intenzioni. Avevo capito che avevi 37 anni (Crepax73!) e io ho un figlio, Emiliano, di 36 anni che è architetto, ma fin da bambino si diletta di musica e compone canzoni, musica e parole, che poi suona e canta, così mi è venuto spontaneo rivolgermi a te come ad un figlio. Naturalmente noi discutiamo spesso di musica, anche in senso tecnico, e qualche volta suoniamo insieme, anche se io sono un volgare strimpellatore di chitarra, mentre lui è bravissimo con la chitarra e anche con le tastiere e soprattutto molto fantasioso per cui non riesco a stargli dietro. Se riesco a convincerlo a venire al Raduno vi conoscerete.
Credo che questa bellissima e stimolante conversazione abbia radici diverse come dice Zima. La poesia si intende in vari modi e riprendendo i tuoi interventi su altri topic (veleno del linguaggio) capisco che vediamo le cose in modo differente ma questo ci sta anzi è la natura dell'uomo.
Arrivo a dirti che certe cose che dici io le condivido eccome.
La poesia se non trasmette emozioni non funziona. Su questo credo siamo tutti d'accordo. Ma è anche vero che non a tutti possiamo piacere è fisiologico.
Si potrebbe aprire un capitolo a parte sulla lettura stessa delle opere e di come ci si pone di fronte ad esse ma sarebbe tedioso per voi e forse anche per me ;D
Perdonami l'errore sull'ermetismo. Ho letto male perché troppo indietro con i post.
Complimenti per la citazione del film di A.Parker in pochi lo conoscono anzi di solito ti rispondono che conoscono un film molto più recente, bello ma mai come il capolavoro da te citato.
Ma va bene va bene va bene va bene così...(Vasco Rossi)
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Allora è andata essendo single questa sera mi cucinerò un bel piatto di sciarade all'amatriciana ;D
Logicamente scherzo Angelo al limite posso fare un Tetris di pollo con le patate ;D
Magico De Andre e certo non è Pop ma chiudo anche io altrimenti vado fuori tema.
Ci tengo a ripetere che il contaddittorio è sempre utile per crescere. Un saluto per adesso.
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...mi pare di sentire lo stomaco de ''L'angelo bruciato'' che ha ricominciato a torcersi...povero Kurt.
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...mi pare di sentire lo stomaco de ''L'angelo bruciato'' che ha ricominciato a torcersi...povero Kurt.
Ma questo che c'entra?
Ragazzi, rimaniamo nell'ambito del topic, se vogliamo discutere d'altro ci sono altre sezioni, si apre un topic nuovo e via!
Iniziamo con lasciare in pace i morti... :)
L'artista è una cosa, l'uomo un'altra.
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Infatti sarebbe meglio.
Se ne verrà aperto un altro spiegherò il mio intervento, breve e non credo distruttivo per tutte le cose illuminanti che ho sentito. :)
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Infatti sarebbe meglio.
Se ne verrà aperto un altro spiegherò il mio intervento, breve e non credo distruttivo per tutte le cose illuminanti che ho sentito. :)
Speriamo però che non sia ermetico! Attendo con ansia.
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Infatti sarebbe meglio.
Se ne verrà aperto un altro spiegherò il mio intervento, breve e non credo distruttivo per tutte le cose illuminanti che ho sentito. :)
Aperto!
Il titolo è davvero solo ironico, spero tu non me ne voglia.
Attendo "sfriccichianno"! :)
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Questa la si può intitolare "La vendetta di Zima"!
Sono d'accordo con te è proprio così, d'altronde che si può pretendere da una poesia elaborata in alcune ore? Comunque mi pare che raggiunga lo scopo.
ahahahah!!
se avessi voluto vendicarmi -di cosa poi?- caro Angelo, non sarei stata così gentile! ;D
ma visto che nessuno l'aveva ancora commentata, mi è sembrato giusto lasciare una mia impressione. d'altra parte dici tu stesso che non ho detto nulla di sbagliato, quindi sono stata solo oggettiva. ;)
soggettivamente, ti dirò, oltre a non essere nelle mie corde come tipologia, non mi ha fatto ridere e non mi è piaciuta, la trovo trascurata e banalotta anche per una poesia scritta in pochi minuti, ma questo è un altro conto. de gustibus non disputandum est, et ego non disputo sul mio soggettivo parere (il resto in latino non lo so scrivere!! :-\ ).
ciaooooo
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Non sono più entrata da ieri sera nel sito, leggo adesso e che movimento che trovo! E' molto stimolante. Mi sono aggiornata sulle varie posizioni e ovviamente le rispetto tutte, avendo comunque già espresso la mia nel link che ho postato sopra, il che mi avvicina alle idee di alcuni piuttosto che di altri. Credo che riguardo "Kurt" Corripio voglia dire che non erano poi così "a casaccio" i suoi testi ma in questo argomento non sono ferratissima quindi non mi azzardo a dire altro. L'unica cosa che mi resta oscura è un riferimento ai "mucchi selvaggi" ma non è un problema :).
Dunque, il topic ha tre giorni oggi e non è male come media che ben cinque autori abbiano postato i loro scritti per averne una lettura spassionata e "critica". Tuttavia, dato che qui siamo molti di più, spero ci sia una maggiore affluenza, specie di chi ha più volte - e forse con ragione - lamentato la mancanza di uno scambio realmente proficuo e sincero sul proprio modo di fare poesia. Tutti gli interventi - al di là della diversità di vedute - hanno messo in luce una buona capacità di noi tutti e una bella sensibilità nel commentare le opere ed è quindi auspicabile che questo filone non si perda, come spesso accade.
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soggettivamente, ti dirò, oltre a non essere nelle mie corde come tipologia, non mi ha fatto ridere e non mi è piaciuta, la trovo trascurata e banalotta anche per una poesia scritta in pochi minuti, ma questo è un altro conto. de gustibus non disputandum est, et ego non disputo sul mio soggettivo parere (il resto in latino non lo so scrivere!! :-\ ).
ciaooooo
La vendetta di Zima, secondo tempo.
Su quest'altro tuo giudizio non concordo. A me ha fatto ridere eccome mentre la componevo e questo già è tanto, tutta salute! Intendevo dire che non l'avevo raffinata più di tanto per motivi di tempo ma non che fosse trascurata e banalotta addirittura. Credo che tu non abbia una sensibilità comica.
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Scusa, Marina, non vorrei dare l'impressione di essere un pedante, perché non è così, ma allora doveva essere " cucinare sciarade" oppure "saziarsi di sciarade", qui invece sono le sciarade che vengono saziate.
Si, forse. Ma non male, infatti è l'enigma della poesia che viene saziato, risolto. O forse è come dici tu! ??? debbo pensarci meglio, mi hai messo in dubbio... bravo!
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Speriamo però che non sia ermetico! Attendo con ansia.
Questo link serve per me ma anche per chi dice che sono ermetico.
