Mi è stato dolce
il suono della campana
oggi, festa del Signore.
Le nuvole hanno
aperto la strada alla luce
e l’anima mia
si è fatta leggera
e nel salire cantava
le ave di mia madre.
Le vette lassù, bello
hanno steso
un bianco velo.
In ogni
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Figlio della luna
mi sentivo quando ero
sul colle lassù,
lei giocava con me
a nascondersi e poi
farsi vedere un po’ stretta
un po’ larga,
ma sempre mi rideva,
mi sentivo nuvola, vento
in terra di nessuno,
ma suonava la campana
così mi
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Ora
come allora
tra le strade risuonano
le campane del vespro
mentre
le ombre dei platani
dolcemente s’allungano
a carezzare
la nuda pelle dell’anima.
Inseguendo
significanze
tra palloni sbilenchi
di un’innocenza ormai perduta
sono
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Inafferrabili
luccicanze!
Fragili memorie
di quella luce
che brillava nei miei occhi
prima
che il velo dell’ignoranza
ottenebrasse
il Mondo attorno a me.
Frammenti
di un’altra identità
in balia
dei capricci del destino
come
i riflessi
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Ora che passeggi
sopra le nuvole
e volteggi oltre di esse
sentendoti libero nel cuore
e nell’anima,
ascolta con pazienza
le mie parole
a te affido le mie paure,
i brutti momenti
a cui non so dare spiegazioni,
ora che vedi oltre me
e ben sai
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Delicato come un petalo
lo spirito che in me vive
si alza quando passeggio
con gli occhi sulle vette
di neve coperte,
è il bianco per dell’anima
che lassù lei vuole
farsi il suo letto,
ed io che sogno
la piazza grande
dove posso stare
ad
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La neve si fa manto
il colle è chiesa
le nuvole bianche
sono angeli
si gonfia lo spirito
nella vetta che tocca
prati di azzurro
ed il tutto si fa
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Una fascio
di preghiere strane
ho raccolto sui ferri
consumati dalla rugine,
erano: cannoni,
mitraglie e fucili,
che gioia, mi son detto
che qui siano nate
e nascono ancora
stupende preghiere.
L’acciaio non è tenero,
ma qui
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Spesso mi chiedevo
quando e come avrei potuto,
era difficile trovare il tempo
così come il giusto modo
tanto che addirittura
poteva sembrare fuori luogo
ambire a tanto,
magari volevo essere onesto
cosa ambiziosa da parte mia,
ma ora che parlo
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Prodigiose parole
spogliate
della loro precipua significanza
di là dal muro
soffocate risuonano.
Vicini di casa
di cui nulla conosco
ogni giorno
il loro amore dolcemente sussurrano
paura e tristezza
balbettando confidano.
Di me
della
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Brividi
nella notte della stella,
assente il vento
pure le stelle
non si vedono,
ma, il cuore esplode,
l’anima si sveglia,
la parola "Pace"
cerca anche lei
un portico, una stella
e tutti, i Re, e gli uomini
che la cercano,
mentre io
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Sul mio sentiero
sconnesso e sassoso
la speranza si è stesa
come padrona di casa.
Io, eterno fanciullo
ringrazio il cielo
e mi stendo
su quel velo
che la fede mi dà.
Padre dei popoli
non allontanarTi da me,
cerco e trovo nuova pace,
una pace
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Già ti conoscevo,
mio Signore,
che nel grembo
di mia madre
mi ponevi
e mi venivi a visitare.
Luce e Amore
per me eri e sei
e Forza per me
per sempre sarai.
Tu che Vita e Gioia
mi hai
riccamente elargito,
questo mio cuore
hai reso
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Corposo il pensiero
si accavalla alla sera
sui colli del mio vivere
e squadra la strada
delle stelle lassù.
Mi sdraio sul vento
non sento e non vedo,
sono stella fra il gloria,
infrango le leggi
e mi accosto a l’infinito.
La parola pace da
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Storia d’Amore
tra me e il mio Dio,
io nel Suo Cuore
e Lui nel mio.
Brilla più del sole
il suo volto splendente.
Più
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| Un cono d’ombra
agli uomini
che
sondavano un mistero.
Senza un valore loro,
poveri,
schiavi,
oppressi,
malati,
martoriati.
La vita diseguale,
come da sempre,
non offriva scampo.
Non dava senso.
Erano merce viva.
