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Credo che la mia voglia di scrivere più che un’esigenza intellettuale sia un bisogno fisico.
Che nasce dalla consapevolezza di costruire un canale di comunicazione.
La conversione di quello che mi passa per la mente in versi è un esercizio fisico più che della ragione.
E’ dire nel lessico della narrazione poetica la percezione del mio essere e del contesto in cui vivo.
E’ un’operazione apparentemente complessa ma che in sostanza si traduce in una scorrevole codificazione in versi di ciò che provo e sento.
La poesia dunque come testimonianza di me stesso sia come soggetto in sé che come individuo sociale.
Penso che questa mia passione si possa paragonare alla farfalla che in volo sfoggia i suoi colori ma teme di essere catturata.
In questo volo dell’anima la paura mia non è quella di cadere.
Ma di fermarmi.
Spero che non succeda mai.
Che cos’è la poesia se non lo scorrere piano del pensiero che ha paura di rimanere intrappolato.
Per me è libertà. La mia libertà. Libertà liberata, per dirla con il poeta e filosofo atellano, Giuseppe Limone.
Ecco, con la conversione in versi, il pensiero diventa parola, canto, colore, suggestione, impressione e tutto quello che la propria anima desidera esprimere.
Un esercizio sì, per me scrivere in rima è un allettante compito per dare completamento alla mia condizione umana.
Sto davvero bene quando riesco a correggere quello che la mente mi bisbiglia a casaccio e anche confusamente in un ordinato algoritmo per dare un senso agli stimoli celebrali.
Non voglio qui analizzare la mia poesia, non spetta a me farlo ma a chi mi legge. Ma voglio solo aggiungere che la mia non è solo una passione, qualcosa che deve dare sfogo alla voglia di scrivere, è soprattutto la ricerca di ciò che il quotidiano non mi dà tempo di trovare. E’ anche la misurazione delle mie capacità di leggermi e di scrutare quello che vedo e non sento e quello che sento e non vedo.
Naturalmente, tutto questo mi diletta, altrimenti sarebbe fatica. E lavorare stanca.
Per me, in sostanza scrivere, per dirla con Johann Wolfgang von Goethe, è un ozio affaccendato. |
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