Spero che Clodia non si offenda se lo inserisco nel suo post, ma è qui che si parla anche di ermetismo.
Sono più che certo che lei sappia che cosa è l'ermetismo, che spesso è associato (sbagliando) ad un modo di scrivere criptico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermetismo_(letteratura)
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Siete peggio delle mie figlie ;D
Spero non vi offendiate se scherzo ma già sono pesante nelle poesie figuriamoci esserlo anche nei post.
"Solitudine meccanica a saziare sciarade...etc".
In un periodo di M...a capita che ci si chiude in se stessi per cercare di "sfamare" (sin.Ossevare,concepire,saziare,riempire,dipanare) quei problemi che sono come sciarade impossibili che senza un'adeguata "concentrazione"(studio di se stessi) non riescono a essere risolte.
Il Tetris immaginatelo quando i pezzi scendono velocissimi e non si riesce ad incastrarli per bene.
Scusate l'uso dei sinonimi che conoscerete meglio di me.
"solitudine meccanica" è una solitudine FORZATA da me stesso come pigiare un bottone ed estranearsi dal mondo.
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Questo link serve per me ma anche per chi dice che sono ermetico.
Spero che Clodia non si offenda se lo inserisco nel suo post, ma è qui che si parla anche di ermetismo.
Sono più che certo che lei sappia che cosa è l'ermetismo, che spesso è associato (sbagliando) ad un modo di scrivere criptico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermetismo_(letteratura)
Sì so cos'è e sono d'accordo che spesso venga usato a sproposito il termine. Del "mio" topic a me va bene si faccia qualsiasi cosa, purché si parli di poesia e mi pare lo stiamo facendo; anche se -ribadisco - aspetto altri pezzi posti all'attenzione dei commentatori.
Saluti a tutti :)
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"solitudine meccanica" è una solitudine FORZATA da me stesso come pigiare un bottone ed estranearsi dal mondo.
Sì, infatti questa è una buona immagine, mi aveva colpita favorevolmente :)
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La vendetta di Zima, secondo tempo.
Su quest'altro tuo giudizio non concordo. A me ha fatto ridere eccome mentre la componevo e questo già è tanto, tutta salute! Intendevo dire che non l'avevo raffinata più di tanto per motivi di tempo ma non che fosse trascurata e banalotta addirittura. Credo che tu non abbia una sensibilità comica.
la vendetta di zima, terzo tempo (come direbbe il buon Ricotta :D)
è un giudizio puramente soggettivo, bisognerebbe capire in quanti hanno riso a crepapelle leggendola. ;D
e qui mi fermo, rinunciando ad eventuali futuri punzecchiamenti :angel:
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(sin.Ossevare,concepire,saziare,riempire,dipanare) quei problemi che sono come sciarade impossibili che senza un'adeguata "concentrazione"(studio di se stessi) non riescono a essere risolte.
Il Tetris immaginatelo quando i pezzi scendono velocissimi e non si riesce ad incastrarli per bene.
Scusate l'uso dei sinonimi che conoscerete meglio di me.
"solitudine meccanica" è una solitudine FORZATA da me stesso come pigiare un bottone ed estranearsi dal mondo.
Ma dove li hai trovati quei sinonimi "ossevare, concepire, dipanare"? Io sul Garzanti non li ho trovati. Cerco di scrivere una parafrasi secondo quanto hai detto.
mi ritrovo a porre rimedio a una solitudine forzata da me stesso
a dipanare problemi come sciarade impossibili simili ai mattoni di un Tetris velocissimo
le scelte però hanno le catene dentro
maglie metalliche vincolanti come una schiavitù
che nascondono impraticabili utopie
violate culle di Giuda in cui crepare è un'assoluzione
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
il volo negato si piega nel respiro
è troppa la paura di diventare farfalla
e ci sorprende improvviso lo sgomento nel rendersi conto di saper volare
Io non riesco a fare di più e quindi alcuni versi non li riesco a dipanare.
Inoltre dipanare non è sinonimo di saziare e la metafora io non la vedo. Anche forzata mi riesce difficile sostituirla a meccanica. Inoltre "tra i mattoni" non è "simili ai mattoni".
Violate culle di Giuda poi non lo capisco, come anche L'utero mi protegge dal freddo del rancore e si piega nel respiro.
Se tu me li spieghi questi versi e queste espressioni sarei più felice.
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Ma dove li hai trovati quei sinonimi "ossevare, concepire, dipanare"? Io sul Garzanti non li ho trovati. Cerco di scrivere una parafrasi secondo quanto hai detto.
mi ritrovo a porre rimedio a una solitudine forzata da me stesso
a dipanare problemi come sciarade impossibili simili ai mattoni di un Tetris velocissimo
le scelte però hanno le catene dentro
maglie metalliche vincolanti come una schiavitù
che nascondono impraticabili utopie
violate culle di Giuda in cui crepare è un'assoluzione
L'utero mi protegge dal freddo del rancore
il volo negato si piega nel respiro
è troppa la paura di diventare farfalla
e ci sorprende improvviso lo sgomento nel rendersi conto di saper volare
Io non riesco a fare di più e quindi alcuni versi non li riesco a dipanare.
Inoltre dipanare non è sinonimo di saziare e la metafora io non la vedo. Anche forzata mi riesce difficile sostituirla a meccanica. Inoltre "tra i mattoni" non è "simili ai mattoni".
Violate culle di Giuda poi non lo capisco, come anche L'utero mi protegge dal freddo del rancore e si piega nel respiro.
Se tu me li spieghi questi versi e queste espressioni sarei più felice.
Angelo, ci vuole un po' di fantasia :D
L'utero è il simbolo del materno, della donna, del rifugio per eccellenza; credo che l'autore desideri ritornare ad una condizione primigenia, appunto per spezzare quella "solitudine meccanica", ecc. Perché poi si pieghi nel respiro se vuole ce lo spiega lui, come gli hai chiesto ;)
Sulle varie vendette, che "vendette" non sono ma solo pareri - nello spirito del topic - diamoci un bel taglio e andiamo avanti! Zima ha espresso le sue sensazioni e il suo modo di vedere le cose, tu altrettanto e questa è la cosa più importante, il confronto; una volta ottenuto, ognuno avrà materia di riflettere, lo scopo del topic.
:)
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Questo link serve per me ma anche per chi dice che sono ermetico.
Spero che Clodia non si offenda se lo inserisco nel suo post, ma è qui che si parla anche di ermetismo.
Sono più che certo che lei sappia che cosa è l'ermetismo, che spesso è associato (sbagliando) ad un modo di scrivere criptico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ermetismo_(letteratura)
Guarda che "ermetico" ha diversi significati e quindi solo il contesto può differenziarli.
