Forum degli autori
Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Kamikaze - Sabato 12 Maggio 2007, 16:53:15
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Salve sono Alessio Scalzo e sn un autore del sito.
Mi sono sempre chiesto se la poesia sia un qualcosa che qualcuno ha già presente nel sangue, o che in alternativa può apprendere...
Questo è importante perché... vuol dire forse che c'è chi è dotato è in quanto tale può solo migliorare? o c'è chi può solamente provare a fare del suo meglio?
La poesia, l'arte dello scrivere si può imparare? Una nota casa editrice propose tempo fa un "corso per diventare scrittore". lo vendevano in edicola...Si può imparare così ad essere poeti?!
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bella domanda!
la poesia è fatta di emozioni, serve a comunicare! secondo me ci vuole un po' di sensibilità e almeno la facoltà di saper scrivere correttamente in italiano oltre al saper pensare!
poi xò il resto lo fa tanta tanta lettura, oltre che, volendo, anke un po' di studio! ;)
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Ciao Alessio
io insegno da vent'anni una materia d'arte applicata: incisione e stampa, in un Istituto superiore.
Ritengo che le forme artistiche abbiano sempre qualcosa in comune, quantomeno per la creatività.
La mia personale esperienza sia per quanto riguarda me che per quanto ho potuto constatare nei miei molti alunni in tanti anni, è che a disegnare non si impara e, sono persuasa, nemmeno a scrivere.
Con ciò intendo dire che difficilmente una persona che non ha una capacità innata di esprimersi, quale che sia la forma creativa di preferenza, possa imparare a farlo partendo da zero. Se invece il germe c'è, l'allenamento al fare e al guardar fare è necessario in ogni caso.
Non so quale sia il mistero connesso al fare artistico e perché alcuni bambini siano capaci di fare il ritratto del nonno a cinque anni e altri non sappiano nemmeno stare nei margini...
Probabilmente è lo stesso mistero che si cela nelle menti scientifiche, matematiche, che sanno connettere tra loro brani di logica numerica giungendo a nuove teorie.
Il poeta si serve di cose simili, solo che non sono fatte di numeri ma di percezione delle cose.
Credo che il problema sia "saper vedere cosa c'è"... La genialità (che è comunque rarissima al di là di tutto), credo stia proprio nel saper vedere cose che esistono sotto gli occhi di tutti ma non sono còlte.
Ciao
Franca
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Alessio la poesia è un dono che le persone devono allenare leggendo e apprendendo continuamente dai grandi scrittori, non si è poeti scrivendo una poesia, così come per tutte le arti serve studiare a approfondire per affinare la tecnica!!! il problema oggi è che le poesie aumentano e i poeti diminuiscono!!!!!!
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per sapere se poeti piuttosto che musicisti o pittori si nasca o si diventi,basterebbe conoscere la biografia dei grandi nei vari campi e constatare in quale età crearono i loro capolavori.
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Bella domanda!
Secondo me la poesia è un dono,in pochi sanno rappresentare su carta le proprie emozioni.
I POETI NATURALI son coloro che quando provano emozioni estreme,non possono far altro che tramutarle in poesie,
Altri la amano e cercano di imparare a rappresentare le loro emozioni con essa in base allo studio.
La poesia è una parte d'anima condivisa con chi ne voglia,un soffio d'intensa vita che ci segna e ci aiuta a comprenderci.
Si può migliorare,ma deve già albergare in noi.
Se così non fosse,allora gentilmente qualcuno mi spieghi perchè ci son persone totalmente negate per la pittura o per determinati sport o per qualsiasi altra cosa.
Ognuno di noi ha un dono,chi sa cantare sentimenti estremi e dipingere con versi è un poeta.