Poi,
dopo che nacque,
vi
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| Terra di nessuno
è là dova nasce
l’ardito mio pensiero
e mi elevo con lo spirito
fra i sospiri di Dio,
e la pace sembra
piovere nella mia valle,
è una sconosciuta
primavera che vive
l’anima che mia, che è,
sempre alla ricerca
di un Sua
nuova
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| La notte mi ha dato
un cuore di paglia
dove lì un bambino
può anche dormire,
ma questo mio cuore
da solo si fa
un caldo lettino,
l’atteso regalo
di ogni banbino,
che poco assai
costa al mercato
ma è dono gradito
se è regalato.
Senza
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| Sorge il Sol rinnovatore
e svetta in luce sulle cime
sì che anche l’austero
divien di lume or foriero
Lesto tratto nasce il giorno
d’una Nascita sì Santa,
che già in lume ristora l’animi
e il cupo volge via
È un bimbo che sorride
ed il Mal
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| Sparite le nuvole
sale il pensiero
nei meandri dello spirito
alla ricerca di certezze
che la terra tutta
non sa dare, allora
fuggo io dagli abbissi
di storie che distruggono,
e l’uomo non amano,
il cielo ha una sua pace
che lontano da me
non so
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| La sera si è fatta strana
la luna mi è lontana
nella piazza una capanna
dall’occhiata, un po’ strana,
un bimbo mi allunga le mani
mi trascina nei miei anni
rivedo le gioie e gli affanni,
nella memoria già lontani,
ma, è il bimbo della croce!
Mi
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In un remoto, sacro, freddo altrove,
tre monaci, in silenzio e contemplati,
tracciano sulla terra segni antichi,
mandala di sabbia colorata e grazia,
geometrie che danzano l’eterno.
Ogni granello è un atto di preghiera,
un simbolo che intreccia
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Allorché s’assurge in difesa,
dall’alto, ogni cosa è possibile.
Ma il libero arbitrio all’inquete alme,
ch’Egli ebbe ad addurre, concede,
iustitia propria,
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Sotto un cielo stellato
sei nato o Dio,
Tu immenso Spirito,
tu che volevi
avere un cuore,
un cuore da una donna,
che, nel cielo stellato
là non c’era e non c’è,
ma in un piccolo villaggio
che vive con lo sguardo
alle stelle lassù,
là, hai
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Oh stanchi i piedi
le mani tremanti
griggi sono gli occhi
e la mente balla,
il colle mi saluta
la valle mi accoglie
il vento mi è amico
mi aspettano le fontane,
l’anima è in pace
in una luce figlia
di un pensiero che vive
nelle notti fonde
di
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Lenta l’alba
scioglie la luce,
e fugge la notte
dalla mia strada,
lo spirito mio
quasi si abbaglia
in quei luminosi ruscelli
che silenziosi scendono
e mi donano leggera
una gioia che sa di infinito,
scelgo di fermarmi
appena oltre la
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Si illuminano
i miei occhi
nella sera del suono,
della stella che si ferma,
in una stalla si sente
a Dio un canto,
torno povero io
e sono a casa mia
quella che vidi
e che credevo
mia per sempre,
ma chi mi prese per mano
in altre dimore mi
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Si riposa la luna
nella sua veste di madre
là sui miei campi arati,
aspetta la mia semina
e mi lascia dormire,
lungo è l’inverno
il cuore si fa freddo
e lei questo non vuole,
così mi chiama
una stella cometa
che mi dia la strada
dove posso
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Entro senza far rumore
nel Tuo pensiero
o mio attento Dio
e mi sento di casa
simile ad un viandante
che ritorna alla sua meta
e mi riposo
e mi disseto
e mi alimento,
godo la Tua presenza,
fuori più guerre
che incontri di pace,
perché non ti
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Svolta
ancora una volta
lo spirito mio
è davanti alla cappella
del Cristo cadente,
non c’è un bastone
che lo sostenga,
né una pietra
con la ghiaia impastata,
a fare tappo,
tutto lì trema
mentre lo sguardo mio
vola là dove
infinite
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Nel mio pensiero
si è seduto Dio
e al mio fianco
non c’è tempesta
ma, è sempre festa,
la luce si è fatta nuova
e la strada
non è più lunga,
il riposo della notte
è sedersi al banchetto
con Lui e la Sua storia,
non serve più
la mia memoria
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