Quoto da Garzanti:
ermetico [er-mè-ti-co] agg. [f. -a; pl.m. -ci, f. -che]
1 si dice di chiusura a perfetta tenuta, che impedisce totalmente il passaggio di liquidi; anche, di recipiente chiuso in questo modo: contenitore ermetico
2 oscuro, incomprensibile; enigmatico: un testo, un volto ermetico
3 che appartiene o si riferisce alla corrente poetica dell’ermetismo: poeta ermetico
4 relativo all’ermetismo filosofico-religioso: libri, scritti ermetici, serie di opere tradizionalmente attribuite al dio Ermete Trismegisto e caratterizzate da grande oscurità
¨ n.m. [f. -a; pl.m. -ci, f. -che] poeta appartenente alla corrente dell’ermetismo
¦ ermeticamente avv.
1 in modo ermetico, mediante chiusura ermetica: recipiente chiuso ermeticamente
2 in modo oscuro, incomprensibile: parlare ermeticamente
? Dal lat. mediev. hermeticu(m), dal gr. hermetikós, deriv. di Hermês Trisméghistos ‘Ermete Trismegisto’ (ossia ‘tre volte grandissimo’), nome greco del dio egiziano Thot, cui si attribuisce tra l’altro l’invenzione di una chiusura perfetta
© 2005, De Agostini Scuola S.p.a. - Garzanti Linguistica
-
Guarda che "ermetico" ha diversi significati e quindi solo il contesto può differenziarli.
Quoto da Garzanti:
ermetico [er-mè-ti-co] agg. [f. -a; pl.m. -ci, f. -che]
1 si dice di chiusura a perfetta tenuta, che impedisce totalmente il passaggio di liquidi; anche, di recipiente chiuso in questo modo: contenitore ermetico
2 oscuro, incomprensibile; enigmatico: un testo, un volto ermetico
3 che appartiene o si riferisce alla corrente poetica dellermetismo: poeta ermetico
4 relativo allermetismo filosofico-religioso: libri, scritti ermetici, serie di opere tradizionalmente attribuite al dio Ermete Trismegisto e caratterizzate da grande oscurità
¨ n.m. [f. -a; pl.m. -ci, f. -che] poeta appartenente alla corrente dellermetismo
¦ ermeticamente avv.
1 in modo ermetico, mediante chiusura ermetica: recipiente chiuso ermeticamente
2 in modo oscuro, incomprensibile: parlare ermeticamente
? Dal lat. mediev. hermeticu(m), dal gr. hermetikós, deriv. di Hermês Trisméghistos Ermete Trismegisto (ossia tre volte grandissimo), nome greco del dio egiziano Thot, cui si attribuisce tra laltro linvenzione di una chiusura perfetta
© 2005, De Agostini Scuola S.p.a. - Garzanti Linguistica
Cavolicchio ragazzi, ma qui fate sul serio! :D
Ma che differenza fa come ti definiscono? In parte hanno ragione, in alcuni testi ( molti anche miei ) non si capisce una sega!
Caro Crepax, il tuo non è forse complicatissimo e sull'utero son d'accordo con Clodia.
Ma se si pubblicano tutte qui le poesie da commentare, non diventa caotico?
-
Ma se si pubblicano tutte qui le poesie da commentare, non diventa caotico?
Io non capisco qual è questa caoticità. Non credo che proprio tutti tutti i giorni qualcuno posterà pezzi da sottoporre al giudizio altrui e comunque, anche fosse (magari!), ognuno può seguireciò che gli interessa e inanellare le citazioni del caso. Se poi la cosa diventasse insostenibile ( ::) ) si vedrà come ovviare. Io ho pensato che molti, non volendo aprire - anche per timidezza - un topic apposito per la propria poesia, qui si possano sentire più tranquilli e "protetti", due chiacchiere fra intenditori e non. Anche se l'idea ha delle pecche - come tutte le idee e tutte le cose - iniziamo a praticarla, poi vediamo come butta ;).
E dopo questa perifrasi, in due parole:
TU - per esempio - quando ne metti una tua?
;D
-
aaaargh! avevo fatto una risposta per tre ore ironizzando sulla mancanza di capacità nel mettere in prosa una poesia, sul come non si può descrivere l'urlo di Munch, e che anche se non si capisce un particolare non significa che non sia dello stesso colore del quadro... ma... perso. Allora beccatevi queste vecchie mie due, io le straccerei, ma le posto insieme perchè la seconda la avevo fatta con l'intenzione di spiegare la prima! ??? ::) :P :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:
Guardami Introspezione
Quadrivio
di semi interrati nel pozzo.
Valore insulso, prestigidatore
occhio fisso alla donna di cuori.
Riflesso di mota, due di picche
nell'ipotetica alba.
La rotatoria
dalla faccia pulita
ha tra le dita
il mazzo di carte.
................................................. ...
Guardami 2 (Dadi)
Il dado non ha il valore che mostra
son frazioni di tempo le facce,
sincero denominatore che tende a zero, la vita.
Scava, nel seme della conoscenza
inafferrabili i volti.
Sul greto rotola tra i sassi
tu... pretendere il sei...
a volte si mostra,
punti di vista...
lui si specchia nell'uno
se limpido il torrente.
Pulisci lo specchio,
togli il trucco...
acclarata la vista
dado d'oro non ha il valore che mostra
forgiati siamo
incomprensibili cubi.
-
Angelo, hai ragione, ermetico significa ciò che dice il dizionario.
Cerdevo, essendo in ambiente poetico, che ti riferissi alla corrente poetica.
Scusa davvero.
Marco anche tu hai ragione, sdrammatizziamo un pò, ci si prende troppo sul serio, e che diamine!
-
TU - per esempio - quando ne metti una tua?
;D
Eccoti accontentata Clodia:
IN UN CIELO SCONSACRATO
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Per me è...boh, vediamo che dite!
Ah, l'ho scelta a caso facendo scorrere il mouse sulla lista delle mie piccole! 8)
Me ne vado a dormire! :D
-
Infatti la mia non mai detto che è complicata è angelo che lo rende complicato ;D
L'utero Clodia ha ragione, però Angelo se tu avessi letto qualche mia poesia capiresti perché parlo di utero materno. La culla di Giuda è un tipo di tortura che veniva usata dagli inquisitori.
Per i sinonimi uso tre indirizzi questo è uno http://luirig.altervista.org/sinonimi/hypertext/main.php?lemma=disagio
per il resto non so che dirti anche secondo me è un problema di fantasia ma senza alcuna polemica.
Per il resto in tutte le opere c'è sempre il vissuto di chi le scrive è inevitabile e ti prego per certe cose dovrei spiegare cose fin troppo personali.
Ti assicuro che molti autori hanno preso in pieno il significato della poesia.
Un saluto
-
Marco il sonno chiama anche me ma ad una prima lettura mi piace molto. Domani la rileggo con estrema calma e spero di dare un contributo alla discussione. Questo vale anche per le poesie di Marina e Corripio.