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Ogni cosa appresa in questa vita, attraverso lo studio o l'esperienza, va a modificare il dna mentale e fisico... tutto il nostro essere se ne pervade, lanciando segnali in tale direzione al mondo circostante...perciò in una famiglia si possono trovare più esempi di predisposizione alla musica, oppure al talento letterario....e perciò si dice anche che 'chi va con lo zoppo impara a zoppicare'....
La nostra psiche è una lastra magnetica che riproduce il mondo con il quale veniamo a contatto...
Si nasce poeti? Tanto quanto si nasce bilingue...sono percezioni e facoltà indotte in vari modi... il talento non è un'esclusiva... è lo sfruttare un'onda che già aleggia intorno...
Si diventa? Sicuramente, se ci si inventa diversi, se ci si apre a questa possibilità. In noi...tutto, basta aprire i canali giusti. Se facciamo fatica ad aprirne qualcuno in particolare, significa che la nostra origine non ha questo 'pacchetto dati' nei suoi geni mentali...riteniamoci orgogliosi di cominciare a procurarglielo noi...
Le abilità apprese da un signolo vengono rapidamente e telepaticamente trasferite al suo gruppo...è una facoltà osservata scientificamente tra gruppi di scimmie di diversi continenti...
...interessante...eh?
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la poesia (come qualunque altra forma d'arte)secondo il mio parere è un dono,un talento da sviluppare ovviamente.
Ma la tecnica ha ad un certo punto la sua importanza;serve ad aprire nuovi orizzonti al modo di "poetare"o no?
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nessuna delle due...
è solo astrazione!
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Aggiungo la mia idea...la poesia è un atteggiamento dell'animo, che si può esprimere anche attraverso cose che non hanno minimamente rapporto con la parola scritta: in un giardino, in un vetro artistico, in un dipinto...quello che si impara è la tecnica; e quello che si può affinare è la capacità di ascoltarsi...
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Secondo me entrambi i casi !
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Dopo lunga,lunghissima meditazione,giungo alla fine ad una conclusione..
La poesia non esiste,i poeti non esistono,gli umani non esistono..
Nessuno salverà "il mondo"con la poesia..è tutto un'illusione..un bluff
riunire amanti della poesia in una grande pentola è come cercar di fare il minestrone di verdura e legumi con minerali e varie pietruzze e mangiarlo con gusto..mi sembra improbabile alquanto.
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Purtroppo - o per fortuna - è un dono.
Una potenzialità.
Ecco, direi che è come un muscolo: se lo tieni ben allenato, fa ciò per cui è nato; se non lo usi si atrofizza!
Perdona il paragone poco poetico, ma io a doni scarseggio :P
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La poesia... è nell'aria in tutto ciò che ci circonda.
È dentro ciascuno di noi... tutti indistintamente.
Poi c'è qualcuno più bravo e riesce ad esprimerla ed altri no.
Poichè la poesia è la sommatoria di significante(retorica e suono) e significato (contenuto) credo che tutti possano ambire a scivere qualcosa che possa definirsi poesia.
Ti faccio un esempio stupido: a nessuno sfugge una percezione quale:
"Si fa sera e cala il silenzio sulle case abitate del mio paese".
Ecco così espresso può essere definito un ottimo pensiero poetico (significante).
Ma se scrivo:
"La sera ascende
Cala una calda quiete sui tetti cari ..."
Hai aggiunto i suoni e fugure retoriche (un chiasmo, una antitesi, sineddoche e sinestesia e altre...) elevando il pensiero poetico a poesia.
E poichè queste cose si possono apprendere con impegno, studio, approfondimento... mi sento di dirti di non scoraggiarti... se vuoi puoi ambire a diventare poeta... o almeno avvicinarti.
Lascia perdere i giudizi degli altri (lascia perdere anche il mio) e se c'è una poesia (una qualsiasi che ti piace..) cerca sul web la sua analisi... di testo.
Ti sarà luce.
Un caro saluto e... ricordati che volere è ... quasi sempre potere.
