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Giovanni Bruno è nato a Sannicandro di Bari nel 1939. Si è diplomato al Liceo Classico presso la Scuola Militare Nunziatella di Napoli negli anni 1954-57: qui l'eminente studioso Giovanni Barra, suo professore di greco e latino, lo ha orientato verso un consapevole amore per la cultura classica. La sua formazione intellettuale, negli anni della giovinezza, si è inoltre fortemente avvalsa degli stimoli derivanti da un pluriennale rapporto di amicizia con il naturalista e geologo Franco Anelli, scopritore nel 1938 delle Grotte di Castellana e professore di Geografia Fisica presso l'Università di Bari, il quale fu per lui emblema di una cultura scientifica di matrice umanistica e non sterilmente positivistica.
Laureato in Lettere Classiche presso l'Università degli Studi di Trieste, ha acquisito una profonda conoscenza della cultura classica, che gli ha valso la pubblicazione di un lungo saggio di traduzione (circa 200 versi) dalla tragedia Aiace di Sofocle, da parte della Università di Urbino. La traduzione degli autori antichi segue in lui un criterio di rigore filologico, finalizzato alla precisa acquisizione dei contenuti, mirando però, da poeta, a restituirne al lettore più che la lettera, lo spirito, consapevole dei limiti che può avere una traduzione pedissequamente letterale.
La sua formazione letteraria è stata fortemente influenzata dalla lettura dei classici della poesia greca, della filosofia, in particolare Platone, e del teatro tragico, come Eschilo, Sofocle ed Euripide. Ha iniziato a scrivere poesie e brevi testi in prosa, pubblicando nel 1964 "Una nenia per Iacopo", alla quale fanno seguito "Il giardino d'Armenia" (1965) e Gli amici di Telemaco" (1970), opere di narrativa con una appendice poetica, tutte stampate in edizione privata. Per la casa editrice Firenze Libri, Giovanni Bruno ha scritto nel 1991 "Le lettere di Pitagora", una ricostruzione ideale di alcune lettere del filosofo greco di cui non si conoscono scritti; quest' opera ha goduto della presentazione del professor Carlo Corbato, illustre docente di Filologia classica presso l'Università di Trieste e, alla sua uscita, attirò, tra gli altri, l'apprezzamento del critico letterario Carlo Laurenzi su "Il Giornale" di Indro Montanelli. Nel 1992 ha pubblicato la raccolta di poesie "I giochi e le ombre", vincendo il Premio "L'Autore": è una raccolta scritta nella forma della favola ma senza ingenuità, piuttosto con pudore, quello del racconto dell’infanzia di un bambino che vede cose che i grandi non possono vedere. Nel 1996 è la volta del volume di narrativa "Il sileno smarrito", una metafora sui legami tra amore e creatività che si ambienta nel mondo del teatro greco, protagonista la figura del grande tragediografo Sofocle. Seguono le raccolte di poesie "Il recinto delle memorie" (1999), "Miraggi di confine" (2002) e "L'eclissi incompiuta" (2007).
Le sue opere di poesia indagano l'intera gamma dell'umano sentire approdando ad una visione disincantata, serena ma non aproblematica della condizione dell'uomo, del quale Bruno intuisce le vertiginose possibilità di evoluzione spirituale ma tenendone al tempo stesso sempre presenti i limiti. L'uomo è visto innanzitutto nel suo terrestre microcosmo quotidiano, ma l'autore passa anche a coglierlo nell’atto di spostare oltre il suo orizzonte, guidato dalle sue paure ma anche dalle sue aspirazioni d’infinito. I testi in prosa trattano principalmente soggetti legati al mondo classico greco, con una notevole capacità di identificazione psicologica nei personaggi rappresentati e di minuziosa ricostruzione storica delle ambientazioni. Convinto assertore della importanza di confrontarsi con testi senza tempo, Bruno ricollega il recupero di tematiche legate al mondo classico all'idea della cultura classica come il seme più fecondo della cultura occidentale, rilanciando inoltre l’idea della centralità del Mito come quintessenza di una sapienza che trova nel simbolo la sintesi assoluta di ciò che è indicibile attraverso parole comuni.
Oggi Giovanni Bruno vive e svolge la sua attività di scrittura tra Roma, Bari e la Grecia.
E' spesso invitato a partecipare ad alcune tra le principali manifestazioni nazionali legate alla poesia, riscuotendo sempre un notevole riscontro di pubblico e critica. Ad es. nel 2005 è stato invitato alla "Biennale Poesia-Premio Lettera d’Argento" svoltasi a Venezia presso Palazzo Ducale ed a cui hanno partecipato per la lettura delle opere molti noti attori di teatro. Le sue opere sono oggetto di readings teatrali ai quali collaborano valenti musicisti e che talvolta è chiamato a curare in prima persona in veste di voce recitante. Basti ricordare il progetto teatrale "Il recinto delle memorie" curato dal musicista Cristian Mele, autore delle musiche, e rappresentato presso l’Antico Caffè Greco e Palazzo Barberini a Roma, e in diverse altre città italiane. E' citato su Wikipedia.org |
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