Buona notte
-
aaaargh! avevo fatto una risposta per tre ore ironizzando sulla mancanza di capacità nel mettere in prosa una poesia, sul come non si può descrivere l'urlo di Munch, e che anche se non si capisce un particolare non significa che non sia dello stesso colore del quadro... ma... perso. Allora beccatevi queste vecchie mie due, io le straccerei, ma le posto insieme perchè la seconda la avevo fatta con l'intenzione di spiegare la prima! ??? ::) :P :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:
Guardami Introspezione
Quadrivio
di semi interrati nel pozzo.
Valore insulso, prestigidatore
occhio fisso alla donna di cuori.
Riflesso di mota, due di picche
nell'ipotetica alba.
La rotatoria
dalla faccia pulita
ha tra le dita
il mazzo di carte.
................................................. ...
Guardami 2 (Dadi)
Il dado non ha il valore che mostra
son frazioni di tempo le facce,
sincero denominatore che tende a zero, la vita.
Scava, nel seme della conoscenza
inafferrabili i volti.
Sul greto rotola tra i sassi
tu... pretendere il sei...
a volte si mostra,
punti di vista...
lui si specchia nell'uno
se limpido il torrente.
Pulisci lo specchio,
togli il trucco...
acclarata la vista
dado d'oro non ha il valore che mostra
forgiati siamo
incomprensibili cubi.
Delle due io mi pappo la prima, che mi stuzzica di più proprio perché a prima lettura non ho capito molto ;D e perché la seconda già si mette a spiegare troppo, ha parti "descrittive" (come le chiama Zima ;), giustamente) e assertive (questa definizione ce la metto io) che non mi convincono.
Ok, si parte.
Guardami Introspezione
Quadrivio
di semi interrati nel pozzo.
Valore insulso, prestigidatore
occhio fisso alla donna di cuori.
Qui ho la sensazione di una scelta che va fatta, un dubbio (quadrivio) e i semi chiusi, ingoiati, in fondo, dal pozzo, "interrati" fra cui scegliere, mi dicono che non è una scelta facile; qualcosa è stato seminato ma non è nato, sta lì. Il suo valore, quindi la sua importanza, è diventata "insulsa"; chi è il mago (prestidigitatore) che ha rovinato tutto dedicandosio alla donna di cuori? (lo so, io ci metto sempre un'immaginazione romantica, abbi pazienza ;))
Riflesso di mota, due di picche
nell'ipotetica alba.
E' tutta fanghiglia sta condizione qua, una delusione totale (due di picche) e manco siamo sicuri che si faccia giorno (scusa se vado sul colloquiale, qui è un topic familiare per ora)
La rotatoria
dalla faccia pulita
ha tra le dita
il mazzo di carte.
Torna la sensazione della scelta o del cambiamento, comunque un girare della sorte ("ha tra le dita il mazzo di carte" ed è una rotatoria, quindi... ;)
Pezzo sulla delusione della vita, del fato meschino, forse anche sulla fellonia maschile ;D. L'autrice è a un giro di boa, ha poco nelle mani, è scoraggiata. Ma la "faccia pulita" della rotatoria mi fa vedere una luce, una speranza. Il titolo dice "guardami", è lei che si scopre al mondo, a un lui.
La consonanza della "s" e altri suoni omogenei danno una buona musicalità, anche le rime in chiusa e varie assonanze (es. quadrivio, rotatoria). Minimalista l'impostazione dei versi, le immagini vanno secche in successione al lettore anche per gli asindeti (questa è una tua caratteristica) asciutta, senza troppi giri.
Non mi "commuove", nel senso etimologico del termine; non provo quasi niente, leggendo. E' un lambiccare su se stessi come se non fossimo noi, come se ci guardasse - appunto - un altro. Non metto in dubbio fosse anche la tua intenzione, ma non è una declinazione poetica che mi prende (almeno questa, delle tue).
E ora dimmi quanto non ci ho capito un'acca ;D ;D
-
Eccoti accontentata Clodia:
IN UN CIELO SCONSACRATO
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Per me è...boh, vediamo che dite!
Ah, l'ho scelta a caso facendo scorrere il mouse sulla lista delle mie piccole! 8)
Me ne vado a dormire! :D
Bella è molto bella. Certo nel finale mi sono perso, ma ci voglio tornare perchè la sensazione di contrasto ed il passaggio dalla fisicità alla sensazione cupa ed onirica mi ha colpito.
Pur senza capirla a pieno, a me basterebbe per piacermi, senza ammattire a sezionare le parole.
Però...non scrivi malaccio, eh?
Bravo. ;D
-
Eccoti accontentata Clodia:
IN UN CIELO SCONSACRATO
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Per me è...boh, vediamo che dite!
Ah, l'ho scelta a caso facendo scorrere il mouse sulla lista delle mie piccole! 8)
Me ne vado a dormire! :D
Per ora leggendo capisco al volo - senza sapere ovviamente se parli di una condizione tua o altrui e se fisica o dell'anima o entrambe- che sono suggestioni legate ad una "malattia", alla morte, alla noia del vivere o del morire - se intendiamo noia come fastidio, non solo come ripetizione e asfissia - e la noia viene appunto personificata come donna che viene al tuo letto (immagine un po' trita, ma lo sai di certo) il tutto però poi con altre immagini e parole che rimandano sensazioni forti e originali. Nel complesso interessante, più "spiegata" di altre tue che ho letto e devo decidere fra me e me se mi piace o non del tutto ;). Domani poi esploro le altre componenti, comunque merita di essere approfondita, senza dubbio.
Notte!
-
Sull'orlo della mezzanotte
non trovo un pensiero che mi porti
al centro di altri cuori
Così vi dico buonanotte
da questo sogno mi tiro fuori
-
aaaargh! avevo fatto una risposta per tre ore ironizzando sulla mancanza di capacità nel mettere in prosa una poesia, sul come non si può descrivere l'urlo di Munch, e che anche se non si capisce un particolare non significa che non sia dello stesso colore del quadro... ma... perso. Allora beccatevi queste vecchie mie due, io le straccerei, ma le posto insieme perchè la seconda la avevo fatta con l'intenzione di spiegare la prima! ??? ::) :P :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:
Marina, l'urlo di Munch si può descrivere eccome. Nella tecnica e nel contenuto quel quadro assomiglia molto a quelli prodotti da certi alienati o da Van Gogh. C'è visualizzata con tutta evidenza una disperazione così totale, così allucinata, che l'interpretazione non può che essere univoca. Il suo messaggio è talmente universale da essere prosastico, ovvio in un certo senso.
Comunque riguardo alle due tue poesie il primo impatto mi ha ispirato questa parafrasi:
Guardami 3
E' da ore che ti guardo
novello volto di sfinge
e non capisco
Cosa intendevi quando
dicesti...non rammento
quella cosa oscura
io ero distratto
Ho appena avvertito
questioni di specchi
e trucchi di donna
Dadi ovviamente d'oro
e incomprensibili cubature
Mi riservo però di approfondire, promesso!