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Credo che quando ci sentiamo attratti dalla poesia, ed il leggerla ci procura delle vibrazioni sensoriali, siamo già potenzialmente dei poeti, anche se per diventarlo realmente ci vogliono caratteristiche innate che difficilmente possono essere acquisite successivamente, anche con lo studio.
Comunque è già un passo avanti avvertire la necessità (dopo tanta lettura) di scrivere a nostra volta dei versi per le ragioni più varie che cercano tutte (in estrema sintesi) di traslare con parole il nostro intimo sentire.
La differenza sta nella capacità dell’uso delle parole, perché anche tra quelle che hanno lo stesso significato, la scelta delle une al posto di altre, contribuisce a rafforzare un verso o a banalizzarlo così come il loro posizionamento nel verso stesso.
Un’altra considerazione da fare è che la poesia per essere tale deve contenere il segreto, la sua lettura deve impegnare anche la fantasia e non dovrebbe essere spiegata, ognuno ne percorre i versi secondo la propria sensibilità e stato d’animo.
Leggo talvolta dei commenti in cui si ravvisa l’autore con le vicissitudine della sua poesia fino ad incoraggiarlo o consigliarlo, ebbene questo comportamento non tiene conto del più importante fattore poetico , la fantasia.
Personalmente diffido di chi ama le proprie poesie al punto da difenderle lancia in resta dalla più innocente critica, Il vero poeta non si potrà mai compiacere delle proprie opere, perché più di altri conosce i suoi limiti, questa consapevolezza risiede nella conoscenza , più uno sa, più sa di non sapere, come il vecchio Socrate diceva di se stesso.
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Credo che quando ci sentiamo attratti dalla poesia, ed il leggerla ci procura delle vibrazioni sensoriali, siamo già potenzialmente dei poeti, anche se per diventarlo realmente ci vogliono caratteristiche innate che difficilmente possono essere acquisite successivamente, anche con lo studio.
Comunque è già un passo avanti avvertire la necessità (dopo tanta lettura) di scrivere a nostra volta dei versi per le ragioni più varie che cercano tutte (in estrema sintesi) di traslare con parole il nostro intimo sentire.
La differenza sta nella capacità dell’uso delle parole, perché anche tra quelle che hanno lo stesso significato, la scelta delle une al posto di altre, contribuisce a rafforzare un verso o a banalizzarlo così come il loro posizionamento nel verso stesso.
Un’altra considerazione da fare è che la poesia per essere tale deve contenere il segreto, la sua lettura deve impegnare anche la fantasia e non dovrebbe essere spiegata, ognuno ne percorre i versi secondo la propria sensibilità e stato d’animo.
Leggo talvolta dei commenti in cui si ravvisa l’autore con le vicissitudine della sua poesia fino ad incoraggiarlo o consigliarlo, ebbene questo comportamento non tiene conto del più importante fattore poetico , la fantasia.
Personalmente diffido di chi ama le proprie poesie al punto da difenderle lancia in resta dalla più innocente critica, Il vero poeta non si potrà mai compiacere delle proprie opere, perché più di altri conosce i suoi limiti, questa consapevolezza risiede nella conoscenza , più uno sa, più sa di non sapere, come il vecchio Socrate diceva di se stesso.
Sono d'accordo... anche se incoraggiare... (dipende dal pulpito)... non è poi male, anzi! Il Poeta non è mai soddisfatto pienamente di quello che scrive... e concordo soprattutto sul concetto di universalità... sul fatto che in pochi versi vi si possa leggere ... un infinito.
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Nel passaggio in cui parlo di chi incoraggia o consiglia, mi riferisco solo alle vicessitudini particolari e personali degli autori o ritenute tali che chi legge una loro poesia, non pensando che l'oggetto della stessa, possa essere solo immaginazione, trasposizione o semplice fantasia.
Ben vengano invece gli incoraggiamenti ed i consigli agli autori nel merito, affinchè possano migliorarsi e continuare a coltivare questa bellissima passione.