-
Infatti la mia non mai detto che è complicata è angelo che lo rende complicato ;D
Ma no, dai! (tipico intercalare alla Tremonti). Ho detto fin dall'inizio che la tua è comprensibile, volevo solo sapere il preciso significato di alcuni versi. Invece, ad esempio, in quella di Corripio, anche se suonava bene (ci si potrebbe fare una canzone rock), non ho capito granché, ma egli mi ha detto che non può spiegarmela e così ho desistito. Andiamo l'utero lo capisco anch'io, non ci vuole una gran fantasia! La mia domanda era diversa, riguardava l'esatto significato del verso "L'utero mi protegge dal freddo del rancore" nel contesto del tema della poesia e così dicasi per "violate culle di Giuda". Ma rispetto il tuo riserbo e mi taccio. Se non te l'ho detto prima te lo dico adesso, comunque è una buona poesia.
-
Eccoti accontentata Clodia:
IN UN CIELO SCONSACRATO
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Per me è...boh, vediamo che dite!
Ah, l'ho scelta a caso facendo scorrere il mouse sulla lista delle mie piccole! 8)
Me ne vado a dormire! :D
Marco uccidimi ma io la leggo nel seguente modo senza star a soppesare ogni verso.
Mi sembra di capire che intendi la NOIA non come uno stato negativo ma bensi uno stato in cui si riesce a discostarsi dalla realtà attraverso i pensieri che normalmente assaltano l'animo quando non si è impegnati a fare qualcos'altro. In questa condizione di ascesi riesci quasi a toccare il "sogno ad occhi aperti" ma poi la realtà come un buldozzer abbatte tutto senza distinzioni.
Per spiegarmi meglio sembra che La NOIA sia l'antitesi del PRESENTE reale.
Spero di non aver offeso l'opera che comunque mi piace molto.
-
Marco uccidimi ma io la leggo nel seguente modo senza star a soppesare ogni verso.
Mi sembra di capire che intendi la NOIA non come uno stato negativo ma bensi uno stato in cui si riesce a discostarsi dalla realtà attraverso i pensieri che normalmente assaltano l'animo quando non si è impegnati a fare qualcos'altro. In questa condizione di ascesi riesci quasi a toccare il "sogno ad occhi aperti" ma poi la realtà come un buldozzer abbatte tutto senza distinzioni.
Per spiegarmi meglio sembra che La NOIA sia l'antitesi del PRESENTE reale.
Spero di non aver offeso l'opera che comunque mi piace molto.
E' davvero un'ottima lettura la tua Crepax, ci sei entrato dentro quasi del tutto! ( cavolo, detto così sembra un porno...).
Per me una poesia deve (possibilmente) dare tante prospettive, perché sotto certi aspetti, l'animo umano è ancora molto vario!
Grazie per l'attenzione che m'hai dedicato.
-
IN UN CIELO SCONSACRATO
di Marco Canonico Baca8175
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
Sì, fin qui si vede come un amplesso fra l'autore e la noia. Unirsi ad essa è come dichiarare una "malattia" (nel senso più esistenziale e novecentesco-letterario del termine).
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
La noia- intesa come apatia, assenza di emozioni - aiuta a distaccarsi dal meschino quotidiano, specie se si giunge a preferirla alla realtà; e quindi ha dato una forte scarica al poeta (le endorfine di prima). Trovarsi di nuovo nella "nuvola di cemento" è morte ("dei sogni", "dell'arcobaleno")
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Morte dell'immaginazione, della capacità di vedere oltre. Tutto l'immaginario possibile (stelle, quindi cielo, ecc.) è coperto dai "fiori neri" che appunto ne fanno una tomba. Questa è l'immagine che mi è piaciuta di più, staccata dal corpo del testo giustamente, ad assumere il senso di tutta la poesia.
Le parti in neretto sono a mio avviso un po' prosastiche o anche di registro linguistico vicino al colloquiale; da limare forse le ripetizioni del pronome che ho sottolineato.
Scorre sottotraccia una "dolenza" che mi cattura, specie per "prima che il volto si perda tra i seni", per la chiusa e il bel "camposanto dell'arcobaleno" (belli anche il "letto della cura" e l'atto del ripiegare la noia); nel complesso, è il tono generale in attacco e in fine ad avere un suo fascino.
:)
-
IN UN CIELO SCONSACRATO
di Marco Canonico Baca8175
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni...
Sì, fin qui si vede come un amplesso fra l'autore e la noia. Unirsi ad essa è come dichiarare una "malattia" (nel senso più esistenziale e novecentesco-letterario del termine).
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
La noia- intesa come apatia, assenza di emozioni - aiuta a distaccarsi dal meschino quotidiano, specie se si giunge a preferirla alla realtà; e quindi ha dato una forte scarica al poeta (le endorfine di prima). Trovarsi di nuovo nella "nuvola di cemento" è morte ("dei sogni", "dell'arcobaleno")
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
Morte dell'immaginazione, della capacità di vedere oltre. Tutto l'immaginario possibile (stelle, quindi cielo, ecc.) è coperto dai "fiori neri" che appunto ne fanno una tomba. Questa è l'immagine che mi è piaciuta di più, staccata dal corpo del testo giustamente, ad assumere il senso di tutta la poesia.
Le parti in neretto sono a mio avviso un po' prosastiche o anche di registro linguistico vicino al colloquiale; da limare forse le ripetizioni del pronome che ho sottolineato.
Scorre sottotraccia una "dolenza" che mi cattura, specie per "prima che il volto si perda tra i seni", per la chiusa e il bel "camposanto dell'arcobaleno" (belli anche il "letto della cura" e l'atto del ripiegare la noia); nel complesso, è il tono generale in attacco e in fine ad avere un suo fascino.
:)
Lima pure Clodia, io non mi offendo!
Per il resto...non sono d'accordo quasi su niente (tranne forse la suddetta "limatura").
Non mi trovo innanzitutto sulla scena trita della noia che è una donna, la cosa è un po' più ampia.
Ma non conta nulla che non mi ci trovi, percé se quello che ha dato a te è quanto hai scritto, quello è e basta!
Per il prosastico..."chi è senza peccato scagli la prima pietra" rende l'idea?
O " prima di guardare la pagluzza nell'occhio del tuo fratello, guarda la trave che è nel tuo" rende meglio? ;)
-
E' davvero un'ottima lettura la tua Crepax, ci sei entrato dentro quasi del tutto! ( cavolo, detto così sembra un porno...).
Per me una poesia deve (possibilmente) dare tante prospettive, perché sotto certi aspetti, l'animo umano è ancora molto vario!
Grazie per l'attenzione che m'hai dedicato.
Certo, se lo dice l'autore qualcosa di vero ci deve essere ma io la vedo in un modo un po' diverso esercitando l'analisi logica di ciò che è effettivamente scritto.
Nella prima parte
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni
l'autore cura il suo stato di noia, di insoddisfazione della propria condizione, ripiegandola e legandola e dandosi, con la fantasia com'è chiaro nell'incipit della seconda parte, a un bell'amplesso, anche metaforico, non necessariamente con una donna reale ma con una fantasia bella, dalle forti emozioni. Senonché nella seconda parte
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
la bolla allucinatoria della fantasia d'improvviso esplode, si sgonfia, sparisce,l'autore viene risucchiato nella dura realtà senza sogni, senza bellezza.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
La cappa funerea della realtà uccide i sogni di bellezza, di elevazione, di affrancamento da una condizione brutale.
Una volta lessi uno struggente racconto di fantascienza "Fiori per Algernon". Al di là dei significati più espliciti esso, secondo me, può essere letto come un'allegoria dell'uomo che a volte riesce ad elevarsi, dalla sua condizione di bruto, nelle sfere della bellezza, dell'empireo, ma che inevitabilmente ricade poi nel suo abbrutimento abituale.
-
Certo, se lo dice l'autore qualcosa di vero ci deve essere ma io la vedo in un modo un po' diverso esercitando l'analisi logica di ciò che è effettivamente scritto.
Nella prima parte
Nel letto della cura
ripiego e lego la noia,
c'è lei su di me,
sono un discreto destriero,
ella mi veste d'illimitata passione
e le endorfine conquistano la vetta,
risa, gemiti, il cuore ammattisce,
i lunghi capelli sfiorano il viso,
i capezzoli si solleticano a vicenda
prima che il volto si perda tra i seni
l'autore cura il suo stato di noia, di insoddisfazione della propria condizione, ripiegandola e legandola e dandosi, con la fantasia com'è chiaro nell'incipit della seconda parte, a un bell'amplesso, anche metaforico, non necessariamente con una donna reale ma con una fantasia bella, dalle forti emozioni. Senonché nella seconda parte
impatto con la bolla d'allucinazione,
mi scindo dalla fantasia,
vengo soppresso dalla nuvola di cemento
ove il subconscio incurante di me,
pennella la morte dei sogni,
il camposanto dell'arcobaleno
a un palmo da me.
la bolla allucinatoria della fantasia d'improvviso esplode, si sgonfia, sparisce,l'autore viene risucchiato nella dura realtà senza sogni, senza bellezza.
Fiori neri sulle tombe delle stelle.
La cappa funerea della realtà uccide i sogni di bellezza, di elevazione, di affrancamento da una condizione brutale.
Una volta lessi uno struggente racconto di fantascienza "Fiori per Algernon". Al di là dei significati più espliciti esso, secondo me, può essere letto come un'allegoria dell'uomo che a volte riesce ad elevarsi, dalla sua condizione di bruto, nelle sfere della bellezza, dell'empireo, ma che inevitabilmente ricade poi nel suo abbrutimento abituale.
Probabilmente io sono rinco, ma non mi sembra una lettura tanto lontana da quella di Crepax.
Grazie anche a te Antonio, per il tempo dedicatomi.
-
Probabilmente io sono rinco, ma non mi sembra una lettura tanto lontana da quella di Crepax.
Grazie anche a te Antonio, per il tempo dedicatomi.
Per Crepax è "la NOIA non come uno stato negativo ma bensi uno stato in cui si riesce a discostarsi dalla realtà""Per spiegarmi meglio sembra che La NOIA sia l'antitesi del PRESENTE reale". Ovvero essa è la protagonista della fantasia, mentre per me essa è lo stato negativo da cui si parte che poi però viene accantonato "ripiego e lego la noia" e ci si può abbandonare alle fantasie di elevazione.
Casualmente Antonio è mio fratello mentre io sono Angelo!
-
Per Crepax è "la NOIA non come uno stato negativo ma bensi uno stato in cui si riesce a discostarsi dalla realtà""Per spiegarmi meglio sembra che La NOIA sia l'antitesi del PRESENTE reale". Ovvero essa è la protagonista della fantasia, mentre per me essa è lo stato negativo da cui si parte che poi però viene accantonato "ripiego e lego la noia" e ci si può abbandonare alle fantasie di elevazione.
Casualmente Antonio è mio fratello mentre io sono Angelo!
Beh, l'avevo anticipato che sono rinco! ;D
Grazie Angelo! :)
-
...e tutto finì prima dell'alba d'un discorso
perché egli sapeva di non possedere polarità affascinanti
come chi si trovava in uno dei suoi scaracchi d'inchiostro...
Shalom 8)
-
Lima pure Clodia, io non mi offendo!
Per il resto...non sono d'accordo quasi su niente (tranne forse la suddetta "limatura").
Non mi trovo innanzitutto sulla scena trita della noia che è una donna, la cosa è un po' più ampia.
Ma non conta nulla che non mi ci trovi, percé se quello che ha dato a te è quanto hai scritto, quello è e basta!
Per il prosastico..."chi è senza peccato scagli la prima pietra" rende l'idea?
O " prima di guardare la pagluzza nell'occhio del tuo fratello, guarda la trave che è nel tuo" rende meglio? ;)
Vedo con dispiacere (per te, come per chiunque reagisce come tu fai in questa occasione) che non tutti sanno accettare una lettura "critica" (e non nell'accezione esclusivamente negativa) dei propri scritti, anche coloro che qui si lamentano in più sedi di non riscontrare sincerità nei commenti.
Quando chiunque commenta, non è in discussione la sua capacità o meno di applicare con successo a sua volta le migliore suggerite all'autore, bensì la competenza nella esegesi. Accolgo quindi con la doverosa attenzione che tu mi faccia notare di non aver compreso il contenuto, e in veste di commentatore mi spiace: affinerò i miei strumenti.
Ma circa lo stile, io ho dato dei pareri che vanno accettati senza toni infantilmente ritorsivi: tanto, il modo in cui io scrivo è qui bello e pubblicato e mi sono già offerta con umiltà alle critiche senza che tu - appoggiandoti a quelle avanzate da altri - le ripeta al di fuori del contesto. Credo che un pizzico di umiltà farebbe bene a molti come te, che invece di leggere ciò che di buono uno ha comunque scritto vedono solo gli appunti e li prendono come lesa maestà.
...Viene da sorridere.
P. S. Sarai tu a limare se lo ritieni necessario, a me di farlo materialmente su testi altrui ovviamente interessa molto poco :)
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Vedo con dispiacere (per te, come per chiunque reagisce come tu fai in questa occasione) che non tutti sanno accettare una lettura "critica" (e non nell'accezione esclusivamente negativa) dei propri scritti, anche coloro che qui si lamentano in più sedi di non riscontrare sincerità nei commenti.
Quando chiunque commenta, non è in discussione la sua capacità o meno di applicare con successo a sua volta le migliore suggerite all'autore, bensì la competenza nella esegesi. Accolgo quindi con la doverosa attenzione che tu mi faccia notare di non aver compreso il contenuto, e in veste di commentatore mi spiace: affinerò i miei strumenti.
Ma circa lo stile, io ho dato dei pareri che vanno accettati senza toni infantilmente ritorsivi: tanto, il modo in cui io scrivo è qui bello e pubblicato e mi sono già offerta con umiltà alle critiche senza che tu - appoggiandoti a quelle avanzate da altri - le ripeta al di fuori del contesto. Credo che un pizzico di umiltà farebbe bene a molti come te, che invece di leggere ciò che di buono uno ha comunque scritto vedono solo gli appunti e li prendono come lesa maestà.
...Viene da sorridere.
P. S. Sarai tu a limare se lo ritieni necessario, a me di farlo materialmente su testi altrui ovviamente interessa molto poco :)
Non vedo perché dovrei accettare il tuo commento come oro colato. Ho ricevuto critiche MOLTO più pesanti delle tue e agli autori che me le hanno rivolte, non ho detto nulla, perché la poesia è un qualcosa di troppo intimo e soggettivo per piacere a tutti.
Ci sono decine di stili e niente e nessuno ci obbliga a seguirne uno.
Non ti ho mai letta, non so quali sono le critiche di cui tu parli che io avrei riesumato fuori luogo, tu mi hai già fatto dei commenti ben al di là dei complimenti, non mi sembra d'averti restituito la cosa.
Se dovessi commentare tutto quello che leggo e non mi piace, dovrei passare la giornata in internet; per questo spesso scrivo solo a chi reputo bravo e a chi credo abbia bisogno di una dritta ( che poi ovviamente è libero di seguire o no ).
Riguardo al tuo intervento ho solo detto che non sei assolutamente entrata nel testo, per quanto riguarda i pronomi hai ragione, è un mio difetto, anche se in alcune è voluto.
Credo di non dover aggiungere altro.
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Non vedo perché dovrei accettare il tuo commento come oro colato. Ho ricevuto critiche MOLTO più pesanti delle tue e agli autori che me le hanno rivolte, non ho detto nulla, perché la poesia è un qualcosa di troppo intimo e soggettivo per piacere a tutti.
Ci sono decine di stili e niente e nessuno ci obbliga a seguirne uno.
Non ti ho mai letta, non so quali sono le critiche di cui tu parli che io avrei riesumato fuori luogo, tu mi hai già fatto dei commenti ben al di là dei complimenti, non mi sembra d'averti restituito la cosa.
Se dovessi commentare tutto quello che leggo e non mi piace, dovrei passare la giornata in internet; per questo spesso scrivo solo a chi reputo bravo e a chi credo abbia bisogno di una dritta ( che poi ovviamente è libero di seguire o no ).
Riguardo al tuo intervento ho solo detto che non sei assolutamente entrata nel testo, per quanto riguarda i pronomi hai ragione, è un mio difetto, anche se in alcune è voluto.
Credo di non dover aggiungere altro.
Scusa: mi hai letta qui e hai riportato l'impressione che Zima ha avuto su alcuni passaggi prosastici di quella che ho postato. No? Altrimenti il tuo intervento non ha un senso.
Boh, stiamo andando fuori dal seminato e non è pertinente al topic. Io ho commentato il tuo testo se non con bravura sicuramente con imparzialità - visto che non ci conosciamo di persona -, tu hai ritenuto di rispondere nella maniera che tutti qui possono leggere e valutare, abbiamo tirato le somme e fine. Nessuno ti ha chiesto di prendermi per oro colato, ci mancherebbe.
Saluti.
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Scusa: mi hai letta qui e hai riportato l'impressione che Zima ha avuto su alcuni passaggi prosastici di quella che ho postato. No? Altrimenti il tuo intervento non ha un senso.
Boh, stiamo andando fuori dal seminato e non è pertinente al topic. Io ho commentato il tuo testo se non con bravura sicuramente con imparzialità - visto che non ci conosciamo di persona -, tu hai ritenuto di rispondere nella maniera che tutti qui possono leggere e valutare, abbiamo tirato le somme e fine. Nessuno ti ha chiesto di prendermi per oro colato, ci mancherebbe.
Saluti.
Sei davvero divertente! Anche se il tuo ragionamento è un po' limitato.
Ho semplicemente letto delle strofe delle tue poesie, tutto qua; all'inizio scrivevi delle "simpatiche paginette di diario", poi hai cercato di evolverti, che tu ci sia riuscita o meno non sta certo solo al mio parere giudicarlo.
Non mi faccio influenzare dall'opinione di altri ( per quanto io debba ammettere di stimare Zima ), seguo autori non di certo osannati dalla massa, come non lo sono io.
Se ti sei sentita punta da quel che ho scritto un motivo ci sarà! Forse non sei poi umile come dici; avresti potuto semplicemente improntare una discussione.
Non c'è nulla di male nel dire ad un autore come l'avresti scritta tu, tanto stai pur sicura che non la accetterà mai, ma è comunque uno spunto.
Si deve forse negare che la maggior parte, se non tutti, leggono i grandi poeti per apprendere e migliorare la propria forma?
Poi fai come vuoi.
Tu volevi che io postassi proprio per creare una situazione del genere, visto che dall'inizio hai atteso che ciò avvenisse, sino a chiedermelo espressamente.
Questo perché anche io dico spesso che non ci sono commenti sinceri, ma la maggior parte sono solo di rimbalzo o per averne a sua volta.
Ma la cosa non mi tange nemmeno un po'.
Sempre a tua disposizione! :)
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...a volte,forse,abusiamo del termine "forzato"!
Cosa vuol dire?:preferiremmo una maggior scorrevolezza?
O,forse,troviamo,non genuine le immagini,non attagliati i termini alle immagini stesse?
Continuo a pensare che "forzato" sia un termine di cui facciamo abuso.
la poesia a me è piaciuta.
Se non alla punteggiatura ( contenibile) non opererei ritocchi.
Il senso è chiaro.
la suggestione...forte!
Lo stile e la forma paiono non attaccabili.
Bella l'immagine dei "gomiti consumati".oltre che l'azione del tempo,ti portano a vedere pensosa riflessione,
meditazione,aspettativa,attesa fatale.
Sulla chiusa non ripeto quanto altri hanno detto!
..nzomma,tanto m'è piaciuta questa Autrice che non esito ad annoverarla tra i miei autori preferiti!
Brava...ad majora!
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Sei davvero divertente! Anche se il tuo ragionamento è un po' limitato.
Ho semplicemente letto delle strofe delle tue poesie, tutto qua; all'inizio scrivevi delle "simpatiche paginette di diario", poi hai cercato di evolverti, che tu ci sia riuscita o meno non sta certo solo al mio parere giudicarlo.
Non mi faccio influenzare dall'opinione di altri ( per quanto io debba ammettere di stimare Zima ), seguo autori non di certo osannati dalla massa, come non lo sono io.
Se ti sei sentita punta da quel che ho scritto un motivo ci sarà! Forse non sei poi umile come dici; avresti potuto semplicemente improntare una discussione.
Non c'è nulla di male nel dire ad un autore come l'avresti scritta tu, tanto stai pur sicura che non la accetterà mai, ma è comunque uno spunto.
Si deve forse negare che la maggior parte, se non tutti, leggono i grandi poeti per apprendere e migliorare la propria forma?
Poi fai come vuoi.
Tu volevi che io postassi proprio per creare una situazione del genere, visto che dall'inizio hai atteso che ciò avvenisse, sino a chiedermelo espressamente.
Questo perché anche io dico spesso che non ci sono commenti sinceri, ma la maggior parte sono solo di rimbalzo o per averne a sua volta.
Ma la cosa non mi tange nemmeno un po'.
Sempre a tua disposizione! :)
Vedo che hai proprio frainteso sia i miei obiettivi sia lo spirito del topic. Io da te non volevo nulla se non lo scambio, come da qualunque autore del sito.
Ma lo scambio non credo sia nelle tue corde, molto meglio vedo ti riesce il pontificare.
Di nuovo, saluti.
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Vedo che hai proprio frainteso sia i miei obiettivi sia lo spirito del topic. Io da te non volevo nulla se non lo scambio, come da qualunque autore del sito.
Ma lo scambio non credo sia nelle tue corde, molto meglio vedo ti riesce il pontificare.
Di nuovo, saluti.
Ok, hai ragione, anche se di cognome faccio Canonico non dovrei pontificare.
Chiedo scusa per aver offeso il tuo lato critico e le tue liriche.
Evidentemente io non ce la faccio ad essere al di sopra delle parti; devo avere qualcosa di rotto dentro quando credo che ci sia del tendenzioso dietro alcune affermazioni.
Shalom
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Ok, hai ragione, anche se di cognome faccio Canonico non dovrei pontificare.
Chiedo scusa per aver offeso il tuo lato critico e le tue liriche.
Evidentemente io non ce la faccio ad essere al di sopra delle parti; devo avere qualcosa di rotto dentro quando credo che ci sia del tendenzioso dietro alcune affermazioni.
Shalom
Delle mie "liriche" puoi dirne ciò che vuoi, siamo qui per questo, altri lo hanno fatto e anche tu. Sono le tue che pare non si possano toccare, rileggiti per favore con che risentito sarcasmo hai commentato il mio commento :)
Sulla tendenziosità (addirittura!) io ti prego di ridimensionare il tutto, eh.
Ciao.
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Come promesso eccomi di ritorno sulla poesia di Marina. Analizzerò Guardami 2 dato che la 1 l'ha analizzata Clodia. Confesso che ho letto la sua abbastanza convincente analisi e siccome Marina aveva affermato che "la seconda la avevo fatta con l'intenzione di spiegare la prima!" per la logica aristotelica essendo B=A e A=C se ne deduce che B=C. Secondo me però, diversamente da Clodia, almeno nella 2, ma penso anche nella 1, non c'è il concetto "...delusione della vita, del fato meschino, forse anche sulla fellonia maschile" ma solo l'angoscia della scelta, in particolare di un compagno valido. Infatti è stato detto "Ogni scelta che facciamo cambia la nostra vita. Non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se...Tra le tante vite possibili solo una ci è dato vivere.Emiliano Ricotta". Concetti analoghi erano stati espressi a suo tempo da Søren Kierkegaard. Questo è, secondo me, il quadro filosofico in cui si muove la poesia. E adesso cominciano i dolori...ovvero andiamo ad analizzare i versi. Inforco il microscopio e...
Il dado non ha il valore che mostra/son frazioni di tempo le facce,
Le scelte della vita sono determinate dal rotolare veloce di un dado, così veloce che il valore delle facce si confonde.
sincero denominatore che tende a zero, la vita.
vuoi dire che alla fine le scelte si riducono a zero? Però se tu mi parli di denominatore io penso al numeratore e qual'è? Non rinuncio mai alla logica.
Sul greto rotola tra i sassi
tu...pretendere il sei...
Quest'ultimo lo capisco bene, sono stato giovane in un'epoca in cui c'era chi pretendeva il 6 politico alle superiori e il 18 all'università! A parte gli scherzi, il dado rotola dappertutto anche sui sassi del greto di un torrente (quante memorie il torrente!) qualcuno pretende di essere il sesto nella scelta, però modesto!
Scava, nel seme della conoscenza
inafferrabili i volti.
Analizzi tutte le informazioni memorizzate nella tua mente, semi da cui può nascere la scelta giusta,ma i volti sono inafferrabili, roteano come sulle facce veloci di un dado.
lui si specchia nell'uno/se limpido torrente.
He, he però c'è un lui, il numero 1, solo però se si comporta bene. Che gli fai i test? Oppure lui sarebbe quello giusto se riuscissi a chiarirti le idee.
Pulisci lo specchio,
togli il trucco...
acclarata la vista
Continui la tua opera di chiarimento, di snebbiamento della vista interiore
dado d'oro non ha il valore che mostra
forgiati siamo
incomprensibili cubi.
Ritorna qui in chiusa il verso iniziale come nel ritornello delle canzoni. Apprendiamo che il dado è d'oro, e come potrebbe essere diversamente trattandosi delle scelte della nostra vita? Ma negli ultimi due versi la situazione non si chiarifica. Come in un film a finale aperto tutto rimane sospeso. Siamo delle black-box, delle scatole nere, dalle proprietà indecifrabili. I dadi siamo noi.
Adesso però svelaci l'arcano o Marina!
P.S. Per Clodia "fellonia maschile". Un giudizio davvero tranchant! Non tutti i maschi sono felloni, io sono felicemente accasato da quasi 40 anni.
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P.S. Per Clodia "fellonia maschile". Un giudizio davvero tranchant! Non tutti i maschi sono felloni, io sono felicemente accasato da quasi 40 anni.
Stavo solo ipotizzando il tema dell'autrice, aggiungendo un po' di ironia generica e inoffensiva...Mamma mia, e chi vi tocca!
;) ;D
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Stavo solo ipotizzando il tema dell'autrice, aggiungendo un po' di ironia generica e inoffensiva...Mamma mia, e chi vi tocca!
;) ;D
L'avevo capito sai! Pure la mia era una battuta. Comunque per ritornare al tema del topic posto questa mia:
Se sapessi liberare
questa mano
prigioniera della lingua
questa lingua
prigioniera della mente
questa mente
prigioniera del cuore
questo cuore
prigioniero degli affanni
forse riuscirei a liberare
il messaggio che urge
incatenato
dall'abisso
Chi la vuole commentare?